tag:blogger.com,1999:blog-13730549487442356832024-03-13T13:08:14.474-07:00La disfida delle fiabeI "dietro le quinte" dei creatori di fiabe. Prove di fantasia. ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.comBlogger150125tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-25510168082101035052018-02-20T05:51:00.001-08:002018-02-20T05:51:25.108-08:00Il cane di YouTube<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-9tRDlRUm4Ik/WownlWW770I/AAAAAAAAAig/_un5hdMvVT4YcalpR4mcC4PRWzZ_1EuAACLcBGAs/s1600/caneYoutube.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="720" height="304" src="https://3.bp.blogspot.com/-9tRDlRUm4Ik/WownlWW770I/AAAAAAAAAig/_un5hdMvVT4YcalpR4mcC4PRWzZ_1EuAACLcBGAs/s320/caneYoutube.png" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<i>Una fiaba di Claudio</i><br />
<br />
<br />
<br />
<div class="MsoNormal">
Ciao <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Mi riconosci? <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Certo che si, sono proprio io … Bollo … il cane di YouTube .<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Quello che se vede la sua squadra del cuore in TV tifa come
un umano.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ululo e scodinzolo per un gol fatto, ringhio per uno subito
… strano vero ?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ma vuoi sapere come è stato possibile tutto questo ? …. Ascoltami
per qualche minuto e sentirai una storia veramente fantastica…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Tutto ebbe inizio una fredda giornata di fine inverno … la
mia mamma mi mise alla luce con altri quattro fratellini … anzi due erano
femmine. Ci aveva nascosto in una vecchia
e strana casa con le ruote abbandonata in un prato. Lì vivemmo per molti giorni
sempre con lei che ci curava e coccolava con tanta tenerezza sin quando un
giorno una signora un po' curiosa si accorse di noi. Non vi dico la sua faccia
… stupita ma allo stesso tempo le sue parole sembravano rassicuranti tanto che
se prima la mia mamma gli aveva ringhiato contro, ora come se avesse riconosciuta
una vecchia amica le leccava le mani.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Poi quella signora se ne andò ritornando qualche ora dopo con altre persone
che come lei continuavano a farci mille carezze e darci tante cose buone da
mangiare poi ci misero in uno scatolone e con la mamma ci portarono in posto dove
incontrammo tanti altri cani .<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Curati e sfamati crescemmo sani e molto vispi. A volte
conoscevamo umani nuovi che giocavano con noi per qualche minuto ma poi se ne
andavano finché ogni tanto uno di loro prendeva
in braccio uno dei miei fratellini e insieme andavano via. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Tutto era bello accanto alla mia mamma anche se ormai con
lei ero rimasto solo io, poi un giorno molto triste anche lei se ne andò via …
la presero dei signori mentre dormiva e la misero in un sacco … e non la vidi
mai più.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Un giorno davanti alla mia cuccia si presento un ragazzo molto
buffo e alquanto strano … avvolto in una sciarpa enorme per lui, mi fissava incuriosito
senza dire una parola . Non capivo se gli ero simpatico e pure avevo messo in
scena tutto il mio repertorio di guanti,
capriole e leccatine per fagli capire che mi piaceva, ma tutto questo
sembrava non interessarlo molto quando da una tasca tirò fuori una corda che mi
mise al collo e con la quale mi invitò a seguirlo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Mi portò in una grande casa con un bel prato verde , dove
una gentile signora mi trattava come se fosse diventata lei la mia nuova mamma,
anche il signore che era con lei sembrava apprezzare la mia presenza, tutti
tranne quel buffo ragazzo che era sempre indifferente alle mie feste e sempre
taciturno e infastidito sembrava che per lui io non esistessi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Un giorno vidi che la porta della sua camera era socchiusa,
timidamente sbirciai dentro e dato che non si accorse di me entrai … e fu
allora che la vidi … si si …era proprio la mia mamma, su di un mobile in una
fotografia c’era la mia mamma che leccava la guancia di Tommy . Incominciai a
piangere in un abbaiare quasi sottovoce che attirò lo sguardo del mio
padroncino. Poi come per magia mi sollevò da terra e mi strinse forte a sé
dicendomi parole che non capivo ma che sembrava gli uscissero dal cuore.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Da quell’istante le nostre vite si fusero, nulla poteva
separarci, ero diventato la sua ombra , e se non c’era passavo le ore a
percepire nei suoni fuori casa il suo ritorno.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Dormivo con lui sul suo letto e giocavo e mangiavo con lui;
guardavamo la televisione, in particolar modo uno strano gioco che facevano
altri ragazzi con una palla bianca, a volte vedevo Tommy che urlava di gioia a
volte invece diventava triste e così io per gioco facevo come lui, capriole e
ululati se lui rideva o mi sdraiavo ai suoi piedi se lui era triste. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Un giorno di inizio estate ce ne stavamo andando al parco a
giocare con gli altri cani, Tommy in sella alla sua bicicletta ed io al suo
fianco correndo. A volte era lui che mi aspettava ma quasi sempre ero io che lo
tiravo, quando improvvisamente sentii un rumore di freni e poi un tonfo. Mi
girai spaventato e lo vidi che ancora scaraventato dalla sua bicicletta cadeva
pesantemente al lato della strada. Fu un attimo, la macchina non si fermo
nemmeno e scappò via mentre in mio padroncino incomincio a sporcarsi di sangue.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Non sapevo cosa fare, non me l’avevano insegnato, ma capii
subito che era successo qualcosa di molto brutto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Stavo lì a guardarlo e dandogli dei colpetti col muso
cercavo di svegliarlo ma inutilmente quando all’improvviso si alzò. Stordito e
confuso cercò di alzarsi e vedendomi mi fece un grosso sorriso ma non disse
nulla, era strano sembrava una nuvola, poi mi accorsi che il suo corpo era
sempre disteso a terra.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Dopo un istante di stupore cercai di saltargli addosso nella
speranza di essere abbracciato ma caddi nel vuoto. Fu allora che lo vidi anzi
lo sentii avvicinarsi a me, confuso percepii la sua presenza anche se come in una nebbia non lo vidi più,
lo sentivo … lo sentivo come … come se fosse … non so spiegare ma credo che mi
stesse abbracciando tanto forte che … ritornammo ad essere una cosa sola.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Strano vero … ma da quel momento pur vedendo in mio amico
disteso in una pozza di sangue non ero triste, anzi mi sentivo sereno,
rassicurato … protetto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Arrivò tanta gente che urlava e piangeva, fui portato via
nella grande casa, ogni tanto veniva una ragazza a darmi da mangiare e per alcuni giorni restai da solo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ritornarono la mamma e il papà di Tommy che però sembravano
non vedermi. Tutto era silenzio e molto triste. Nessuno con cui giocare o fare
lunghe corse nel parco. Nessuno da aspettare…<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
I giorni trascorsero lenti, tutti uguali e tutti da solo,
quando una sera il papà di Tommy seduto davanti alla televisione guardava quei
ragazzi che guardava anche il mio amico, in realtà si che guardava ma non era
come Tommy che si agitava e urlava, lui era assente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ad un certo punto la squadra che piaceva tanto a Tommy buttò
la palla dentro la rete e subito mi ricordai quello che faceva così presi ad
abbaiare e scodinzolare ruotando come una trottola.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Il signore mi guardò prima un po’ stupito poi facendo un
sorrisetto ritornò a guardare la televisione.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Passarono pochi minuti e nuovamente la palla finì nella rete
e come prima io rifeci la festa.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
A questo punto il signore mi guardò incuriosito e incominciò
a chiamare la signora , sembrava spiegargli l’accaduto quando di nuovo la palla
finì nella rete ed io ricominciai a fare festa … be ora sai tutta la storia del
cane che su YouTube tifa come un umano … anzi come un ragazzo di nome Tommy.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-1645950752558690702017-12-27T04:56:00.000-08:002017-12-27T04:56:35.821-08:00I vincitori di questa Disfida!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-uzMRwg-Lom4/WkOVqc3-xJI/AAAAAAAAAiI/TFRZSTNU3x8qQN1Th3B2Ybjr-T_hoFTQgCLcBGAs/s1600/paiolo%2Barcobaleno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="557" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-uzMRwg-Lom4/WkOVqc3-xJI/AAAAAAAAAiI/TFRZSTNU3x8qQN1Th3B2Ybjr-T_hoFTQgCLcBGAs/s400/paiolo%2Barcobaleno.jpg" width="307" /></a></div>
<br />
<br />
<i>Eccoci qua, a conteggi fatti.</i><br />
<i><br /></i>
<i><b>Due fiabe si sono aggiudicate un uguale numero di voti e risultano quindi vincitrici a pari merito:</b></i><br />
<i><br /></i>
<i>- Il cappello di Orlando, scritta da Federica Rossi di Inchiostro Rosa </i><br />
<i><br /></i>
<i>- Gasp e i libri, scritta da me</i><br />
<i><br /></i>
<i>Queste sono le fiabe più apprezzate di questa Disfida un po' sottotono.</i><br />
<i>Se da un punto di vista "poetico" era una buona idea tenerla nel periodo che precede il Natale, da un punto di vista pratico capisco benissimo che tutti sono stati un po' indaffarati per i preparativi della festa.</i><br />
<i><br /></i>
<i>Per quanto mi riguarda, il bilancio è positivo. </i><br />
<i>Ho scritto una ventina di fiabe in 24 giorni, con qualche "caduta" qua e là.</i><br />
<i>Questo mi ha permesso di chiarirmi alcuni meccanismi che si attivano quando si produce a ritmi serrati e imparare ancora qualcosa sulla creatività in generale. </i><br />
<i><br /></i>
<i>Quello che ho imparato, presto probabilmente sarà in un libro, ma per ora non posso dire di più.</i><br />
<i><br /></i>
<i>Grazie a tutti per esserci stati e per avere giocato con la Disfida. </i><br />
<i>Il mio regalo di Natale più importante, per quest'anno, siete stati voi!</i><br />
<b><br /></b>
<b>Auguri di cuore per il proseguimento delle Feste e soprattutto per un magico, strepitoso e felice 2018!</b><br />
<b><br /></b>
<b><br /></b>
<br />ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-15873458853463582932017-12-24T02:38:00.000-08:002017-12-24T02:38:00.553-08:00il sogno impossibile<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-trixIU_iytU/Wj-DHlgKb2I/AAAAAAAAAh4/4wlirxNO_yI-diuT2N6W8ZMiNeV95Jf9wCLcBGAs/s1600/mongolfiera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="688" data-original-width="500" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-trixIU_iytU/Wj-DHlgKb2I/AAAAAAAAAh4/4wlirxNO_yI-diuT2N6W8ZMiNeV95Jf9wCLcBGAs/s320/mongolfiera.jpg" width="232" /></a></div>
<br />
<br />
Ultima fiaba di questa Disfida<br />
<br />
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il sogno
impossibile<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
giovane Principe non voleva sposarsi. Non con le fanciulle che il Re e la
Regina gli proponevano. Lui sapeva che non facevano per lui. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’aveva
sognata, la sposa che voleva, con i lunghi boccoli e gli immensi occhi color
del cielo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’aveva
vista assorta, immersa nella lettura. L’aveva vista ridere come una sorgente in
un giardino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
aveva che i suoi sogni, per confidare nella sua esistenza, ma per lui erano
abbastanza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Purtroppo,
non era lo stesso per il Re e la Regina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Tu
vivi di sogni,” gli dicevano “ma intanto il regno ha bisogno di un nuovo re e
di eredi!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alla
fine, non vedendo altro modo per seguire il suo cuore, il Principe partì da
solo nella notte, senza portare nulla con sé se non gli abiti che indossava.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Vagò
a lungo per regni diversi, vivendo di quel che trovava o che riusciva a
guadagnarsi con piccoli lavori umili qua e là. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quella
vita era difficile, per un giovane abituato come lui a ogni agio, ma quando
sognava la fanciulla si sentiva in pace, perché sapeva che il suo cuore non
mentiva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dall’altra
parte del mondo viveva, in effetti, una fanciulla dai lunghi boccoli e dagli
immensi occhi color cielo. Una fanciulla che rifiutava tutti i pretendenti che
i suoi genitori le proponevano. Il suo cuore bramava un giovane che aveva visto
solo nei suoi sogni, un giovane alto, elegante e gentile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Invano
i genitori le avevano presentato tutti i giovani di bell’aspetto della società
civile, l’avevano condotta a teatro e alle feste, sperando di farle incontrare
finalmente il suo amato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alla
fine, non sapendo più che fare, avevano deciso di mandarla dallo zio, che
abitava in un regno lontano. Non sapevano più nemmeno loro se speravano in un
incontro fortunato, o se confidavano nel carattere deciso di quello zio per
indurre la giovane alla ragione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
fanciulla accettò di partire, certa che il suo cuore non mentisse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
zio dapprincipio fu gentile e accompagnò la giovane a ogni festa e ogni ballo
del regno, presentandole tutti i giovani degli di lei per educazione e per rango.
Ma con il passare dei mesi, quando fu chiaro che nemmeno in quel regno aveva
trovato lo sposo che desiderava, ottenuto il permesso dei genitori passò a
maniere meno cerimoniose. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">In
sostanza, confinò la fanciulla in casa, dicendole che sarebbe uscita da lì solo
quando avesse acconsentito a sposare almeno uno degli innumerevoli giovani che
le erano stati presentati. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
giovane Principe, intanto, aveva perso ogni segno del suo lignaggio. I suoi
eleganti abiti si erano consumati da tempo e li aveva dovuti sostituire con
abiti più semplici. Lavorando, le sue mani si erano fatte forti e callose, non
certo le mani delicate da gentiluomo che aveva un tempo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Eppure
non si rassegnava a tornare al suo regno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ogni
volta che stava per tornare indietro, udiva per caso qualche voce parlare di
una fanciulla bellissima che lo spingeva ad andare a visitare un altro regno e
un altro ancora.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ormai
da molto tempo la ragazza dagli occhi di cielo viveva chiusa nella casa dello
zio. In quel regno, ormai, nessuno parlava più della leggendaria bellezza della
fanciulla venuta da lontano, poiché tutti pensavano che fosse gravemente
ammalata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Occupava
le giornate immersa nella lettura nella ben fornita biblioteca dello zio e al
tramonto, ogni sera, usciva sulla terrazza ad ammirare il tramonto. Iniziava a
nutrire seri dubbi di poter continuare così ancora a lungo. Ma ormai i giovani
che l’avrebbero presa in sposa in passato si tenevano alla larga e si erano
dimenticati di lei. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">(fine
prima parte)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">(seconda
parte)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Passando
di regno in regno, il Principe era ormai vicinissimo a quello dello zio della
fanciulla. Ormai, però, non era più tanto giovane e immaginò che anche lei
avesse risentito del passare degli anni. Anche se l’avesse trovata, sarebbero
stati in grado di riconoscersi? Anche lei lo stava cercando? Forse lei ormai si
era sposata. Avrebbe fatto meglio a tornare
indietro?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Stava
cercando di trovare la soluzione ai suoi dubbi sul fondo di un boccale di vino
nella taverna, quando udì un vecchio giardiniere parlare del “più bel fiore che
si fosse mai visto in un giardino”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Fattosi
attento, lo udì raccontare di quella bellissima fanciulla che era solita
passeggiare nel giardino dello zio, con i lunghi boccoli e gli occhi color del
cielo. Il giardiniere raccontava di essere rimasto così affascinato dal colore
di quegli occhi, da aver piantato invano aiuole e aiuole di fiori celesti,
cercando di ritrovarne il colore speciale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Posato
il boccale, il Principe si accinse a rimettersi in viaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
fanciulla, ormai, era invasa dalla malinconia. Gli anni erano passati, la sua
bellezza stava sfiorendo e lei si dava della sciocca, per aver sprecato così
inutilmente la sua vita. Solo per inseguire un sogno! Diventò così triste che
si ammalò davvero, trascorrendo ormai le giornate a piangere, distesa sul
letto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
zio, seriamente preoccupato per il suo stato, fece chiamare i genitori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
il Principe giunse nel regno, non ebbe difficoltà a trovare il giardino pieno
di fiori del colore del cielo, ma quando chiese della fanciulla nessuno seppe
dirgli niente. Solo qualcuno ricordava vagamente una giovane molto bella che
era venuta in visita da suo zio, ma la poveretta si era ammalata, gli dissero,
e nessuno l’aveva più vista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Eppure
il suo cuore gli scalpitava nel petto, facendogli capire che era giunto alla
fine del suo viaggio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Interrogando
ancora tutti quelli che incontrava, seppe alla fine che la giovane era ancora
in quella casa, costretta a letto da una misteriosa malattia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’unico
suo pensiero, a quel punto, fu come fare a raggiungerla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Anche
il cuore della ragazza aveva preso a farle le capriole nel petto, e lei si
stava lentamente riprendendo dalla malinconia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un’assurda
speranza le ridava le forze, le riportava un po’ di colore sulle guance.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ben
presto fu nuovamente in grado di rimanere seduta, e una sera finalmente decise di alzarsi a
vedere il tramonto, come era solita fare in passato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Fu
allora che vide la strana macchina voltante avvicinarsi alla terrazza in cui si
trovava. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Una
macchina sostenuta da un grande pallone colorato si dirigeva veloce proprio
verso di lei. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Spaventata
all’inizio, si tranquillizzò quando scorse da lontano la sagoma di un uomo. Il
cuore le diede un balzo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Possibile
che fosse proprio lui? Colui che aveva aspettato invano per tutto quel tempo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Anche
il Principe l’aveva scorta e dirigeva accuratamente la sua macchina verso la
terrazza. Alla fine, l’aver fatto tanti mestieri diversi gli era servito a
inventare quella strana cosa che lo faceva volare, come lo faceva volare la
speranza di incontrare finalmente colei a cui sapeva di essere destinato da
sempre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
furono abbastanza vicini da vedersi bene, ognuno dei due seppe di essere
finalmente arrivato a casa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
ebbero bisogno di parlare, e comunque erano tutti e due troppo emozionati per
riuscire a proferire parola. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Incantato,
lui le porse semplicemente una mano per aiutarla a salire a bordo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Estasiata,
lei prese quella mano, decisa a seguirlo ovunque senza voltarsi indietro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Così,
scomparvero verso il tramonto a bordo di quello strano velivolo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Finalmente
insieme.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
sogno impossibile si era avverato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-11535169269823138632017-12-23T12:18:00.000-08:002017-12-23T12:18:01.518-08:00Il sogno impossibile (prima parte)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/--CW1Sf6JUWo/Wj652aH8vJI/AAAAAAAAAho/PXPcoi2HWh4jIFKmkIuQIFwZMivTNSJ3QCLcBGAs/s1600/mongolfiera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="688" data-original-width="500" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/--CW1Sf6JUWo/Wj652aH8vJI/AAAAAAAAAho/PXPcoi2HWh4jIFKmkIuQIFwZMivTNSJ3QCLcBGAs/s320/mongolfiera.jpg" width="232" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il sogno
impossibile<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
giovane Principe non voleva sposarsi. Non con le fanciulle che il Re e la
Regina gli proponevano. Lui sapeva che non facevano per lui. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’aveva
sognata, la sposa che voleva, con i lunghi boccoli e gli immensi occhi color
del cielo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’aveva
vista assorta, immersa nella lettura. L’aveva vista ridere come una sorgente in
un giardino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
aveva che i suoi sogni, per confidare nella sua esistenza, ma per lui erano
abbastanza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Purtroppo,
non era lo stesso per il Re e la Regina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Tu
vivi di sogni,” gli dicevano “ma intanto il regno ha bisogno di un nuovo re e
di eredi!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alla
fine, non vedendo altro modo di seguire il suo cuore, il Principe partì da solo
nella notte, senza portare nulla con sé se non gli abiti che indossava.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Vagò
a lungo per regni diversi, vivendo di quel che trovava o che riusciva a
guadagnarsi con piccoli lavori umili qua e là. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quella
vita era difficile, per un giovane abituato come lui a ogni agio, ma quando
sognava la fanciulla si sentiva in pace, perché sapeva che il suo cuore non
mentiva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dall’altra
parte del mondo viveva, in effetti una fanciulla dai lunghi boccoli e dagli
immensi occhi color cielo. Una fanciulla che rifiutava tutti i pretendenti che
i suoi genitori le proponevano. Il suo cuore bramava un giovane che aveva visto
solo nei suoi sogni, un giovane alto, elegante e gentile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Invano
i genitori le avevano presentato tutti i giovani di bell’aspetto della società
civile, l’avevano condotta a teatro e alle feste, sperando di farle incontrare
finalmente il suo amato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alla
fine, non sapendo più che fare, avevano deciso di mandarla dallo zio, che
abitava in un regno lontano. Non sapevano più nemmeno loro se speravano in un
incontro fortunato, o se confidavano nel carattere deciso di quello zio per
indurre la giovane alla ragione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
fanciulla accettò di partire, certa che il suo cuore non mentisse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Lo
zio dapprincipio fu gentile e accompagnò la giovane a ogni festa e ogni ballo
del regno, presentandole tutti i giovani degli di lei per educazione e per
rango. Ma con il passare dei mesi, quando fu chiaro che nemmeno in quel regno
aveva trovato lo sposo che desiderava, ottenuto il permesso dei genitori passò
a maniere meno cerimoniose. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">In
sostanza, confinò la fanciulla in casa, dicendole che sarebbe uscita da lì solo
quando avesse acconsentito a sposare almeno uno degli innumerevoli giovani che
le erano stati presentati. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
giovane Principe, intanto, aveva perso ogni segno del suo lignaggio. I suoi
eleganti abiti si erano consumati da tempo e li aveva dovuti sostituire con
abiti più semplici. Lavorando, le sue mani si erano fatte forti e callose, non
certo le mani delicate da gentiluomo che aveva un tempo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Eppure
non si rassegnava a tornare al suo regno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ogni
volta che stava per tornare indietro, udiva per caso qualche voce parlare di
una fanciulla bellissima che lo spingeva ad andare a visitare un altro regno e
un altro ancora.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ormai
da molto tempo la fanciulla viveva chiusa nella casa dello zio. In quel regno,
ormai, nessuno parlava più della leggendaria bellezza della fanciulla venuta da
lontano, poiché tutti pensavano che fosse gravemente ammalata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Occupava
le giornate immersa nella lettura nella ben fornita biblioteca dello zio e al
tramonto, ogni sera, usciva sulla terrazza ad ammirare il tramonto. Iniziava a
nutrire seri dubbi di poter continuare così ancora a lungo. Ma ormai i giovani
che l’avrebbero presa in sposa in passato si tenevano alla larga e si erano
dimenticati di lei. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">(fine
prima parte)<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-41129330460569449732017-12-22T11:28:00.002-08:002017-12-22T11:28:32.563-08:00Oscar Cuoreduro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-X0NdQCyVZuY/Wj1cswUrszI/AAAAAAAAAhY/EXrI-lqKaWUctWZQ0uLHkroeUVai3gR5QCLcBGAs/s1600/lampione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="651" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-X0NdQCyVZuY/Wj1cswUrszI/AAAAAAAAAhY/EXrI-lqKaWUctWZQ0uLHkroeUVai3gR5QCLcBGAs/s320/lampione.jpg" width="231" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Oscar Cuoreduro<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
Mendicante camminava per le strade affollate della città, invisibile ai più. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Solo
i bambini lo guardavano pieni di curiosità, intuendo che quel vecchio dalla
barba bianca non era un uomo come gli altri. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Avevano
ragione, naturalmente. L’uomo era un potente mago, che aveva scelto il
travestimento più adatto per non essere visto da colui che doveva tenere d’occhio.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">E
di tutte le persone che non prestavano la minima attenzione ai mendicanti,
Orcar Cuoreduro era di certo il campione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
era una cattiva persona, almeno non come si intende di solito. Anzi, al lavoro
era molto apprezzato per la sua capacità di essere professionale e gelido,
senza mai prenderla “sul personale”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Per
Oscar, niente era abbastanza personale da meritare la sua attenzione. Non
faceva effettivamente del male a nessuno, ma la sua indifferenza a volte era
ugualmente dannosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Per
lui non solo i mendicanti erano invisibili, ma anche i bambini, gli animali,
specialmente se piccoli e in difficoltà, le donne per cui non aveva interesse,
che lui definiva “donnette”. Anche con gli uomini, non andava molto meglio.
Prestava attenzione solo a quelli più potenti di lui e che potevano in qualche
modo aiutarlo a fare carriera. Gli altri, tutti gli altri, erano solo “gente”
senza volto e senza nome, esseri inutili che gli intralciavano la strada. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
era mai, mai accaduto che Oscar Cuoreduro avesse un semplice gesto di
gentilezza per un suo simile. Non aveva mai ceduto il posto a sedere a qualcuno
sui mezzi pubblici, non aveva mai soccorso una persona colta da malore proprio
davanti a lui, non aveva mai tenuto una porta aperta per permettere a qualcuno
di passare. Non si era mai preso cura di niente e di nessuno. Se un cucciolo
abbandonato guaiva per la tristezza o il dolore proprio ai suoi piedi, lo
scavalcava indifferente e proseguiva per la sua strada. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
inevitabile che prima o poi un simile campione di indifferenza attirasse l’attenzione
del mondo magico, e il Mendicante lo stava seguendo proprio per quel motivo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
giunto il momento della resa dei conti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
strada in cui abitava Cuoreduro era graziosa, ma non molto frequentata a quell’ora
di sera. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
Mendicante lo aveva preceduto e lo attendeva seduto su una panchina, al freddo.
Al passaggio di Oscar, tese la mano, ma lui come sempre lo scansò come se non
lo avesse nemmeno visto e fece per allontanarsi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Solo
che le gambe smisero di obbedirgli e si trovò immobile accanto alla panchina.
Istintivamente, si voltò allora verso il Mendicante per chiedere aiuto, ma
nemmeno la voce rispondeva più ai suoi comandi. Oscar abbassò lo sguardo, e si
accorse di essere diventato un lampione, in tutto e per tutto simile agli altri
che illuminavano la via. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Solo
allora, il Mendicante gli parlò: “Ora prenderai un po’ della tua stessa
medicina, caro mio.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Oscar
cercava disperatamente di chiedergli aiuto con lo sguardo, ma il mago se ne
andò senza voltarsi indietro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Da
quel giorno, Oscar ebbe l’occasione di capire che cosa si prova, quando tutti
ti trattano con indifferenza. Gli unici che gli prestavano un po’ di
attenzione, ormai, erano i cani che lo annusavano brevemente prima di alzare la
zampetta. A volte qualcuno si appoggiava a lui per riprendere fiato, ma poi se
ne andava senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Di notte, Oscar illuminava la
strada per i passanti, ma nessuno lo ringraziava o si preoccupava per lui. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Stagione
dopo stagione, Oscar imparò a prestare attenzione agli altri, per non morire di
solitudine e di noia. Costretto finalmente a osservare i suoi simili, prese ad
affezionarsi a quelli che vedeva più spesso. Persino i cani, adesso, gli erano
simpatici e i gatti che a volte si strofinavano contro di lui gli facevano
quasi piacere, con le loro pellicce morbide. Imparò a sopportare pazientemente
i piccioni appollaiati sulla sua testa e ad assistere alle lunghe notti inquiete
dei mendicanti che a volte trascorrevano la notte sulla panchina accanto a lui,
cercando di difendersi come potevano dal freddo e dall’umidità della notte. Imparò a conoscere le persone che
frequentavano quella via, sentendosi sempre più partecipe delle loro gioie e
dei loro dolori. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Una
notte, quando iniziò a piovere sull’ennesimo mendicante che cercava di dormire
sulla panchina, preso da compassione afferrò un ombrello dimenticato da chissà
chi, e lo aprì per proteggere il poveretto dalla pioggia. Quando il Mendicante
lo guardò e lo ringraziò, Oscar finalmente lo riconobbe. In quell’istante tornò
a essere un uomo, o forse iniziò allora per la prima volta a essere un uomo,
chissà. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quello
che è certo, è che da allora Oscar fu una persona davvero per bene. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-4172553018931944302017-12-21T12:47:00.001-08:002017-12-21T12:47:23.249-08:00Gugliabianca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-3dBy9elyn1I/WjwdlBOByEI/AAAAAAAAAhI/ovoI-xOqdlYE79n-QWjDyhEv_COswuoBgCLcBGAs/s1600/gnomo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="372" data-original-width="564" height="211" src="https://4.bp.blogspot.com/-3dBy9elyn1I/WjwdlBOByEI/AAAAAAAAAhI/ovoI-xOqdlYE79n-QWjDyhEv_COswuoBgCLcBGAs/s320/gnomo.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="_3x-2" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<div data-ft="{"tn":"H"}" style="font-family: inherit;">
<div class="mtm" style="font-family: inherit; margin-top: 10px;">
<div style="font-family: inherit;">
<div style="font-family: inherit;">
<div class="_5inf" style="background-color: white; font-family: inherit; overflow: hidden; position: relative; z-index: 2;">
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<br />
<div class="_5pbx userContent _3576" data-ft="{"tn":"K"}" id="js_a6h" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.38; margin-top: 6px; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
<div class="_5pbx userContent _3576" data-ft="{"tn":"K"}" id="js_a6h" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.38; margin-top: 6px; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
<div class="_5pbx userContent _3576" data-ft="{"tn":"K"}" id="js_a6h" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; line-height: 1.38; margin-top: 6px; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gugliabianca<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
villaggio di Gugliabianca era stato un luogo pacifico e felice, prima dell’arrivo
delle Ombre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
poi, non più. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nessuno
sapeva da dove venivano e in molti non riuscivano nemmeno a vederle, tanto si
muovevano silenziose evitando accuratamente ogni zona di luce. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Strisciavano
negli angoli bui, nelle pieghe nascoste delle anime dove nessuno arriva a
guardare. Si acquattavano nei boschi d’inverno, quando la luce del giorno era
breve, e lunghe le notti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
Ombre avevano iniziato a manifestarsi in piccole cose. Persone che erano sempre
andate d’accordo iniziavano a litigare. Chi aveva sempre lasciato l’uscio di
casa aperto, adesso lo sprangava, pieno di diffidenza. L’avidità e la paura
avevano preso il posto della gentilezza e della fiducia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gli
abitanti del villaggio non riuscivano a rendersi conto di quello che stava
succedendo e si incolpavano gli uni con gli altri di quel cambiamento, ma la Foresta,
che tutto vedeva, aveva capito e cercava a suo modo di lanciare l’allarme. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
un uomo colpito dalle Ombre toccava un fungo, un frutto o un albero, questi
avvizzivano immediatamente, tornando in salute solo quando gli uomini corrotti
si erano allontanati. All’inizio, le donne e i bambini riuscivano ancora a
raccogliere qualcosa, ma all’avvicinarsi del solstizio, con le giornate sempre
più brevi, l’intero villaggio era stato colpito dalla maledizione delle Ombre e
ovunque c’erano oscurità, disperazione e fame. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Fu
per una felice combinazione che il giovane gnomo Hans passò proprio in quel
periodo per la Foresta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
in viaggio per raggiungere certi suoi parenti alla lontana, con i quali avrebbe
trascorso l’intero inverno a scopo di istruzione. Quei parenti infatti erano
abili nella Cura delle Foreste e Hans voleva imparare da loro, per poi tornare
a casa e curare quello strano male stava colpendo le foreste della sua gente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dunque
quel giorno attraversava la Foresta e si stupiva di trovare anche lì i segni a
cui era abituato: alberi che sembravano avvizziti, funghi rinsecchiti, animali
silenziosi e diffidenti, ben nascosti nelle loro tane. Mentre si guardava attentamente intorno, Hans
scorse appena l’accenno di un’Ombra che non era stata abbastanza veloce da evitare
il bagliore del campanello d’argento che ornava il cappellino a cono dello gnomo.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Una
volta individuata l’Ombra, Hans decise di seguirla. Nascose il campanello per
evitare ogni rumore e si mise alle calcagna dell’Ombra che, credendosi non
vista, scivolava verso il villaggio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Qui
tutte le porte erano sprangate e nessuno voleva dare accoglienza al forestiero
dal buffo cappello, ma origliando un po’ qui e un po’ là Hans riuscì a farsi un’idea
abbastanza precisa di quello che stava succedendo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Per
fortuna, un po’ di istruzione in materia di Ombre l‘aveva anche lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sapeva
esattamente che cosa fare e quella era proprio la notte giusta, poiché sarebbe
stata la notte più lunga dell’anno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Fischiettando
andò a cercare un bell’albero, che portò proprio al centro del villaggio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Già
gli abitanti del villaggio socchiudevano gli usci, incuriositi dal fatto che
quell’albero non era avvizzito. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Poi
Hans iniziò a decorare l’albero con mele succulente, noci colorate d’oro,
funghi carnosi, candele accese e ogni sorta di oggetti luccicanti e brillanti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un
po’ per curiosità, un po’ per fame, tutto il villaggio si fece intorno all’albero,
mentre le Ombre infastidite da tutto quel luccicare si tenevano in disparte. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
tutti si furono riuniti, Hans iniziò dolcemente a cantare una canzone magica
degli Avi. Aveva una voce limpida e ben presto alcuni iniziarono timidamente a
seguire il ritmo con i piedi e poi a cantare sottovoce. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ora,
se c’è una cosa che le Ombre odiano quasi quanto la luce, quella è il canto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Appena
vedeva che una persona era stata liberata dalle Ombre, Hans continuando a
cantare lanciava lesto qualcosa da mangiare. Le persone mangiavano e poi
riprendevano a cantare con più convinzione. L’alba li trovò così, intenti a
cantare intorno all’albero luminoso. La
notte più lunga dell’anno era trascorsa e l’incantesimo delle Ombre era
spezzato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Da
quel giorno, la luce avrebbe preso a crescere sempre di più. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ringraziato
e colmato di doni da tutto il villaggio, Hans si rimise in cammino per tornare
a casa. Aveva imparato ciò di cui aveva bisogno e ora doveva riportare la luce
anche nella sua foresta. <o:p></o:p></span></div>
</div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-23258626207147152632017-12-19T12:54:00.002-08:002017-12-19T12:54:40.138-08:00La tata perfetta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-bERXggZM4Sg/Wjl8PyPUViI/AAAAAAAAAg4/jcW0u8Ug-akN8EunAWnDmQPz5KM9pmI_wCLcBGAs/s1600/marypoppins.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="566" data-original-width="400" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-bERXggZM4Sg/Wjl8PyPUViI/AAAAAAAAAg4/jcW0u8Ug-akN8EunAWnDmQPz5KM9pmI_wCLcBGAs/s400/marypoppins.jpg" width="282" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Fiaba per oggi</i><br />
<br />
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La tata perfetta<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alice
guardava dalla finestra l’oscurità che scendeva tra le case. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
era tardi, ma d’inverno la luce scompariva presto. I bambini si stavano
azzuffando in salotto. Ancora. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
quarta tata della sua vita l’aveva lasciata in un mare di guai per l’indomani,
lunedì. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Maria,
la sua bimba più piccola, aveva ancora qualche linea di febbre e non avrebbe
potuto andare all’asilo, ma lei non poteva con la stessa facilità evitare di
andare al lavoro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Con
l’epidemia di influenza che aveva colpito Maria e poi la tata, era solo
questione di tempo prima che si ammalassero anche gli altri due. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sbirciò
in salotto, adesso anche i due figli più grandi, Giulio e Sofia, si erano messi
tranquilli a guardare un cartone animato. Avevano finito i compiti?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alice
si ripromise di controllare più tardi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Doveva
assolutamente trovare una soluzione per l’indomani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sobbalzò,
quando suonò il campanello. Non aspettava nessuno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
ragazza alla porta le sorrise cordialmente e si accomodò all’interno senza
essere invitata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Allora, direi che ci conviene iniziare subito a prendere confidenza. Dov’è la
piccola ammalata? Io sono Mary - disse guardandosi intorno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Alice
cercò di fermala: – No, guardi, io non ho chiamato nessuno…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Ma certo! - La ragazza si fermò e la guardò attentamente. – Non è lei la mamma
di Maria, la piccola con l’influenza?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Sì, ma…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
serviva ribattere. La ragazza si era già messa accanto a Maria, e le toccava la
fronte con aria esperta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Sì, ancora qualche lineetta di febbre, ma starà bene in due o tre giorni al
massimo – decretò Mary con una sicurezza confortante passando in salotto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
E voi siete Giulio e Sofia, dico bene?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">I
bambini annuirono diffidenti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mary
sembrò non notarlo e spense il televisore. Incredibilmente non ci fu il solito
coro di proteste.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mentre
Alice si convinceva che la tata ammalata doveva aver mandato una sostituta,
iniziò a preparare un tè. Poteva funzionare. Se era una persona fidata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
arrivò in salotto con la teiera, i bambini erano seduti al tavolo a fare i
compiti e tutti i giocattoli che solo dieci minuti prima ingombravano la stanza
erano ben riposti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nei
mesi seguenti, Alice dovette stupirsi molte altre volte dell’efficienza di
Mary. Non solo non si ammalava mai ed era sempre puntuale, ma i bambini l’adoravano
e tutto filava liscio e senza intoppi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
Alice lavorava, era tranquilla, sapendo che i suoi bambini erano in ottime
mani. Quando era a casa, trovava che Mary aveva sistemato infinite piccole cose
in sua assenza, così anche la vita domestica scorreva più serena.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mary
sembrava sapere sempre alla perfezione di che cosa c’era bisogno e intuire le
necessità di ognuno senza nemmeno il bisogno di parlarne. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Esattamente
un anno dopo, Alice guardava l’oscurità scendere sulla città e si stupiva di
quanto la sua vita e quella dei suoi bambini fosse cambiata in così poco tempo.
Adesso annuiva comprensiva e si sentiva un po’ in colpa, quando le colleghe al
lavoro si lamentavano della difficoltà con le tate e i bambini. Appoggiando la
fronte al vetro appannato, si scoprì a pensare “Tutti dovrebbero avere una Mary!”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Forse
fu solo un’impressione, ma le sembrò che una stella brillasse per un attimo più
intensa nel crepuscolo, come a farle l’occhiolino. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Poi
vide delle figure confuse che sembravano scendere dal cielo. L’impressione era
che planassero sorrette da ombrelli aperti, ma erano molto lontane e si stava
alzando una densa nebbia. Dopo poco, non si vedeva più nulla. <o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-75867817622812263582017-12-19T08:04:00.000-08:002017-12-19T08:04:04.202-08:00Calendimaggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-ZldkZCt2SVg/Wjk32m84z9I/AAAAAAAAAgo/owBm9pchNkAIdSoXBUE3s_S-FFk1Y4LZgCLcBGAs/s1600/fate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="729" data-original-width="553" height="640" src="https://2.bp.blogspot.com/-ZldkZCt2SVg/Wjk32m84z9I/AAAAAAAAAgo/owBm9pchNkAIdSoXBUE3s_S-FFk1Y4LZgCLcBGAs/s640/fate.jpg" width="484" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Buongiorno!</i><br />
<i>Ho perso un po' il filo, mentre le commissioni per Natale si accavallano, ma questa era la fiaba di ieri.</i><br />
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Calendimaggio<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
un tempo, quello, in cui le persone avevano dimenticato da un pezzo le vecchie
tradizioni, isolandosi sempre di più nelle proprie case. Così, quando un gruppo
di coraggiosi decise di riprendere a celebrare la festa di Calendimaggio, le
fate del bosco rizzarono immediatamente le orecchie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
proprio ora di fare qualcosa di diverso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
grande ontano del paese fu ornato di nastri colorati e altri furono lasciati
pendere dai rami, in modo che le giovani coppie potessero, danzando,
intrecciarli. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Furono
preparati i giochi tradizionali e bicchieri,
piatti e cesti di fiori furono disposti su grandi tavole all’ombra del
maggiociondolo, i cui fiori gialli erano già una promessa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mentre
la primavera esplodeva con i suoi fiori profumati, le fate si preparavano a
fare la loro parte, come da tradizione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Per
Isabella, la più giovane del gruppo, quella era la prima occasione di vedere da
vicino gli umani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Travestita
come le altre da fanciulla e con un cestino pieno di fiori di stagione al
braccio, iniziò a bussare alle porte delle case, cantando insieme alle altre
fate antiche canzoni beneauguranti e ricevendo in cambio dolcetti, vino,
qualche torta salata o pietanza da portare al banchetto in piazza, a cui erano
tutti invitati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Isabella,
in particolare, era così bella, rosea e gentile che nessuno le diceva di no e
tutti accettarono volentieri di partecipare alla festa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nel
pomeriggio, tutte le case erano ornate di fiori e le grandi tavole sotto il
maggiociondolo si erano riempite di succulente vivande. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">C’era
tutto il paese, in piazza. I ricchi e i poveri, i giovani e i vecchi. C’erano
musica, buone bevande, buon cibo e l’aria dolce della primavera.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
fate aprirono le danze intorno all’ontano con un aggraziato girotondo e poi,
quando la festa raggiunse il culmine, si allontanarono silenziose. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Liberate
finalmente le ali, tornarono in volo nella case vuote, lasciando in ognuna doni
invisibili. Isabella non era abituata alle sofferenze degli uomini e chiedeva
continuamente il permesso di fare di più, di lasciare altri doni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Non
possiamo,” la redarguiva dolcemente la decana delle fate. “Non ci è concesso
esaudire tutti i loro desideri. Possiamo dar loro ciò di cui hanno bisogno, nulla di più e nulla di
meno. I cuori degli uomini desiderano tante cose e, come ti accorgerai, appena
ne hanno una ne vogliono subito un’altra.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
fate si muovevano veloci lasciando qui, dove viveva una persona troppo triste,
un po’ di allegria, <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">là,
dove c’erano pene d’amore, un po’ di comprensione. In alcune abitazioni
lasciarono solo un po’ di buonsenso, in altre che ne avevano proprio bisogno
qualche magia per la prosperità o la salute.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
aver benedetto ogni casa del paese, nascoste nuovamente le ali, le fate tornarono
alla festa e danzarono insieme ai paesani fino alle prime luci dell’alba.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Tornando
nel bosco, erano tutte un po’ stanche, ma alla decana, che era sempre attenta,
non poteva sfuggire nulla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Che
cosa hai combinato, Isabella?” chiese infine vedendo che la giovane fata continuava
a sorridere tra sé come se custodisse un segreto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Non
ho combinato proprio nulla,” si difese Isabella con il più soave dei sorrisi.
“Solo, ho deciso di lasciare qualche briciola di un dono tutto mio.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"> “Ovvero?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Il
sospetto che noi esistiamo davvero” ammise candidamente Isabella. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
decana voltò il viso, per non fa vedere che stava sorridendo anche lei. Quella
giovane fata le avrebbe dato del filo da torcere, questo era sicuro. <o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-9164507665887860772017-12-16T12:03:00.001-08:002017-12-16T12:03:38.217-08:00La stanza buia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-MaaOcRDuOVQ/WjV7hqb2JWI/AAAAAAAAAgU/Z5PRHGjOwQ4u-a5dGis8dp1JvWN8qFfHQCEwYBhgL/s1600/stella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="236" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-MaaOcRDuOVQ/WjV7hqb2JWI/AAAAAAAAAgU/Z5PRHGjOwQ4u-a5dGis8dp1JvWN8qFfHQCEwYBhgL/s320/stella.jpg" width="213" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Bellissima fiaba di Federica Rossi di Inchiostro Rosa</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
stanza buia <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
l'incidente Felicia aveva perso tutta la sua voglia di vivere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
era rimasto nulla di quella ragazzina che sprizzava gioia ed energia, che
stregava tutti con il suo fascino discreto e la sua pronta generosità. Adesso i
suoi occhi erano fissi sul muro bianco, le braccia distese lungo il corpo e le
sue gambe immobili sotto le lenzuola. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
medico le aveva dato speranze di miglioramento ma Felicia non riusciva a
trovare la forza ed invece che lottare si era chiusa in se stessa. Mamma le
teneva compagna ogni sera e le raccontava storie di principesse coraggiose che
sfidavano le loro paure, storie di disavventure che prendevano all'improvviso
la giusta direzione, ma nulla serviva a stimolare la piccola Felicia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un
giorno la giovane ebbe una crisi fortissima, piangeva e urlava e chiese che
tutta la sua stanza fosse dipinta di nero. Nero come il suo umore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Felicia
fu spostata allora in salotto e dopo qualche giorno di lavoro rientrò nella sua
camera completamente dipinta di scuro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
E quella stella? - chiese la ragazza al padre, guardando un punto luminoso sul
soffitto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Quella stella luminosa sei tu, amore mio. Adesso vedi tutto buio nella tua vita
ma sono sicuro che in te quella stella esiste ancora ed ogni volta che farai un
passo verso la tua rinascita dipingeremo una nuova stella in questo cielo nero.
-<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Felicia
rimase molto colpita da queste parole ma non rispose nulla e si fece rimettere
a letto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quella
notte, nel buio della sua stanza Felicia mirò a lungo quella stella e ripensò a
tutti i suoi progetti. Ripensò alle sue lunghe passeggiate con le amiche e le
corse in bicicletta e poi le tornò alla mente l'incidente...quella macchina
rossa che aveva mancato lo stop. Il colpo forte e poi il risveglio in ospedale.
Una calda lacrima le scese sulla gota. Ma poi ricordò le parole del medico...'
È solo una questione di volontà, Felicia, tu puoi tornare a camminare ma devi
volerlo fortemente e devi lavorare per riconquistare la tua indipendenza '.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sorrise
e per la prima volta dormì serena.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
giorno seguente chiamò a squarciagola il papà che arrivò di corsa per la
preoccupazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Papà caro, aiutami, devo cominciare a fare i miei esercizi! - gli disse con
energia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L'uomo
trattenne il pianto e la strinse forte al petto poi si prese cura di lei. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quella
sera dipinsero una nuova stella. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">E
stella dopo stella, la vita tornò a splendere per Felicia e per la sua
famiglia...<o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-36147168950920363772017-12-16T11:58:00.000-08:002017-12-16T11:58:09.223-08:00La regina di ghiaccio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/--1B1O0m18Tc/WjV6q93XUqI/AAAAAAAAAgM/u4Ys4r8GXRgilFcCRwfSiihVxEq7O_rRACLcBGAs/s1600/photo-1-winter-snow-on-camellia-high-res.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="800" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/--1B1O0m18Tc/WjV6q93XUqI/AAAAAAAAAgM/u4Ys4r8GXRgilFcCRwfSiihVxEq7O_rRACLcBGAs/s320/photo-1-winter-snow-on-camellia-high-res.jpg" width="213" /></a></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La regina del
ghiaccio<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Vashti
aveva sempre amato le superfici lisce del ghiaccio. Erano la sua casa. il suo
conforto. Dove altri percepivano il gelo, lei percepiva una sorta di calore, un
senso di ordine. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
ghiaccio era prevedibile, lucente, impenetrabile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Da
molti anni ormai era la regina di quel regno gelato e si trovava perfettamente
a suo agio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">C’erano
poche cose da fare, in poche stagioni dell’anno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Durante
la brevissima estate, si ammassavano le provviste sufficienti per il resto dell’anno
e si riparavano le crepe prodotte nel ghiaccio dal calore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nel
pieno dell’inverno, c’era la Grande Festa del freddo, con lunghi preparativi e
sculture di neve.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Per
i mesi rimanenti, il suo regno era tranquillo e immobile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Vashti
non immaginava che la corsa alla ricchezza dei “popoli bassi”, come venivano
chiamati coloro che non vivevano sulle cime ghiacciate, avrebbe ben presto
minacciato il suo regno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">I
primi segnali di un cambiamento preoccupante furono semplicemente estati più
lunghe. Poi nevicate sempre meno abbondanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Infine,
quando i fiori iniziarono a spuntare sul pavimento del suo palazzo di ghiaccio,
la regina capì che qualcosa stava cambiando, ma ancora si ostinava a pensare
che quei cambiamenti non fossero destinati a durare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Infine
arrivò l’ermellino, riferendole che la sua pelliccia aveva smesso di mutare
colore. Rimaneva sempre bruna, il colore della livrea estiva, e non diventava
più bianca come la neve durante l’inverno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">A
quel punto anche Vashti dovette ammettere che la neve non cadeva quasi più. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
regno, che un tempo era stato così tranquillo, diventò un viavai affaccendato
di animali che in passato si erano tenuti ben lontani da quelle terre. C’erano
branchi di lupi, tassi, volpi, scoiattoli, conigli selvatici... <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sconvolta
da quella confusione che segnava la fine del mondo che aveva sempre conosciuto,
la regina si distese sul grandissimo letto di ghiaccio a baldacchino e decise
di addormentarsi per sempre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
il baldacchino che si scioglieva per il calore le gocciolava sul viso e ben
presto dovette rialzarsi a sedere, sempre più irritata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Proprio
in quel momento il pesantissimo baldacchino quasi sciolto le collassò addosso,
colpendola pesantemente alla testa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nessuna
sa per quanto tempo la regina rimase svenuta. Al suo risveglio, però, non
ricordava più nulla. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Né
il ghiaccio, né la neve. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ammirava
stupita i colori dei fiori e ne annusava estasiata il profumo. Mangiava di buon
appetito i frutti dolcissimi che ora avevano preso a crescere anche in quelle
terre. Accarezzava il manto dell’ermellino beandosi della sua morbidezza, senza
ricordare più che era del colore sbagliato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Così,
la regina dei ghiacci divenne semplicemente la regina delle terre del nord,
senza drammi o sofferenze. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Adesso,
il mondo che conosceva era esattamente quello che aveva a disposizione. E lei
era felice.<o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-55023655625203145552017-12-16T11:55:00.004-08:002017-12-16T11:55:59.132-08:00La principessa Fidesia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-6MzI33VsRvA/WjV5nVxF79I/AAAAAAAAAgE/BUjWPXIzY1gzTCD2OwMsZg_secCFvTl9wCLcBGAs/s1600/principessa%2BFidesia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="441" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-6MzI33VsRvA/WjV5nVxF79I/AAAAAAAAAgE/BUjWPXIzY1gzTCD2OwMsZg_secCFvTl9wCLcBGAs/s400/principessa%2BFidesia.jpg" width="251" /></a></div>
<br />
<span style="color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;"><i>Ieri ho "fatto forca". Stavo pensando seriamente di lasciar perdere questa disfida. </i></span></span><br />
<span style="color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;"><i>E poi ho trovato sulla pagina questa fiaba di Saverio Petrini...</i></span></span><br />
<span style="color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;"><i><br /></i></span></span>
<span style="color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif;"><span style="background-color: white; font-size: 14px;"><i> </i></span></span>Saverio Petrini a La Disfida delle Fiabe 2017<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ho scritto questa fiaba Natalizia ispirato da un'amica che è
rimasta bloccata dal "colpo della strega" ...<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b>La principessa Fidesia</b><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La principessa Fidesia del Clan dei Rubrum, come tutte le
principesse delle fiabe, era davvero bellissima, così bella che quando era nata
una fatina per festeggiare le aveva intrecciato dei rubini nei capelli ed aveva
ricamato la sua pelle con i colori delle foglie d’acero d’autunno; viveva nei
suoi appartamenti reali al riparo delle mura fortificate della sua città,
trascorreva le sue giornate dipingendo, camminando lungo i viali alberati della
cerchia muraria, scrivendo fiabe e poesie, prendendosi cura dei bambini del
Clan e di Milù, la sua fida canina da guardia, perché Milù amava farsi
coccolare e vezzeggiare ma era in realtà lei a proteggere la sua Principessa,
soprattutto leggendo i cuori dei Cavalieri che le si avvicinavano.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Fino ad allora infatti il cuore della Principessa era
appartenuto a due Principi, il primo: il cavaliere Nero, aveva gli occhi
verdissimi, ed era così bello che trascorreva i giorni ad ammirarsi allo
specchio, sulle superfici d’acqua ed in tutto ciò che rifletteva la sua
immagine; aveva trascorso così tanto tempo a guardare se stesso che un giorno
quando Fidesia gli chiese di specchiarsi, almeno una volta, nei suoi occhi, lui
non riuscì più a vederla, il Cavaliere Nero potè sentire solo la voce di lei, i
suoi occhi si erano infatti così abituati a rimirare se stessi che non
riuscivano più a vedere nient’altro; lui imprecò quel giorno, e per molti
giorni ancora continuò ad incolpare Fidesia di essere sparita, di non volersi
fare vedere da lui, fino a quando la Principessa se ne andò, intristita, mentre
ancora una volta lui cercava di abbracciare l’immagine riflessa di se stesso.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il secondo Cavaliere invece si chiamava Rublo, era un
brav’uomo ma con una fissazione per tutto ciò che era quadrato e tondo, tutto
secondo lui poteva avere solo una delle due forme, viveva in una bellissima
casa quadrata, aveva una bellissima carrozza tonda, anche il suo letto era
quadrato mentre la vasca in cui faceva il bagno era tonda, le sedie della sua
casa erano tutte quadrate e tutto tra loro due scorreva abbastanza bene,
proprio come l’acqua in un fiume quadrato, fino a quando però il Cavaliere
decise che anche Fidesia doveva decidersi a diventare o una Principessa
Quadrata o una Principessa Tonda. A questa richiesta Fidesia rimase alquanto
stupefatta, mai aveva sentito infatti che le Principesse delle Fiabe fossero
quadrate o tonde, ed inoltre come sarebbero dovuti diventare i suoi capelli
quadrati o tondi anche loro? E i rubini nei capelli? Se fossero diventati
quadrati o tondi non sarebbero stati più rubini!!! E le sfumature dei ricami
sulla sua pelle? Se fossero diventati solo due figure geometriche non sarebbero
più stati né ricami né sfumature!!!… Mentre la Principessa chiedeva un po' di
tempo per trovare risposta a tutte queste domande il Cavaliere Rublo se ne andò
al galoppo alla ricerca di una fanciulla quadrata e tonda, proprio come lui.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Entrambi i cavalieri l’avevano rimproverata di qualcosa, di
essere scomparsa oppure di essere diversa da una figura rotonda o squadrata, in
entrambi i casi il risultato era stato quasi lo stesso: era diventata
invisibile proprio agli occhi dei suoi due Principi; per tutto questo lei
stessa si era incolpata e, un po' per punirsi un po' per stanchezza smise di
bere; le sue labbra avevano così sete che agli angoli della sua bocca si erano
formate alcune piccole rughe, anche solo per sfiorarle però tutti i cavalieri
del Regno avrebbero ancora dato ciò che di più prezioso possedevano: il proprio
destriero, il proprio castello, la propria spada.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Il Natale si avvicinava e Fidesia continuava a dipingere,
dipingeva soprattutto piste d’atterraggio e continuava a scrivere poesie e
storie su un Principe Alato che sarebbe riuscito a riconoscere le luci del suo
cuore e a posarvisi sopra, come fa la farfalla quando si posa sul suo fiore,
con le ali che si fermano il tempo di due battiti, proprio il tempo in cui due
cuori si guardano e si riconoscono.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Le giornate trascorrevano lente e la notte di Natale la fida
Milù iniziò ad ululare alla Luna crescente, ululò così tanto che la Luna si
voltò a guardare dentro la stanza dove Fidesia riposava, la luce bianca entrava
nella stanza così silenziosamente che la Principessa continuava a dormire ed
intanto le accarezzava la schiena indolenzita per il troppo stare ricurva sui
fogli a scrivere e a dipingere.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
La luce la illuminava completamente adesso, ed i suoi
capelli diventavano del colore acceso del fuoco e nei ricami della pelle si
accendevano piccole Rune splendenti che proiettavano sui muri delle frasi che
si scomponevano e si ricomponevano in migliaia di combinazioni come mille fiori
che si aprono e si chiudono cambiando ogni volta colore; formule magiche che
solo la fida Milù sapeva cantare; nella luce abbagliante di quella stanza
infatti, sembrava che una fatina minuta stesse cantando alla Luna di quel
Natale, un canto così luminoso e così bello che un Cavaliere Alato non potè non
udirlo e incantato da quelle canzoni magiche iniziò a volare di due battiti in
due battiti, in direzione di un puntino luminoso in cui la Principessa, sotto
lo sguardo attento della sua fatina, dormiva.<o:p></o:p></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-43736194883332766082017-12-14T13:36:00.002-08:002017-12-14T13:36:43.462-08:00Il nonno e le stelle<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-Cg_YZIGPCFk/WjLuiQFtQSI/AAAAAAAAAf0/EuIdFHWEK20VUnM3GInixSRwi95EmKfGwCLcBGAs/s1600/nonno%2Be%2Bstelle.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="480" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-Cg_YZIGPCFk/WjLuiQFtQSI/AAAAAAAAAf0/EuIdFHWEK20VUnM3GInixSRwi95EmKfGwCLcBGAs/s320/nonno%2Be%2Bstelle.jpg" width="256" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>La mia fiaba per oggi.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
nonno e le stelle<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">A
Claudette il nonno era sempre sembrato un po’ burbero, anche se pensava che,
chiamandosi lui Claude, fra loro dovesse esserci un legame speciale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
nonno, serio e di poche parole, spariva per intere giornate in montagna, per
tornare a sera con le gambe stanche e il volto arrossato dal sole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Dove
sei stato tutto il giorno?” voleva sapere Claudette incuriosita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“A
parlare con le stelle” diceva lui allungando le gambe sul tavolino davanti al
divano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Così,
quel giorno, si era un po’ preoccupata quando il nonno si era messo a
osservarla con aria critica e infine aveva detto: “Ti sei fatta grande. È ora
che impari a parlare con le stelle anche tu.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’aveva
portata nel negozio del suo amico Pierre, dove le aveva comprato dei vestiti
adatti, dei calzettoni pesanti e un paio di scarponicini da montagna con una
stella alpina ricamata sul fianco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Domani
ci si sveglia presto!” le aveva detto contento riportandola a casa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Claudette
quasi non aveva chiuso occhio per l’attesa, e quando il nonno l’aveva svegliata
molto prima dell’alba, non aveva fiatato e si era vestita di buon grado.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
mamma in cucina le aveva già preparato il latte caldo per la colazione e un
piccolo zaino con la borraccia piena d’acqua, il pranzo al sacco, la giacca
impermeabile. Sembrava un po’ emozionata anche lei. “Il nonno ha portato anche
te, a parlare con le stelle?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Certo,
piccola. Molte volte. Vedrai, sarà un’esperienza che ricorderai.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Si
incamminarono nel silenzio della notte, solo Claudette e il nonno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
ebbero superato le ultime case del villaggio e si furono addentrati nella
foresta, il nonno prese a fischiettare di buonumore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Claudette
non vedeva molto, dato che era ancora buio pesto, ma i passi sicuri del nonno
la guidavano sullo stretto sentiero che saliva e saliva. Lì, in montagna, il
nonno si muoveva agile e veloce come un ragazzo. Era talmente a suo agio che
Claudette si sentiva lei anche perfettamente al sicuro e protetta anche in mezzo alle ombre fitte proiettate
dagli alberi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ben
presto, gli alberi si fecero più radi, rivelando le cime delle montagne
innevate illuminate dalla luna. Approfittando di una breve pausa, la ragazzina
sollevò lo sguardo e improvvisamente capì il significato dell’espressione “parlare
con le stelle”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sopra
di loro e intorno a loro il cielo si spalancava in tutte le direzioni, popolato
da fittissime stelle brillanti e così vicine che sembrava di poterle toccare
con la mano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Manca
ancora poco” le disse il nonno beandosi di quello stupore. E iniziò a
raccontarle le storie di quelle montagne, le leggende segrete tramandate di
bocca in bocca. Claudette non l’aveva mai sentito pronunciare tante parole
tutte insieme e proseguiva felice seguendo il sentiero, che terminava in un
grande pianoro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Erano
arrivati al culmine di una montagna abbastanza piccola, ma dalla cima
pianeggiante coperta dalla bassa erba d’alta quota. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Claudette
spalanco le braccia e con la testa rovesciata all’indietro iniziò a girare su
se stessa, gli occhi fissi a quel cielo meraviglioso. Le sembrava quasi che il
mondo si fosse rovesciato, e che da un momento all’altro avrebbe potuto cadere in quel cielo immenso e
stellato, che già iniziava lentamente a scolorare a est. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
fu stanca di quel gioco, sedettero sull’erba a riposare e consumare una
sostanziosa colazione. Il nonno la incoraggiò anche a mangiare un bel pezzo di
cioccolato, mentre osservavano l’alba e le stelle che sparivano pian piano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Allora,
piccola Claudette, hai sentito parlare le stelle?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Eccome!”
rispose la ragazzina, comprendendo per la prima volta che cosa voleva davvero
dire sentirsi al settimo cielo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">E
non dimenticò mai, mai per tutta la vita, il giorno in cui il nonno le aveva
insegnato a parlare con le stelle. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><i>Buonanotte. Buone fiabe.</i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><i><br /></i></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-77673988495726526042017-12-14T13:34:00.000-08:002017-12-14T13:34:05.078-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-Fyd4mGpXb80/WjLuBpSjhyI/AAAAAAAAAfs/B7d2y9gq5NAfQM4nzxUJQI4M49MSFff5wCLcBGAs/s1600/ragazzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1033" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-Fyd4mGpXb80/WjLuBpSjhyI/AAAAAAAAAfs/B7d2y9gq5NAfQM4nzxUJQI4M49MSFff5wCLcBGAs/s320/ragazzo.jpg" width="206" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px;">
<i>Bellissima favola che condivido con il permesso di Dora Millaci</i></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px;">
<i><br /></i></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<b>Una semplice storia di Natale – favola</b></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Nella piccola cittadina di Higen, si conoscevano tutti e qui, le notizie correvano più veloci della luce.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Nonostante fosse dicembre, l’anziano signor Teobert amava stare seduto all’esterno dell’unico bar del paese e osservava l’andirivieni dei passanti. Faceva finta di niente, sbuffando con la sua enorme pipa ma nulla gli sfuggiva.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Così, quando il piccolo Jakob cadde nelle gelide acque del lago per aiutare il suo amatissimo cane, fu il primo a saperlo. La notizia si sparse a macchia d’olio.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Purtroppo, a causa delle basse temperature, si ammalò.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
“Sarà solo un po’ di raffreddore” esclamò un’anziana signora “Quel ragazzo ha una costituzione troppo delicata. E’ sempre pallido, magrolino; mangerà poco”.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
“Povera donna sua madre” continuò un’altra che si reggeva a malapena aggrappata a un bastone “Quel disgraziato del marito, l’ha abbandonata quando era incinta e adesso è costretta ad ammazzarsi di lavoro. E’ a servizio dalla signora Lienhard, quella vecchia megera”.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Passarono i giorni e il ragazzo non migliorava, anzi erano comparsi nuovi sintomi.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Il medico del paese lo andò nuovamente a visitare “Qui serve uno specialista” disse alla giovane madre.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
“Come faccio!” esclamò disperata portandosi le mani al volto “Sa bene che non ho i soldi per pagarlo. Non me lo posso permettere”.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
L’uomo scosse il capo e sospirando, posò una mano sulla spalla della donna “Vedrà che in qualche modo faremo”.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Nel paese Jakob e sua madre, erano molto ben voluti e così, quando al dottore venne in mente di fare una colletta, quasi tutti accolsero l’idea con entusiasmo. Solo una persona la più facoltosa, non la prese bene: La signora Lienhard. Iniziò anzi a lamentarsi con tutti e a gran voce esclamava: “Non bisogna mettere al mondo figli, se non si possono mantenere”. Nel cuore della donna c’era tanta rabbia, quella di chi il destino ha negato qualcosa. Nonostante tutti i suoi soldi, infatti, non era riuscita ad avere un erede.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Il fedele amico, il cane del ragazzo non lasciava mai il suo capezzale. Era sempre accucciato ai suoi piedi. Ogni tanto alzava il muso, scrutava in giro e poi con occhi tristi, si riaccucciava.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Fortunatamente la somma raccolta bastò e fu chiamato il primario di un grande ospedale.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
In paese c’era trepidazione per l’esito della visita. Diverse persone si erano sistemate all’esterno dell’abitazione in attesa e il fumo della pipa del signor Higen si elevava tra le teste. Il vociare fu interrotto da un urlo straziante. La notizia raggelò i presenti più del vento freddo. Il ragazzo aveva i giorni contati.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Il Natale era alle porte, ma quell’anno nessuno si sentiva in vena di festeggiamenti. I preparativi non portavano alcuna gioia, perché i cuori delle persone erano gonfi di dolore. Solo la signora Lienhard, completamente indifferente allo strazio della madre di Jakob, la costringeva a lavorare.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
“Dobbiamo preparare un bell’albero, più grande di quello dell’anno scorso” sibilava tra i denti soddisfatta del dolore della donna.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Quella sera, nel delirio della febbre alta, l’unico pensiero del ragazzo, era per sua madre “Non posso farti un regalo quest’anno” sussurrò con un filo di voce “Mi dispiace tanto, mamma”.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
La donna con le lacrime agli occhi, lo accarezzò “Stai tranquillo e cerca di guarire”. Le parole la soffocavano, tanto era la disperazione.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Era la vigilia di Natale e il piccolo voleva a tutti i costi donare qualcosa a sua madre. Sapeva che non gli restava molto tempo e così, prese carta e penna e scrisse. Scrisse parecchio, come ispirato dal cielo. La stanchezza però prese il sopravvento, tanto che alla fine il foglio gli cadde dalle mani e volò giù dal letto. Quel gesto d’amore, fu l’ultimo che riuscì a compiere. I suoi occhi si chiusero per sempre, mentre il campanile batteva la mezzanotte. I rintocchi più tristi per il paese.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
I singhiozzi della madre fecero accorrere il vicinato, che si raccolse attorno a lei, che stringeva forte a sè il corpo inerte del figlio e pregava disperata, chiedendo al Signore una spiegazione.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
“Perché mi hai portato via il mio unico figlio?” urlava disperata tra i singhiozzi.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Il parroco del paese si avvicinò e disse: “Non tutto c’è dato da sapere. Il Signore ha progetti che noi non conosciamo”.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Il cane cominciò ad abbaiare così forte e insistentemente che tutti si voltarono e notarono davanti alle zampe dell’animale, un foglio ripiegato.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Un ragazzino lo prese e iniziò a leggere a voce alta.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Nella stanza tutti ammutolirono. Quelle parole sembravano musica, melodia celestiale che tocca l’anima. Erano così belle, dolci e piene di passione. Non sembravano scritte da un bambino, ma da un angelo.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Una strana, irreale atmosfera circondò l’intero paese. I cuori delle persone, anche i più duri, si sciolsero come neve al sole. In quella lettera c’era racchiuso lo spirito del Natale e dell’amore vero.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
La signora Lienhard si fece largo tra la gente e accostatasi accanto alla povera madre, la strinse tra le braccia piangendo. “Perdonami per tutto il male che ti ho fatto e per come ti ho trattata. Da oggi cambierà tutto e sarai la figlia che non ho avuto. Verrai a vivere da me”. L’amore del piccolo era riuscito a cambiare anche l’animo più crudele.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Fu così, che le parole di Jakob divennero una delle più belle e commoventi canzoni del Natale; cantata ancora oggi non solo in quella cittadina, ma in tutto il mondo. Il fanciullo dal cuore puro aveva lasciato qualcosa di grandioso, non solo per la madre ma per tutta l’umanità.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-top: 6px;">
Il suo ricordo vivrà in eterno.</div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-91361641125328841112017-12-13T14:13:00.000-08:002017-12-13T14:13:08.695-08:00Una strana amicizia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-i8ri93GrHqU/WjGlmKYYTXI/AAAAAAAAAfc/Bp7xSfOl8HYKt2Bb0weeZQej-MFvr0kzgCLcBGAs/s1600/Gasp%2Bil%2Btopino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="844" data-original-width="564" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-i8ri93GrHqU/WjGlmKYYTXI/AAAAAAAAAfc/Bp7xSfOl8HYKt2Bb0weeZQej-MFvr0kzgCLcBGAs/s320/Gasp%2Bil%2Btopino.jpg" width="213" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Questa </i><i> fiaba è di Federica Rossi di Inchiostro Rosa</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Una strana amicizia</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">La soffitta era polverosa e piena di vecchi mobili e giochi. Nessuno vi entrava più, se non per salire sul tetto e riparare qualche tegola che il vento aveva spostato. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">C'era la vecchia culla dei bambini con la balza a quadretti bianchi e azzurri e al suo interno qualche pupazzetto ormai dimenticato. Due o tre bauli contenenti abiti e biancheria in disuso, il cavallino di legno che aveva perso la bella coda chissà quando e dove, la scrivania del nonno, troppo ingombrante nello studio rimodernato ed infine una bella libreria, ancora pieni di interessanti volumi che nessuno purtroppo leggeva più! </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">O meglio, nessun umano...</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Guardate bene...proprio lì dove la luna arriva con suo raggio argentato...non lo distinguete, forse, ma se cercate meglio e aguzzate la vista, ecco un piccolo topo tutto intento alla lettura di un libriccino rosso. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Topi Topi, questo era il nome del piccolo roditore, era un appassionato lettore e spesso si portava il suo pezzetto di formaggio fin sulla libraria e passava tutta la notte a leggere! </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Non crediate che sia normale per un topo saper leggere, ma Topi Topi non era un topo comune.</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Quando era molto piccolo era stato trovato dal bimbo che abitava in quella casa ed era nata una strana e affettuosa amicizia. Appena il bimbo rientrava da scuola, Topi Topi scendeva dalla sua soffitta e si infilava, sempre con molta cautela, nella camera del piccolo Sam e con lui passava il resto del pomeriggio ascoltandolo fare i compiti. E così, giorno dopo giorno, Sam e Topi Topi avevano imparato l'alfabeto e di conseguenza a leggere. Cosa del tutto normale per un bambino, ma straordinaria per un piccolo topo grigio. Un pomeriggio che i due amici erano immersi nella lettura de 'il giro del mondo in ottanta giorni', la madre era entrata senza bussare e aveva scorto il topo seduto sulla pagina del libro aperto. Urlando si era impossessata di una spada di legno appoggiata al muro e aveva cominciato ad inseguire il povero topino che saltava da una parete all'altra. Miracolosamente Topi Topi era riuscito a raggiungere la porta ed era scappato non visto verso la soffitta.</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Sam piangeva e sua madre urlava, minacciando di mettere il veleno se il bimbo non avesse smesso di dare da mangiare a quello schifoso topaccio. Il bimbo aveva promesso e la donna si era calmata. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Da quel giorno i due amici non si erano più visti ma a Topi Topi era rimasto il ricordo di quelle splendide ore passate insieme e di tutte quelle avventure meravigliose lette con avidità. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Aveva cercato di insegnare a leggere ai suoi fratellini ma nessuno era così interessato...preferivano andare in giro rosicchiando i fili, mordicchiando le gambe dei mobili e rubando il cibo in dispensa. Tutte cose che Topi Topi trovava deplorevoli e pericolose, perché senz'altro, prima o poi, qualcuno si sarebbe arrabbiato e allora per la loro famiglia sarebbero cominciati i guai. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Il Natale si avvicinava e nella casa c'era grande trambusto...Topi Topi annusava l'aria, sentiva buoni profumi di pino, di legna che bruciava, di cose buone da mangiare e sopratutto riconosceva l'odore di Sam, il suo amico umano, che poteva ormai solo immaginare.</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Si domandava se ancora si ricordasse di lui o se invece l'avesse dimenticato completamente. Alle volte si rattristava pensando a questa seconda possibilità ma non poteva farci nulla...</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Una notte che tutti i topolini dormivano mentre Topi Topi leggeva, si sentì un rumore al di là della porta della soffitta! Qualcuno stava salendo lentamente le scale. Topi Topi si sollevò sulle zampette e cominciò a muovere il nasino cercando indizi...le orecchie dritte seguivano la direzione dei rumori. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Poi annusò un odore familiare e sentì una voce conosciuta che sussurrava il suo nome. La porta si aprì di poco e una manina carnosa infilò un piccolo pacco dentro la stanza. Poi l'uscio si richiuse ed il suono dei passi per le scale si allontanò piano piano fino a sparire. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Topi Topi curioso si precipitò giù dalla sua postazione, si avvicinò al pacchetto e lesse nel biglietto che vi stava sopra:</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Buon Natale topolino, questo è il racconto più bello che abbia letto da quando non ci vediamo più. Non potevo non condividerlo con il mio migliore amico.</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Con affetto, </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Sam</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Il topolino si commosse e felice fece qualche giro su se stesso! Il suo cuore era colmo d'amore e gratitudine. </span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">Poi trascinò il pacco fin sopra la libreria e alla luce della luna, pieno di entusiasmo cominciò a leggere...</span><br />
<i><br /></i>ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-25876709763727890522017-12-13T14:02:00.002-08:002017-12-13T14:02:32.895-08:00La stanza incantata<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-W4aW6tjBf_Q/WjGjKnmLUOI/AAAAAAAAAfE/fzv0aqiyxXIPZRS4P6rUNtLomimhTaBXACLcBGAs/s1600/porte%2Bmagiche.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="564" height="221" src="https://4.bp.blogspot.com/-W4aW6tjBf_Q/WjGjKnmLUOI/AAAAAAAAAfE/fzv0aqiyxXIPZRS4P6rUNtLomimhTaBXACLcBGAs/s320/porte%2Bmagiche.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>La fiaba del giorno</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La stanza
incantata<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Marilù
era davvero, davvero stanca di stare ferma a letto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
malattia era più lunga e noiosa del previsto e ormai le sembrava che il tempo
si fosse fermato. Per fortuna, le avevano portato tanti libri pieni di belle
storie e illustrazioni meravigliose. Quando era troppo stanca per leggere,
Marilù osservava incantata le figure piene di particolari, accarezzava piano
col ditino i contorni delle ali di una fata mormorando “come sei bella…” oppure
fingeva di accarezzare la pelliccia setosa di un cerbiatto o quella folta di un
lupo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Senza
nemmeno accorgersene, lasciava che la fantasia la portasse lontano, dove erano
ambientate quelle storie, in folte foreste e in regni incantati, nelle tane dei
conigli, sulle nuvole o su altri pianeti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Erano
tante avventure diverse, tante vite possibili che le servivano per consolarsi
della sua, che al momento era tutta racchiusa in quella stanza dalle pareti
noiose e dal soffitto bianco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quello
che non sapeva, era che le creature magiche avvertono una specie di richiamo,
quando un bambino pensa tanto a loro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Marilù
non poteva vederli, perché erano invisibili, ma in quel momento nella stanza
con lei c’erano ben due gnomi, quattro elfi bambini, tre folletti e una fata.
Più diversi animaletti fatati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Questa
bambina ci vuole bene” stava mormorando commosso un elfo bambino, e poi rivolto
alla fata: “Non possiamo aiutarla?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
fata, a cui tremavano un po’ le ali come se le stessero facendo il solletico,
scosse dolcemente la testa: “Non possiamo interferire, lo sapete bene. In
qualche modo la stiamo già aiutando, perché le nostre storie le tengono
compagnia. Credo che senta il tocco lieve delle nostre mani, quando le
accarezziamo la fronte. Di più, non possiamo. Abbiamo il divieto assoluto di
portarla fuori da questa stanza, se non con la fantasia.” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un
folletto rimase a capo chino per un momento e poi fu chiaro che aveva avuto un’idea,
perché nel mondo magico si sa che i folletti hanno il cervello fino. “E se
portassimo il mondo nella stanza?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Tutti
lo guardarono meravigliati. Nessuno ci aveva pensato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
certo! Era così semplice.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Detto
fatto, davanti agli occhi di Marilù il soffitto iniziò a colorarsi dell’azzurro
del cielo. Si fece avanti uno gnomo dei boschi: “Vorrei iniziare io, se non vi
dispiace.” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">All’assenso
degli altri, iniziò a far svanire le pareti, facendo apparire i contorni degli
alberi del suo bosco, che conosceva così bene. Ben presto la stanza si riempì
di profumo di resina e del canto degli uccellini. Marilù era incantata.
Sospirava soddisfatta, crogiolandosi ai raggi del sole. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
toccò agli elfi, l’aria si fece frizzante e profumata, mentre dolci onde orlate
di spuma si infrangevano dolcemente su bianche scogliere e spiagge rosate. Sul
blu del mare navigavano soffici vele bianche, che sospingevano velieri d’argento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">I
folletti portarono nella stanza le distese di fiori primaverili delle
brughiere, i paesaggi dei regni di ghiaccio, le aspre cascate delle terre
impervie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
fata portò un incantevole giardino nella luce dorata del tramonto, pieno del
profumo dei fiori e dei voli delle farfalle e poi delle lucciole.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
fu scesa la notte, furono gli animali e invitare in quella piccola stanza i
cieli immensi trapunti di stelle, le cime degli alberi viste in volo, i laghi tranquilli
in cui si specchiava la luna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Infine
il lupo evocò una splendida luna piena, per cui iniziò a cantare dall’alto di
una rupe, sempre più dolcemente, fino a quando Marilù, felice come non era mai
stata, si addormentò con un sorriso beato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Anche
le creature magiche riposarono, quella notte, di un sonno sereno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">E
al mattino dopo, Marilù era guarita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quel
bagno di felicità le aveva fatto così bene da far fuggire via la malattia.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Passarono
molti anni, dopo di allora. Marilù diventò adulta e poi anziana. Ma fu sempre
serena e felice, perché sapeva che, anche se invisibile, il mondo magico con le
sue meraviglie era sempre accanto a lei. <o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-16960220027384032632017-12-12T09:31:00.000-08:002017-12-12T09:31:18.675-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-zdiOVBfM8kM/WjAR_vaYKfI/AAAAAAAAAe0/OnJ3Dtd8FgQiUMPpL6kzp4xu8qrbT_9AgCLcBGAs/s1600/gasp1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-zdiOVBfM8kM/WjAR_vaYKfI/AAAAAAAAAe0/OnJ3Dtd8FgQiUMPpL6kzp4xu8qrbT_9AgCLcBGAs/s640/gasp1.jpg" width="480" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Questa deliziosa immagine ha ispirato la fiaba di oggi.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gasp e i libri<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gasp
era un topino vivace. Aveva quel buffo soprannome perché combinava spesso
marachelle e, quando era colto sul fatto, emetteva quel versetto strano, un “gasp”
soffocato, prima di darsela a gambe. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gli
piaceva rovistare in cucina e far sparire qualche biscotto o un po’ di marmellata.
Gli piaceva andare di nascosto a curiosare nelle soffitte o a esplorare buche
nel terreno e nei tronchi degli alberi. Gli piacevano le cose che piacciono ai
topini, anche quando non dovrebbero farle, perché si tratta di azioni
imprudenti o pericolose. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Tante
volte se l’era cavata per un soffio, quando si era infilato nella tana di un
gufo irritabile o in una casa abitata da un gatto. Ma gli era sempre andata
bene, e questo lo aveva reso più spavaldo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quel
giorno era attratto da un odore strano e rosicchiò rapidamente la boiserie che
gli ostacolava la strada per raggiungere una stanza scura. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
pareti erano ricoperte di scaffali, su cui riposavano file e file di strani
oggetti rettangolari. A che cosa potevano mai servire? Era da loro che veniva
quell’odore curioso. Un misto di carta, inchiostro e… ma sì: avventura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un
rumore improvviso lo fece sobbalzare. “Gasp” fece il topino, prima di infilarsi
nuovamente nel buco della boiserie e rimanere immobile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Non
si sentiva più niente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
un po’ infilò il musino nel buco e si azzardò a rientrare nella stanza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Aha!
beccato!” disse una voce allegra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
di una topina davvero carina, che lo guardava sorridendo dall’alto di uno
scaffale, dove sembrava intenta a rosicchiare uno di quegli strani oggetti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Che
cosa sono quelli?” chiese Gasp.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Si
chiamano libri”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“E
sono buoni?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
topina si mise a ridere di gusto. “Buoni? Beh, dipende.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Ma
scusa, non lo stavi mangiando?” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
topina continuava a ridere. Il guaio era che quando rideva diventava ancora più
carina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Dai,
vieni qui” lo invitò infine. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gasp
si arrampicò sullo scaffale e vide che sul libro aperto c’erano file di strani
segni, neri come formichine. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Che
cosa sono quelli?” chiese sconcertato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">“Sono
parole. I libri non si mangiano. Si leggono.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gasp
assorbì quell’informazione, ma faticava a concentrarsi, anche perché la topina,
da vicino, era ancora più graziosa. “Gasp” annaspò lui, cercando di darsi un
contegno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
sue emozioni e la sua confusione dovevano essere evidenti sul suo musetto,
perché la topina si addolcì. “Se vuoi ti insegno,” propose con gentilezza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gasp
avrebbe voluto dire qualcosa, ma non riusciva a parlare. Aveva la gola secca. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
topina prese il suo silenzio per un sì, e si accomodò vicino a lui su una bella
poltroncina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Così
Gasp ebbe la sua prima lezione di lettura, a cui ne seguirono molte altre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nella
stanza dallo strano odore, il topino scopriva straordinarie avventure, storie
di topini coraggiosi come lui, fiabe incantate. E la sua nuova amica lo faceva
ridere e divertire, insegnandogli sempre cose nuove. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ora
Gasp non si metteva più tanto nei guai. Appena aveva tempo, approfittava di
ogni luce per mettersi comodo con un buon libro, a leggere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Aveva
scoperto un modo meno pericoloso per soddisfare la sua curiosità e un mondo che
non aveva mai nemmeno immaginato. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Passarono
molti pomeriggi felici, Gasp e la topina, immersi nelle letture. E quando
diventarono abbastanza grandi si sposarono e si trasferirono in un posto che
aveva ancora più scaffali pieni di libri, dove vissero felici e contenti,
circondati da nidiate di topini curiosi. <o:p></o:p></span></div>
<br />ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-75150779576696114192017-12-10T13:59:00.000-08:002017-12-10T13:59:30.144-08:00Corvina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-cjwejyWowlA/Wi2t6YCRuDI/AAAAAAAAAek/dvK206cIDE0M3JusI9cd8jGVvgauWoQNgCLcBGAs/s1600/guerriera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="316" data-original-width="499" height="202" src="https://4.bp.blogspot.com/-cjwejyWowlA/Wi2t6YCRuDI/AAAAAAAAAek/dvK206cIDE0M3JusI9cd8jGVvgauWoQNgCLcBGAs/s320/guerriera.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<i>Fiaba di Federica Rossi di Inchiostro Rosa</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Corvina
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Aveva
bellissimi occhi neri come la pece e i capelli, neri anch'essi, erano lucidi e
raccolti in una lunga treccia. Il suo nome era Corvina ed era figlia della dama
di compagnia della regina Elena. Sua madre apparteneva ad una antica famiglia
di nobili decaduti ed in gioventù era stata grande amica della principessa
Elena. Quando Elena era stata scelta in moglie da Re Augusto, aveva portato con
sé Bianca e la piccola Corvina. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Elena
stessa aveva avuto una figlia...bionda e delicata come un pulcino, cresciuta in
bellezza, bontà e grazia, ma così delicata e sensibile da far pensare che mai
avrebbe potuto affrontare tutte le responsabilità di una futura regina. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Corvina
e Floriana, così si chiamava la principessa, erano molto legate, avevano
giocato insieme per tanti anni e condiviso i precettori reali, entrambe avevano
ricevuto un'ottima istruzione, in più Corvina eccelleva nell'arco e nel
maneggiare la spada. A vederla duellare, non avresti saputo dire fosse uomo o
donna.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ora
che non erano più bambine sognavano il loro futuro...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Floriana
si vedeva accanto ad un saggio e premuroso principe reggente. Corvina non era
sicura di volersi sposare ma era certa che avrebbe avuto una vita piena di
avventure ed esperienze eccitanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Entrambi
i sogni, però, furono infranti, allorché una grande guerra vide coinvolto Re
Augusto ed i suoi alleati. Il perfido Re Marco, che da tempo minacciava i
confini del regno di Augusto, decise di invaderlo con il suo forte esercito
portando morte e distruzione, dapprima nelle periferie e poi sempre più vicino
al castello, che in breve venne assediato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
Re Augusto, d'accordo con la regina e la sua dama, decise di allontanare le due
giovani che vennero affidate al capitano della guardia reale, perché le
portasse in salvo presso qualche regno amico. Consegnarono alla principessa
l'anello con il sigillo, perché potesse farsi riconoscere, una lettera e dei
denari che garantissero un viaggio tranquillo. Le fanciulle abbracciarono i
genitori e non senza riluttanza lasciarono la loro amata casa travestite da
contadine. Si muovevano per vie secondarie, senza parlare con nessuno,
fermandosi solo in locande fuori mano. Floriana tremante si stringeva a Corvina
che con aria sicura si muoveva nel buio e tra la gente. Il capitano però
cominciava a dare segni di impazienza e cominciava a mancare di rispetto alle
giovani, finché una notte Corvina, che non riusciva a prendere sonno, ascoltò
per caso una conversazione fra alcuni balordi e colui che avrebbe dovuto scortarle.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
intenzioni del capitano erano chiare, le avrebbe vendute per pochi denari,
derubandole della lettera e dell'anello. Corvina che era assai coraggiosa balzo
fuori all'improvviso e con scatto felino rubò la spada al capitano,
trafiggendolo a morte. Poi affrontò i due omacci che, impreparati ad una simile
avversaria, caddero sotto i suoi colpi. Poi veloce tornò in camera. Andò allo
specchio e si tagliò la lunga treccia nera, smise gli abiti da donna, prendendo
in prestito alcuni vecchi indumenti da uomo, appartenuti al figlio della
locandiera ed insieme alla sgomenta Floriana, che ancora non aveva compreso
l'accaduto, lasciò il posto alle prime luci dell'alba.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Da
quel momento Corvina nascose le sue vere sembianze sotto abiti maschili, per
meglio difendere se stessa e la principessa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
due donne non parlavano mai con nessuno, quando necessitavano di cibo e
alloggio Corvina abbassava il tono della voce e nessuno sospettava mai nulla. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Attraversarono
molti paesi devastati dalla guerra, condivisero la fame e il freddo con la
gente che aveva perso tutto durante i crudeli attacchi dell'esercito di Re
Marco. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Giunte
quasi al confine, le due donne si imbatterono in un piccolo gruppo di soldati
capeggiati da un giovane condottiero. Il capitano, dalla figura forte e sicura,
portava una bella barba bruna e aveva occhi intensi e dolci. Corvina sentì le
sue guance arrossire allorché quegli occhi si posarono su di lei. Il giovane si
offerse di scortare la bionda fanciulla ed il suo accompagnatore fino ad un
luogo sicuro ma, proprio in quel momento, vennero accerchiati da una marmaglia
di ladroni in cerca d'oro e di armi. Immediatamente cominciò la battaglia e
Corvina, mettendo in salvo l'amica, si battè con audacia a fianco del giovane,
al quale infine salvò la vita. I pochi ladroni rimasti si diedero alla fuga. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
giovane condottiero ringraziò calorosamente lo sconosciuto e, presentandosi
come il principe Ruggero di Terrabruciata, lo invitò, insieme alla donna che
proteggeva, presso il suo castello. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
due fanciulle conoscevano il regno di Terrabruciata e sapevano che il suo
sovrano era un buon amico di Re Augusto. Quindi seguirono fiduciose il
principe. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Arrivati
a palazzo gli ospiti furono accompagnati in calde e accoglienti stanze. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
molto tempo poterono ritemprarsi con un bel bagno e riposare in morbide
lenzuola. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Furono
dati abiti nuovi ad entrambe, una bella veste color del cielo a Floriana ed un
completo di velluto blu al suo coraggioso accompagnatore. E così abbigliate le
due fanciulle si presentarono ai sovrani. Tutta la corte rimase abbagliata
dalla bellezza soave di Floriana e quando questa presentò la lettera del padre
e mostrò l'anello col sigillo reale l'accoglienza fu ancora più calorosa. Ma la
sorpresa maggiore fu il momento in cui Floriana rivelò a tutti l'identità della
sua scorta, che sfilandosi il copricapo lasciò cadere sulle spalle gli
splendidi capelli neri, che nel frattempo erano ricresciuti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
principe Ruggero rimase estremamente colpito dalla bellezza di Corvina e
ricordando la sua maestria nella battaglia e il suo coraggio, se ne innamorò
perdutamente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">D'altro
canto l'avvenenza e la dolcezza di Floriana avevano fatto breccia nel cuore di
Renato, il fratello minore di Ruggero. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
re e la regina non poterono che approvare queste felici unioni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ben
presto la guerra finì e il prepotente Re Marco fu sconfitto ed ucciso in
battaglia. Floriana poté riabbracciare i suoi genitori e Corvina la sua amata
mamma. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Poi
entrambe convolarono a nozze e vissero felici per lungo tempo accanto ai loro
sposi, condividendo oneri e onori, dimostrandosi entrambe regine sagge e
virtuose.<o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-88813526990935447432017-12-10T09:26:00.002-08:002017-12-10T09:26:59.365-08:00La dama guerriera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-IdzCiUkOmBk/Wi1t5poI08I/AAAAAAAAAeU/kIMyyFONPHMZM2VMxDFGsM2s4vuUXL3pACLcBGAs/s1600/dama%2Bguerriera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="320" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-IdzCiUkOmBk/Wi1t5poI08I/AAAAAAAAAeU/kIMyyFONPHMZM2VMxDFGsM2s4vuUXL3pACLcBGAs/s640/dama%2Bguerriera.jpg" width="440" /></a></div>
<br />
<br />
<i>In ritardissimo, ma ecco la fiaba su questa immagine.</i><br />
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La dama
guerriera<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Guerra, guerra, GUERRA! Non ne posso più! E quando non è la guerra, sono risse
e litigi!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">I
contadini tornati dai campi con le vanghe in spalla tacevano, intimiditi. Quando
Lady Cillian era di cattivo umore, era meglio stare zitti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Unica
femmina tra sette fratelli turbolenti, Cillian aveva dovuto imparare in fretta
a difendersi e a farsi rispettare. La loro famiglia era capoclan, e dalla morte
dei genitori era lei a occuparsi di programmare le coltivazioni, di badare che
ogni famiglia avesse provviste sufficienti per l’inverno e che tutti fossero
difesi. Era così abile che, secondo le voci, era protetta direttamente dagli
spiriti della natura.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
fare rigare dritti quegli scavezzacollo dei suoi fratelli, era un’altra
faccenda. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Adesso
quei disgraziati impedivano il raccolto delle patate, essenziali per le
provviste invernali, solo per una scaramuccia sui confini delle terre con un
clan vicino. E a quanto le dicevano i contadini stavano combattendo proprio sui
campi di patate.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Cillian
scomparve dentro casa, per comparire dopo pochi istanti armata di scudo e di
una lunga spada.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Avanti! – disse ai contadini – Mostratemi dove sono. E portante le vanghe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Sul
campo c’erano in tutto una ventina di persone sporche di fango e intente a
darsele di santa ragione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
i fratelli di Cillian, vedendola comparire con gli occhi fiammeggianti e
armata, si fermarono all’istante, imitati ben presto dagli avversari. Dopo un
breve silenzio, il clan rivale non si lasciò sfuggire l’occasione per iniziare
a prenderli in giro. – Uh, poverini, si devono far aiutare da una femmina!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Silenzio!- intimò Cillian facendosi avanti. – Chi ha da ridire può provare a
battermi. Ma se vinco, si farà come dico io.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Braden,
il più grosso del clan rivale, si fece avanti sghignazzando, ritrovandosi un
istante dopo con la faccia nel fango a
diversi metri di distanza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nessuno
sa se quel giorno Cillian fu davvero aiutata dagli spiriti della natura, ma sembrava
una furia e pochi minuti dopo tutti gli avversari erano ammucchiati per terra e
doloranti. Nessuno era ferito, però.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Brava sorellina! – esultò Aidan, il più giovane dei fratelli di Cillian.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Poche chiacchiere e alle vanghe – ribatté lei senza scomporsi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">-
Ho vinto, e quindi si fa come dico io. E io dico che farete meglio a scaricare
le vostre energie in eccesso sulle vanghe e iniziare a raccogliere le patate,
tutti quanti!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
raccolto fu così abbondante che Cillian ne cedette una parte anche al clan
rivale, sapendo che non era conveniente ridurli alla fame. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Al
ritorno, sistemate le provviste, Cillian si dedicò volentieri ai preparativi
per la festa del raccolto, che quell’anno fu indimenticabile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Gli
anziani giurano che, da quel giorno, anche i fratelli di Cillian diventarono
più assennati, garantendo al clan un lungo periodo di prosperità e di pace.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
chissà, forse sono solo leggende.<o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-9774349517304551852017-12-08T11:57:00.000-08:002017-12-08T11:59:02.235-08:00La fata di neve<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-Z853EH9DnJw/WiruPPQWJqI/AAAAAAAAAeE/9eRAqlZFAFQd1AuI-6m7uMUPoGF117G9gCLcBGAs/s1600/fata%2Bdi%2Bneve.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="572" data-original-width="400" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-Z853EH9DnJw/WiruPPQWJqI/AAAAAAAAAeE/9eRAqlZFAFQd1AuI-6m7uMUPoGF117G9gCLcBGAs/s400/fata%2Bdi%2Bneve.jpg" width="278" /></a></div>
<br />
...<i> e pian piano le pagine si riempiono di nuove fiabe. </i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">La fata di neve<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Ivan
l’aveva vista, una fata di neve, quando era bambino e viveva sulle montagne. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Allora,
gli sembrava normale conversare con il gatto di casa e con tutte le creature
dei boschi, aiutandole quando poteva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">La
fata di neve l’aveva vista danzare tra i fiocchi di un’abbondante nevicata,
dalla finestra della sua cameretta. L’aveva osservata a lungo incantato, mentre
la sua figura leggera e quasi trasparente si muoveva danzante e rendeva ogni
fiocco di neve luccicante come un gioiello. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Chiamato
a fare merenda dalla mamma, si era voltato a rispondere e poi non l’aveva più
trovata, ma a lungo l’aveva cercata invano in ogni nevicata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Poi,
come accade per tutti, era cresciuto e alla fata di neve non aveva pensato più.
Era partito per studiare in una grande città e poi aveva iniziato a lavorare.
Era sempre così serio e concentrato, che a malapena si accorgeva se pioveva o c’era
il sole e solo a tratti si accorgeva stupito del passare delle stagioni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
quella sera, mentre andava a trovare i suoi genitori sulle montagne, per
qualche motivo la fata di neve gli era tornata in mente. Forse perché nevicava
tanto e i fiocchi di neve che si posavano sul parabrezza erano così luccicanti…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">A
un tratto udì un tonfo soffocato contro il cofano e un’imprecazione. Fermò
immediatamente l’auto e scese stupito a vedere che cosa fosse successo. Non c’era
nessuno in giro e quella strada che si copriva rapidamente di neve per fortuna
lo aveva costretto a un’andatura davvero moderata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Stessa
sulla neve, davanti alle sue ruote c’era una ragazza dai capelli azzurri,
imbacuccata in vari strati di abiti variopinti che sembravano messi insieme
alla rifusa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">“Razza
di somaro!” gli urlò appena lo vide scendere dalla macchina “perché non guardi
dove vai?”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">“Ma
io…” iniziò a giustificarsi Ivan, ma la ragazza lo interruppe con un fiume di
parole mentre lui l’aiutava a rialzarsi e la faceva sedere con cautela sul
sedile del passeggero. Aveva intenzione di accompagnarla all’ospedale, ma lei
rifiutò dicendo di sentirsi bene e invece gli chiese – abbastanza imperiosamente
a dire il vero – di condurla piuttosto fino a un certo indirizzo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Tutto
mortificato, Ivan accettò di accompagnarla, tanto più che il luogo in cui lei voleva
andare era molto vicino alla casa dei suoi genitori. Prima di riavviare l’auto, non poté comunque
fare a meno di notare di sfuggita che sulla strada e sulla neve intorno non c’erano
impronte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Da
dove era sbucata quella strana ragazza?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Avrebbe
voluto chiederlo a lei, ma fu sommerso da un fiume di parole ininterrotte e
ingarbugliate che lo mettevano al corrente di tutto quello che stava succedendo
in quella zona. L’inverno era particolarmente freddo, nevicava sempre, una
slavina aveva lasciato isolata per tre giorni la piccola frazione fuori dal
paese, gli animali del bosco erano in difficoltà e poi arrivavano anche certi turisti
di città che non sapevano nemmeno guidare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">“Ma
io sono di queste parti,” mormorò Ivan lanciando un’occhiata alla sua
passeggera, che continuò a parlare come se niente fosse. Aveva bei lineamenti
delicati, ma i capelli azzurri tutti spettinati che sbucavano dal cappello
fatto a maglia e gli strani indumenti che indossava la facevano assomigliare a
un fagotto stropicciato. Parlava rapidamente e senza interruzioni, come se
avesse paura di lasciare spazi di silenzio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Quando
arrivarono a destinazione, Ivan si accorse che erano davanti allo studio di un veterinario.
La ragazza scese rapidamente dall’auto e improvvisamente tacque, prima di
affacciarsi dalla portiera ancora aperta e dirgli in tono infinitamente gentile:
“Grazie per il passaggio, Ivan.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Poi,
in rapidissima successione, si materializzò davanti ai fari dell’auto un
cerbiatto ferito, mentre la ragazza suonava imperiosamente diverse volte il
campanello prima di dissolversi tra i fiocchi di neve. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
certo! Adesso Ivan ricordava. Era la fata di neve!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Lei
gli fece un breve cenno di saluto, prima di svanire definitivamente. Lasciando
solo un vortice di fiocchi di neve assolutamente brillanti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Ivan
scese dall’auto, mentre il veterinario un po’ seccato apriva finalmente la
porta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Naturalmente
Ivan si offrì di pagare le spese per curare il cerbiatto, ma il veterinario lo
guardò bene in viso e poi rifiutò il suo denaro.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Dall’espressione
confusa e felice di Ivan, aveva capito che forse avevano un’amica in comune. Un’amica
di neve. <o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-69625296708441250522017-12-07T12:52:00.002-08:002017-12-07T12:53:07.266-08:00Un mondo in una tazza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-82VjgdShbDw/Wimp2tLXm1I/AAAAAAAAAd0/3U97T05Dx2opXwaIMdVD4FvgfehW8aBDgCLcBGAs/s1600/tazza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="345" data-original-width="345" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-82VjgdShbDw/Wimp2tLXm1I/AAAAAAAAAd0/3U97T05Dx2opXwaIMdVD4FvgfehW8aBDgCLcBGAs/s320/tazza.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>La fiaba del giorno...</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Un mondo in una
tazza<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">A
Terry piacevano le tazze. Le trovava confortanti, insieme alle cose buone che
contenevano. Amava il tè, la cioccolata, il caffè, il latte, ma soprattutto era
il fatto di tenere in mano una tazza calda, che le dava conforto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Aveva
tazze di tutti i tipi, di finissima porcellana e adatte al tè del pomeriggio,
più grandi, più piccole, ornate da disegni e scritte diverse. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Poi
naturalmente c’era “la” tazza: l’unica sopravvissuta di un servizio appartenuto
a sua nonna, che non usava mai per paura di romperla. Una tazza forse comune,
ma che per Terry era legata a bellissimi ricordi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Proprio
quel pomeriggio, la stava osservando mentre, per consolarsi di una giornata
piena di seccature, beveva una tazza di tè accanto al fuoco del camino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Aveva
un’impressione strana, come se le cose che la circondavano fossero più nitide,
più grandi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Si
accorse che qualcosa non andava quando dovette addirittura alzarsi dalla
poltrona per posare la tazza vuota sul tavolino posto lì accanto. Che cosa
stava succedendo?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Tutto
fu molto rapido, da quel momento, e di punto in bianco si ritrovò a fissare la
parte inferiore del tavolino dal disotto!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Si
guardò intorno spaesata. Era diventata piccolissima. La sua altezza si doveva
aggirare appena sui cinque centimetri. Il pavimento della sua casa sembrava un’immensa
terra desolata e tutte le cose che era abituata ad avere a portata di mano
erano irraggiungibili. Non poteva arrivare alle maniglie delle porte, né al
telefono; non poteva sedersi in poltrona o salire sul letto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Tutto
era grande, immenso. Terry aveva l’occasione di osservare la sua casa da una
prospettiva sconosciuta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Per
un po’ si aggirò per le stanze spaesata, ma ben presto si ritrovò esausta. Il
fuoco del camino ormai languiva, e iniziava a sentire freddo. Anche perché uno
spiffero d’aria gelida di cui non si era mai accorta si insinuava in casa da
sotto la porta. La luce era calata
rapidamente e ormai era buio, ma raggiungere gli interruttori della luce era impossibile.
Ora si pentiva di aver voluto una casa moderna e essenziale, senza nemmeno un
tappeto a interrompere le superfici dei pavimenti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Sconfortata,
stava per mettersi a piangere quando vide da lontano una luce calda. Si avviò
per raggiungerla e proprio non riusciva a credere ai suoi occhi: era la tazza
della nonna, ma era diventata una casetta con tanto di porta e finestre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Dall’interno
illuminato proveniva un profumino così invitante!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Terry
avanzò e si ritrovò in una stanza fatta proprio a sua misura. C’era un camino
con il fuoco acceso, un tavolo con due seggioline, un bel lettino e una cucina
con una zuppiera fumante piena di pasta al pesto, la sua preferita. Lì accanto
c’era una torta di mele appena sfornata. Proprio uguale e quelle che le
cucinava sempre la nonna. C’erano persino diversi libri, posati in bell’ordine
su uno scaffale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Non
si vedeva nessuno, ma Terry sentiva in quella casetta la presenza della nonna,
come se fosse lì con lei. Mormorò un “grazie” e si servì di pasta e di torta. Poi
si infilò nel lettuccio al caldo e prese a fogliare qualche libro. Ma le stava
venendo sonno e stava per addormentarsi quando il rumore di una tazza che andava
in frantumi la svegliò di colpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Si
ritrovò sulla sua poltrona, con la tazza del tè orami rotta sul pavimento.
Doveva essersi addormentata. Ma che strano sogno aveva fatto!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">Decise
comunque che il giorno seguente avrebbe comprato almeno un bel tappeto morbido
per la sua casa. Si avvicinò all’interruttore della luce e solo allora vide che
la tazza della nonna emanava davvero una luce soffusa, come se fosse illuminata
dall’interno da una candela. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;">“Grazie
nonna” mormorò prima di accendere la luce. In qualche modo, la tazza della
nonna aveva trovato il modo di consolarla.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-6519830046808654762017-12-07T05:51:00.000-08:002017-12-07T05:51:13.066-08:00 Breve racconto di Natale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-BGGqvqHztb8/WilGpVAmB-I/AAAAAAAAAdk/7z_8zk-LGk80Y_VBFOFa8SqpgfiXFkvnQCLcBGAs/s1600/drago%2Brosso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="480" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-BGGqvqHztb8/WilGpVAmB-I/AAAAAAAAAdk/7z_8zk-LGk80Y_VBFOFa8SqpgfiXFkvnQCLcBGAs/s400/drago%2Brosso.jpg" width="295" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Questa è ancora una fiaba di Federica Rossi di <b>Inchiostro Rosa. </b></i><br />
<i><b><br /></b></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><b>Breve
racconto di Natale</b> <br />
<br />
Questa è la storia di un monello che cresciuto troppo in fretta, non credeva
più a nulla, tanto meno alla magia del Natale. <br />
Prendeva in giro i piccoli che aspettavano doni sotto l'albero e ridendo diceva
loro:<br />
- Ahahah...poveri creduloni! Non esiste Babbo Natale! - <br />
E i bambini tornavano piangendo a casa e lui ne era contento. <br />
Ma gli elfi del grande vecchio, che seguivano le azioni dei bambini, lo videro
e lo udirono e inorriditi tornarono nel paese dei ghiacci e si presentarono a
Babbo Natale: <br />
- Eccellenza - così sono soliti chiamarlo - laggiù c'è un bimbo che sta
distruggendo tutti i sogni del Natale. Insinua che tu non esista e fa piangere
tanti piccoli innocenti! - <br />
Babbo Natale si grattò la bianca barba e poi corrugando la fronte disse: <br />
- Bisognerà che intervenga! - e in un momento fu giù! <br />
<br />
Lasciò le sue renne nel giardino e si infilò nella stanza del bambino
dispettoso. <br />
Immaginate l'espressione del monello nel trovarsi davanti Babbo Natale in
persona! <br />
Quasi le gambe gli tremavano...<br />
- Dunque sei tu, caro Francesco, che vai dicendo che io non esista.<br />
Ebbene eccomi qui! Mi vedi? Senti il mio vocione? Che mi dici adesso???<br />
Il bambino sentitosi punto sul vivo, ritrovò il suo coraggio...<br />
- Si, ti vedo, ma chi mi dice che tu sia Babbo Natale? Potresti essere chiunque
travestito...-<br />
- Chiunque travestito? - bofonchiò il vecchio - tocca la mia barba...non è
finta! Senti il tessuto dei miei abiti com'è soffice e caldo. Chi mai potrebbe
trovare abiti simili qui da voi? E i miei stivali? Lucidi sempre nonostante le
bufere che incontro attraversando i cieli...- <br />
- Si, si, ma che farai mai di tanto speciale, in fondo si dice ti arrivino
mille letterine con tanto di liste dei desideri...tutti siamo in grado di
acquistare e distribuire regali... - <br />
Babbo Natale cominciava ad innervosirsi...<br />
- E pensi che tutti siano in grado di consegnarli personalmente, tutti quanti,
a tutti i bambini del mondo, in una sola notte??? - <br />
- Beh si, su questo punto potresti avere ragione...- fece Francesco con
espressione perplessa. <br />
- Ma il fatto che voli?? A chi la vuoi dare a bere? - rimbeccò il bambino. <br />
- Affacciati, guarda le mie renne in giardino, sono loro che mi permettono di
sfrecciare nella notte, sono veloci e instancabili e conoscono ormai tutte le
case del mondo. - <br />
- Ah si, le renne - disse annoiato Francesco. <br />
- Ma insomma - sbottò Babbo Natale - come faccio a farti credere in me e alla
mia magia???? -<br />
Francesco ci penso su...poi gli occhi gli si illuminarono e rispose: <br />
- Vedi, Babbo Natale, ti chiamerò così per non farti innervosire, a me
piacciono tanto i draghi ma so benissimo che non esistono...se tu alla vigilia
portassi i regali portato da un drago, beh...quello potrebbe farmi cambiare
idea! - <br />
- Un drago??? - fece Babbo Natale - Dovrei lasciare le mie amate renne per un
drago? Così irrequieti e instabile in volo? Rischierei di perdere tutti i
regali per via...- <br />
Poi rassegnato si diresse verso la finestra e disse:<br />
- Credo che dovrò accettare questa sconfitta, anche se mi dispiace che tu non
creda in me. Buonanotte Francesco. - <br />
E mentre lasciava la stanza sentì il bimbo dire con spavalderia:<br />
- Sapevo di aver ragione! - <br />
Gli occhi di Babbo Natale brillarono di una strana luce...<br />
<br />
Nessuno sa se accadde veramente o se fu solo un miraggio condiviso...nessuno
può raccontare di aver visto con chiarezza...però è certo che quell'anno, tutti
ebbero la straordinaria impressione di vedere Babbo Natale in sella ad un
grande drago rosso. <br />
Ed è ancora più certo che da quel Natale nessuno più di Francesco fu fervido
sostenitore della magia del Natale!<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-53041961457336626312017-12-07T05:47:00.001-08:002017-12-07T05:47:53.182-08:00Le quattro penne dell'Aditya<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-cnhJtfcSNfQ/WilFPUXk4DI/AAAAAAAAAdY/GdvZEFDx1nwFfsQbBxgUuI1kj_3MInnXwCLcBGAs/s1600/piume%2Bblu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="481" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-cnhJtfcSNfQ/WilFPUXk4DI/AAAAAAAAAdY/GdvZEFDx1nwFfsQbBxgUuI1kj_3MInnXwCLcBGAs/s320/piume%2Bblu.jpg" width="205" /></a></div>
<i><br /></i>
<i>La Disfida prosegue, anche se ci stiamo un po' ingarbugliando con le fiabe del giorno. Ricordate il video con il buffo pennuto sulla pagina FB? Questa è la fiaba che ha scritto su di lui Federica Rossi di Inchiostro Rosa, valorosa partecipante alla disfida.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><b>Le
quattro penne dell'Aditya </b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Fioccava
in abbondanza quella sera, la città era immersa in un nebbioso e soffice
silenzio e la luce dei lampioni a malapena riusciva a penetrare l'aria umida.
Però sulle case si intravvedevano luci colorate e i giardini erano festosamente
addobbati. Mancava poco alla vigilia di Natale ed in casa di Lorenzo, quella
sera, era atteso un ospite molto speciale. Il bimbo, assieme alla sorellina ed
ai cuginetti, non faceva altro che passare da una finestra all'altra,
sbirciando nella nebbia! Ecco infine apparire una scura figura, dapprima un
piccolo punto poi sempre più grande ed infine i bimbi eccitati urlarono in
coro: - Mamma, mamma, è arrivato lo zio Goffredo! - Tutti si precipitarono alla
porta che la mamma, felice, era andata ad aprire e nell'ingresso apparve un
grande omone, coperto di un cappotto lungo e scuro ed un cappello a falda larga
impermeabile. La sciarpa colorata gli nascondeva il resto del volto ed ai piedi
portava due scarponi pieni di neve che lentamente si scioglieva in una piccola
pozza d'acqua! Con un gesto plateale lo zio si tolse il cappello e salutò i
presenti con un gran vocione: - Buon Natale famiglia! - I bimbi risero... - Ma
zio, non è ancora Natale! - disse Lorenzo guardandolo con espressione
divertita. - Per me è sempre Natale quando posso stare con voi! - rispose
affettuoso lo zio. - Zio, zio! Cosa ci hai portato di bello? Cosa ci
racconterai di nuovo stasera? Quanto rimarrai con noi? - lo incalzava la
piccola Matilda tirandogli l'orlo del cappotto. - Bambini, insomma! -
intervenne mamma - lasciamo che lo zio si tolga questi abiti bagnati e
mettiamoci a tavola - poi rivolgendosi a Goffredo - Siamo tutti pronti,
aspettavamo solo te! Fratello e sorella si abbracciarono ed insieme varcarono
la soglia della sala da pranzo: nel caminetto la legna ardeva vivacemente, la
tavola era apparecchiata e piena di delizie e tutti gli amici ed i parenti lo
accolsero festosi. La cena fu piuttosto lunga, molte le pietanze e tante le
chiacchiere ed i bimbi, sempre più insistentemente, lanciavano supplichevoli
occhiate allo zio per sollecitarlo ad iniziare i suoi racconti. Lui con
dolcezza sorrideva e faceva un gesto con la mano facendo intendere che
bisognava attendere ancora un poco. Finirono anche il dolce ed allora lo zio si
alzò e chiamò i nipotini: - Venite bambini, spostiamo davanti al fuoco, ho da
mostrarvi una cosa meravigliosa... - Si sedette sulla comoda poltrona e i bimbi
per terra, intorno a lui, tranne Matilda, che essendo la più piccola, si
accomodò sulle sue ginocchia. - Lorenzo, per favore, guarda dentro la tasca
interna del mio cappotto e portami l'astuccio in cuoio che vi trovi. - Quando
lo zio aprì l'astuccio i bimbi mandarono un grido di sorpresa perché dentro
erano conservate quattro piume d'uccello di uno splendido blu cangiante e
spruzzate d'oro zecchino... - Ma zio, non esiste un uccello così...- disse
Lorenzo, che era il più scettico - io non l'ho mai visto! - - Lorenzo...con
tutto quello che ti ho raccontato nel tempo ancora hai di questi dubbi? Non ti ho
detto tante volte che esistono molte più cose, fenomeni, creature, uomini, di
quanti ne possiamo anche solo immaginare? Lo zio non era vecchio, ma aveva
viaggiato molto, i suoi biondi capelli erano meno lucenti di una volta, il viso
abbronzato segnato da qualche ruga ma i suoi occhi brillavano d'intelligenza e
curiosità e l'espressione matura mostrava la sua grande conoscenza del mondo. I
bimbi pendevano dalle sue labbra quando narrava le sue avventure, come accadeva
ogni volta che tornava da uno dei suoi lunghi viaggi. - Queste piume
appartengono ad un uccello molto raro - cominciò lo zio - Il suo nome è Aditya
e l'ultimo esemplare vive in un santuario nella lontana India del nord. Proprio
in questo paese gli uomini hanno dato loro la caccia per lungo tempo, facendoli
morire di stenti e maltrattamenti, ingordi del grande tesoro che tali creature
potevano offrire. - Tesoro? - chiesero in coro i nipoti - raccontaci zio dello
sfortunato Aditya! E lo zio cominciò: - Durante il mio ultimo viaggio, ho
visitato una vasta regione dell'India e ho visto cose straordinarie...uomini
che vivevano da più di cento cinquanta anni meditando solitari senza mangiare
nulla...templi dedicati ad animali sacri, come le scimmie o i topi... donne
ricoperte di veli e amuleti d'oro. Tanta ricchezza e tanta povertà, tanto amore
e altrettanta crudeltà. Ma l'essere più triste che abbia incontrato è stato
l'Aditya. Questo uccello dalle lunghe zampe e dal piumaggio eccezionale veniva
trascinato per via dal suo aguzzino. Le sue ali erano troppo corte per
permettergli di volare, il capo era grande, gli occhi dolci, il becco giallo
capiente. L'uomo che lo tirava portava abiti pregiati e la gente si accalcava
intorno a lui. Sembrava che tutti avessero bisogno di qualcosa, lui interrogava
il povero uccello e questo faceva un piccolo inchino o scuoteva le penne della
coda. A seconda del comportamento dell'animale, la gente saltava di gioia o
alzava gli occhi al cielo, sospirando infelice e il proprietario riscuoteva una
lauta somma di denaro. Incuriosito da tale scena mi avvicinai ad un mercante di
seta e gli domandai spiegazioni. Il tipo, scuro di pelle e sdentato, parlava
male, ma ugualmente fui in grado di capire ogni cosa. L'uccello si chiamava
appunto Aditya, non ne esistevano più al mondo e l'uomo dai vestiti sontuosi
era molto fortunato a possedere l'ultimo esemplare. D'altra parte si raccontava
che quest'ultimo fosse un cucciolo rubato ad alcuni monaci, da sempre dediti
alla salvaguardia di ogni specie di animale. Incalzavo il mercante perché
arrivasse al nocciolo del discorso ed infine la mia curiosità fu soddisfatta.
L'Aditya poteva predire se una tale faccenda andasse a buon fine o meno...se
faceva un inchino la risposta era positiva, se scuoteva le piume era invece
negativa. Immaginate, bambini, cosa significava possedere un tale animale, in
un mondo fatto di speranze, aspettative, vanità. Questo povero uccello,
nonostante significasse la ricchezza per il proprietario, era assai maltenuto,
le zampe sembravano reggerlo a stento e dove il collare stringeva il lungo
collo era spiumato ed arrossato. Strattonandolo, l'omaccio si allontanò ma feci
appena in tempo a guardare l'Aditya negli occhi, così rassegnati e languidi.
Decisi che lo avrei liberato e riportato ai monaci! - I bambini seguivano la
narrazione con occhi sbarrati e bocche spalancate ed anche gli adulti avevano
cominciato a prestare attenzione alle parole di Goffredo. Il racconto
proseguiva: - Ma cosa potevo inventarmi per salvare l'animale? Dovevo avere un
piano e ben congegnato! Quella notte girai a lungo, cercando informazioni. Il
giorno dopo visitai le biblioteche della città e finalmente trovai un libro che
mi diede ottimi spunti. Vi lessi che l'Aditya, chiamato anche Sibilla pennuta,
per le sue doti divinatorie, aveva però un punto debole. Alla perdita di una
delle sue penne, anche le sue capacità venivano momentaneamente meno. Questo
poteva essermi davvero utile e felice tornai al mio albergo. Il giorno seguente
cercai l'Aditya che trovai nella piazza del mercato, circondato di folla. Mi
feci largo e con fare spavaldo urlai che l'uccello aveva perso il suo potere e
che l'uomo che se lo portava dietro non era altro che un truffatore! Le mie
parole crearono grande confusione e l'indiano dagli abiti lussuosi mi si
avvicinò aggressivo e comincio a spintonarmi, urlandomi in faccia. Io senza
indietreggiare urlai che potevo provarlo e domandai ai presenti di fare le loro
domande. Si presentò il primo...un giovanotto che stava per diventare padre.
Chiese all'Aditya se avrebbe avuto un maschio. Senza che nessuno se ne
accorgesse staccai una delle penne dalla coda dell'uccello. L'Aditya spalancò
gli occhi e si irrigidì...non si inchinò né scosse le penne. Restò immobile! La
folla mormorava impaziente. Quando mi accorsi che l'animale stava riprendendo
il controllo, invitai un'altra persona a porre la domanda e come prima strappai
una penna. L'animale alla richiesta si immobilizzò di nuovo e non diede alcuna
risposta. Così feci per altre due volte finché la folla rabbiosa non cominciò
ad insultare l'uomo che per paura di un'aggressione si diede alla fuga. Nessuno
fece caso a me o all'Aditya e in un attimo entrambi sparimmo... Queste quattro
penne sottratte all'animale mi hanno permesso di salvargli la vita e riportarlo
al santuario, dove ora si sta riprendendo di tutte le sofferenze patite. Certo
mai avrei pensato che durante il viaggio quattro balordi mi assalissero per
derubarmi e fu allora che scopersi che il pennuto era anche in grado di... Una
mano si posò sulla spalla di Goffredo, destandolo dai suoi avventurosi ricordi.
I bimbi si erano tutti addormentati, l'ora era tarda e il caminetto stava
spegnendosi. Lo zio sorrise e chiese: - Fino a che punto mi hanno seguito? - -
Quasi fino alla fine - gli strizzò l'occhio la sorella. Con attenzione lo zio
si alzò con la piccola Matilda in braccio e si incamminò verso le camere da
letto... Adesso la luna brillava in cielo e l'oro delle quattro penne luccicava
sotto la sua luce, nella casa addormentata.<o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-43965558110243098912017-12-06T11:30:00.000-08:002017-12-06T11:30:51.583-08:00Il mistero di Boscochiaro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-yiXa-JYaDgI/WihElkfdJII/AAAAAAAAAdE/3Mii6gfRwuYh9qEdDUoRqRSgyZbd5La-gCLcBGAs/s1600/bimba.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="639" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-yiXa-JYaDgI/WihElkfdJII/AAAAAAAAAdE/3Mii6gfRwuYh9qEdDUoRqRSgyZbd5La-gCLcBGAs/s400/bimba.jpg" width="266" /></a></div>
<br />
<i><br /></i>
<i>Buonasera. La Disfida prosegue con la fiaba di oggi, Ispirata da questa immagine votata sulla pagina FB.</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il mistero di
Boscochiaro<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
principessa di Boscochiaro si chiamava… si chiamava…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">A
dire il vero nessuno lo sapeva, come si chiamava. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Era
sicuramente una bambina bellissima, gentile e industriosa, ma suo padre, il re,
si era rifiutato di rendere noto il suo nome. Quando era nata, l’aveva trovata
così bella, così preziosa, che senza pensarci troppo aveva deciso di rivelare
il suo nome solo a colui che avesse saputo meritarselo, eguagliandola per virtù
e bellezza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
poveretto non poteva immaginare che di lì a poco sia lui sia la regina
sarebbero caduti gravemente ammalati, di una malattia che si portava via tutti
i ricordi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Così,
anche se dopo lunghe cure si erano ripresi, nessuno dei due era stato in grado
di ricordare il nome della figlia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Passavano
gli anni e la principessa senza nome cresceva. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">I
sovrani avevano tentato in tutti i modi di ricordare, e avevano anche pensato
di scegliere un nuovo nome, ma qualcosa li frenava. E se avessero scelto un
nome meno bello dell’originale? E se la principessa, ricevendo un nuovo nome,
fosse in qualche modo cambiata diventando meno perfetta?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Invano
avevano chiesto aiuto a tutti gli indovini e i maghi del regno. Nessuno sapeva
come aiutarli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">In
un bel giorno d’inverno la principessa si recò nel bosco insieme al suo fedele
orsacchiotto - anche lui senza nome, tanto per parità. Aveva deciso di
raccogliere alcuni rami di abete per farne delle ghirlande e ne aveva riempito
un bel cestino quando, sulla via del ritorno e ormai al buio, scorse una strana
luce e un povero pettirosso abbandonato sulla neve. Era molto malconcio,
infreddolito e affamato. La principessa non ci pensò due volte. Lo raccolse
delicatamente e lo pose nel cestino, facendogli un nido caldo con la sua sciarpa.
La povera bestiola apriva il becco, come a voler emettere dei suoni, ma senza
riuscirci. Una volta tornata al castello, la principessa si prese buona cura
dell’uccellino, che ben presto riacquistò vivacità e vigore. Gli rimaneva,
però, quella strana abitudine di aprire il becco come per cantare, senza però
emettere alcun suono. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">In
breve anche la principessa perse completamente la voce, per essere rimasta al
freddo senza la sciarpa, e in quel silenzio i due iniziarono a comunicare solo
con gli sguardi e gli atteggiamenti. Osservando attentamente, la principessa
iniziò a capire quando il pettirosso aveva fame, quando aveva freddo, quando
voleva giocare o un po’ di coccole. Dal canto suo, il pettirosso imparò a
leggere negli occhi della principessa le sue emozioni, Interpretando al volo quando
era pensierosa, preoccupata, serena o impaurita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">E
quando finalmente questa comunicazione fu perfetta, il pettirosso iniziò a
parlare. Davanti allo stupore della principessa fece una breve risata. «Veramente,
principessa, io ti ho parlato per tutto questo tempo. Eri tu che non riuscivi a
sentirmi! C’è voluta un po’ di pazienza, ma adesso sono molto contento di poter
parlare con te. Ti devo chiedere di lasciarmi andare, adesso, perché sto bene e
il mio destino è tornare nel bosco. Noi due rimarremo sempre amici, però. Verrò
a trovarti sul davanzale della finestra o quando sarai a passeggio nel bosco e
adesso che la tua voce sta guarendo potremo parlare ogni volta che vorremo.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Anche
se un po’ triste, la principessa acconsentì ad aprire la finestra per liberare
il pettirosso. Ma questo, appena prima di spiccare il volo, decise di farle un
dono speciale per ripagarla delle sue cure amorevoli.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">«A
proposito, io ero sul davanzale della stanza, quando sei nata. Il tuo nome è
Speranza!» e in un frullo d’ali svanì nel bosco. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><i>Buonanotte. Buone fiabe</i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><i><br /></i></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-59015666827937736002017-12-05T13:09:00.000-08:002017-12-05T13:09:05.454-08:00Babbo Natale e il drago<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-J_tHvpjM3W4/WicKdVrVwMI/AAAAAAAAAc0/1KnhSK_WvmUXlfHXIwCjdyDyvSHzOfq4ACLcBGAs/s1600/draghetta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="681" data-original-width="576" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-J_tHvpjM3W4/WicKdVrVwMI/AAAAAAAAAc0/1KnhSK_WvmUXlfHXIwCjdyDyvSHzOfq4ACLcBGAs/s320/draghetta.jpg" width="270" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Babbo Natale e
il drago<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mirra
e Mina erano due draghette gemelle, uguali in tutto e per tutto. No, veramente
in qualcosa erano diverse. Mentre una era azzurra come il cielo, l’altra era
rossa come il tramonto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma,
quel che più conta, erano diverse nel carattere. Una era buona come un angelo,
l’altra era proprio monella. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Le
urla di mamma drago risuonavano spesso nell’accogliente caverna che era la loro
casa: «Ma insomma! Chi ha rovesciato tutta la farina? Chi ha rubato la
marmellata di rovo?»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">«Non
sono stata io!» si difendeva subito una delle gemelle spalancando gli occhioni.
E la mamma le credeva, poiché aveva proprio l’aria innocente, e sgridava l’altra.
«Mina! Sempre tu mi fai disperare.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Il
guaio è che Mina non era affatto una peste. Anzi, era così buona che si
prendeva spesso la colpa per le marachelle della sorella. Però un po’ le
dispiaceva, passare sempre per cattiva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ultimamente,
poi, Mirra, ci aveva preso gusto a quella specie di gioco e a volte, mentre la
mamma non guardava, lo faceva apposta a combinare qualche guaio, solo per il
gusto di vedere incolpare la sorella. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Quella
sera, l’aveva combinata proprio grossa. Aveva sollevato il coperchio della
pentola in cui stava cuocendo l’arrosto per la cena di Natale, e con una
vampata di fuoco l’aveva completamente carbonizzato. «Tanto a me l’arrosto non
piace,» disse sottovoce alla sorella «e poi così avrò io anche i tuoi regali di
Natale, perché tu sarai messa in castigo.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mina
era inorridita, ma ancora una volta si prese senza fiatare la sgridata ingiusta.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Tutta
avvilita, si rincantucciò all’entrata della caverna. Tanto, i draghi non
soffrono il freddo, perché hanno il fuoco dentro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Fuori
infuriava una forte tempesta di neve, con raffiche di vento forte che facevano
volteggiare i bianchi fiocchi leggeri. Mina ne prese uno con una zampetta,
osservando incantata la sua bella forma elegante, ma il suo calore la sciolse
in un attimo, trasformandola in una goccia d’acqua. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mina
era così triste, che qualche goccia d’acqua le scese anche dagli occhi, offuscandole
per un istante la vista. Tanto che le sembrò di vedere, in mezzo alla tempesta
di neve, una figura in movimento. Sbatté gli occhi per liberarli dalle lacrime
e si accorse che un omone grande e grosso si stava davvero avvicinando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">«Salve
Mina! Cercavo proprio te,» la salutò. «È
proprio l’ora di mettere un po’ di cose
a posto.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’omone
entrò nella caverna, presentandosi gentilmente a mamma drago, che comunque lo
aveva riconosciuto immediatamente. «Babbo Natale, che onore ricevere la vostra
visita nella nostra umile caverna.»<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Babbo
Natale, perché era proprio lui, spiegò che era venuto perché sapeva che in
quella caverna vivevano due draghette e lui aveva bisogno dell’aiuto di una
delle due, che sapeva essere una draghetta molto buona. Mamma drago, ancora in
errore, iniziò subito a decantare la bontà di Mirra, ma Babbo Natale le spiegò
chiaro e tondo come stavano le cose. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mamma
drago ci rimase malissimo e voleva correre ad abbracciare Mina e a scusarsi con
lei per tutte quelle ingiustizie, ma Babbo Natale tagliò corto. Era in
emergenza, spiegò, perché doveva volare a consegnare i regali a tutti i bambini
e i draghetti buoni del mondo, ma con quel tempo lui e le sue renne si
sarebbero congelati. Certo se una draghetta gentile si fosse offerta di
accompagnarlo, di certo il suo calore lo avrebbe salvato dal congelamento…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Mina
non ci pensò su un momento, e si offrì di buon grado. Volarono per tutta la
notte, ridendo e scherzando come due vecchi amici, lei e Babbo Natale. Fu una
notte piena di magia e quando all’alba rientrò stanca alla caverna, pensò che
quello era il migliore Natale di sempre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Al
risveglio trovò sotto l’albero tutti i suoi regali e in più una cosa che non
sarebbe mai aspettata. Un bellissimo fiocco di neve di puro cristallo che non
si sarebbe mai sciolto, con i ringraziamenti speciali di Babbo Natale. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ma
secondo voi, Mina era la draghetta rossa o quella azzurra? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"><i>Buonanotte. Buone fiabe</i></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1373054948744235683.post-4323090483778599142017-12-04T12:58:00.001-08:002017-12-04T12:58:42.905-08:00Dodò<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-U5L2D19rOd4/WiW2l5aUjCI/AAAAAAAAAck/TMbqHVPLWEYKUt5w4lGC6ZH8dEW0hDr9gCLcBGAs/s1600/strano%2Buccello.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="579" data-original-width="900" height="205" src="https://4.bp.blogspot.com/-U5L2D19rOd4/WiW2l5aUjCI/AAAAAAAAAck/TMbqHVPLWEYKUt5w4lGC6ZH8dEW0hDr9gCLcBGAs/s320/strano%2Buccello.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
<i>La fiaba di oggi. Buonanotte. Buone fiabe</i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<div class="MsoNoSpacing">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dodò<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Uscire
in barca era sempre stata la passione di Enrico. Il ragazzo diresse la prua
della piccola imbarcazione dritta verso l’alba e l’orizzonte con un sospiro di
soddisfazione. Che cosa poteva esserci di più bello? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Navigò
fino a perdere di vista la riva. Quello che amava di più era trovarsi immerso
in quell’azzurro senza fine, solo, facendosi cullare dal dolce movimento delle
onde. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Iniziando
a sentire fame, spostò con una mano la cerata sotto cui aveva gettato lo zaino
con qualche provvista. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Un
suono inquietante lo fece sobbalzare. Una specie di stridio sgraziato fu
seguito da uno spostamento della cerata che rivelò la creatura più strana che
Enrico avesse mai visto. Era una specie di uccello grandissimo, con un becco
enorme e lunghe zampe palmate. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ripresosi
dalla sorpresa, il ragazzo iniziò a gridare e agitare le braccia, sperando così
di convincere l’inatteso ospite a prendere il volo e andarsene per la sua
strada. Ma dopo vari tentativi, ottenendo in risposta solo uno sguardo
francamente incuriosito da parte del pennuto, dovette arrendersi all’evidenza.
Probabilmente quella strana creatura non era in grado di volare. Aveva tutte le
proporzioni sbagliate. Però non sembrava minaccioso, così Enrico iniziò a
rilassarsi e divise con lo strano essere la sua semplice colazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Solo
allora si accorse che il movimento delle onde si faceva rapidamente più
incalzante, mentre scure nubi minacciose si addensavano rapidamente sopra di
loro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
tempesta si abbatté quasi all’improvviso sulla piccola barca, sballottandola
violentemente e finendo, dopo molto tempo, per scaraventarla su una piccola
isola disabitata. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Tra
tuoni e lampi, Enrico cercò di trarre a riva i resti malconci del natante,
mentre il pennuto, che ormai Enrico aveva preso a chiamare Dodò, si stringeva
vicino a lui palesemente terrorizzato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">La
tempesta si placò rapidamente come era arrivata, ma Enrico dovette tristemente
rendersi conto di essere isolato dal mondo. La barca era troppo danneggiata per
riprendere il mare e il suo smartphone doveva essere caduto in acqua, chissà
quando. Dodò gli dava piccoli colpi con il becco, come a consolarlo, mentre il
ragazzo passava rapidamente dall’incredulità alla disperazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Passato
lo sconforto, cercò di fare buon viso a cattiva sorte e recuperò la cerata per
costruire un riparo di fortuna per la notte. Accendere un fuoco fu la faccenda
più impegnativa, e gli richiese tante energie che dapprincipio nemmeno si
accorse che Dodò si era allontanato, scomparendo alla vista. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Nella
luce incerta del tramonto sedette accanto al fuoco, sentendosi molto solo. Dopo
chissà quanto tempo, un suono di passi lo fece balzare in piedi, solo per
accorgersi che Dodò si stava avvicinando con la sua andatura ondeggiante,
portando nel becco diversi pesci che lasciò cadere ai piedi del ragazzo! “Be’,
almeno non morirò di fame,” pensò Enrico un po’ rincuorato da quell’aiuto e
quella compagnia inaspettati. Già Dodò gli sembrava meno sgraziato. La sua
gentilezza, la sua intelligenza iniziavano a renderlo sempre più gradevole ai
suoi occhi. Dopo una notte trascorsa sotto il riparo improvvisato, il giovane
si svegliò stranamente riposato e ottimista. Non sapeva come, ma aveva finito
per addormentarsi sulle piume soffici di Dodò, che a quanto pareva si era
prestato di buon grado a fargli da guanciale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">L’ispezione
della barca non andò troppo male. La barca era danneggiata, ma la tempesta
aveva buttato sulla spiaggia molti pezzi di legno e forse con un po’ di fortuna
si poteva riparare. Iniziò a cercare pezzi di legno adatti, mentre il pennuto
lo seguiva da presso come un cagnolino, osservando attento ogni sua mossa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Dopo
un po’, esattamente come il giorno prima, Dodò si allontanò tornando dopo un po’
con abbastanza pesci per sfamare entrambi e in seguito sparì nuovamente,
tornando questa volta con tanti pezzi di legno, esattamente del tipo che
serviva a Enrico per riparare la barca. Sembrava che avesse memorizzato alla
perfezione i gesti del ragazzo e le caratteristiche dei pezzi di legno che
metteva da parte o scartava. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">Ci
vollero due giorni di lavoro, ma Dodò aiutò così tanto il ragazzo che alla fine
la barca fu riparata, e i due riuscirono finalmente a lasciare l’isola,
dirigendosi verso la terra ferma. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;">E
mentre tornava felice a casa, Enrico guardò quello strano nuovo amico e all’improvviso
lo trovò bellissimo, e seppe che non lo avrebbe più lasciato. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNoSpacing">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
ema7starshttp://www.blogger.com/profile/00794421089265703392noreply@blogger.com0