Una fiaba di Claudio
Ciao
Mi riconosci?
Certo che si, sono proprio io … Bollo … il cane di YouTube .
Quello che se vede la sua squadra del cuore in TV tifa come
un umano.
Ululo e scodinzolo per un gol fatto, ringhio per uno subito
… strano vero ?
Ma vuoi sapere come è stato possibile tutto questo ? …. Ascoltami
per qualche minuto e sentirai una storia veramente fantastica…
Tutto ebbe inizio una fredda giornata di fine inverno … la
mia mamma mi mise alla luce con altri quattro fratellini … anzi due erano
femmine. Ci aveva nascosto in una vecchia
e strana casa con le ruote abbandonata in un prato. Lì vivemmo per molti giorni
sempre con lei che ci curava e coccolava con tanta tenerezza sin quando un
giorno una signora un po' curiosa si accorse di noi. Non vi dico la sua faccia
… stupita ma allo stesso tempo le sue parole sembravano rassicuranti tanto che
se prima la mia mamma gli aveva ringhiato contro, ora come se avesse riconosciuta
una vecchia amica le leccava le mani.
Poi quella signora se ne andò ritornando qualche ora dopo con altre persone
che come lei continuavano a farci mille carezze e darci tante cose buone da
mangiare poi ci misero in uno scatolone e con la mamma ci portarono in posto dove
incontrammo tanti altri cani .
Curati e sfamati crescemmo sani e molto vispi. A volte
conoscevamo umani nuovi che giocavano con noi per qualche minuto ma poi se ne
andavano finché ogni tanto uno di loro prendeva
in braccio uno dei miei fratellini e insieme andavano via.
Tutto era bello accanto alla mia mamma anche se ormai con
lei ero rimasto solo io, poi un giorno molto triste anche lei se ne andò via …
la presero dei signori mentre dormiva e la misero in un sacco … e non la vidi
mai più.
Un giorno davanti alla mia cuccia si presento un ragazzo molto
buffo e alquanto strano … avvolto in una sciarpa enorme per lui, mi fissava incuriosito
senza dire una parola . Non capivo se gli ero simpatico e pure avevo messo in
scena tutto il mio repertorio di guanti,
capriole e leccatine per fagli capire che mi piaceva, ma tutto questo
sembrava non interessarlo molto quando da una tasca tirò fuori una corda che mi
mise al collo e con la quale mi invitò a seguirlo.
Mi portò in una grande casa con un bel prato verde , dove
una gentile signora mi trattava come se fosse diventata lei la mia nuova mamma,
anche il signore che era con lei sembrava apprezzare la mia presenza, tutti
tranne quel buffo ragazzo che era sempre indifferente alle mie feste e sempre
taciturno e infastidito sembrava che per lui io non esistessi.
Un giorno vidi che la porta della sua camera era socchiusa,
timidamente sbirciai dentro e dato che non si accorse di me entrai … e fu
allora che la vidi … si si …era proprio la mia mamma, su di un mobile in una
fotografia c’era la mia mamma che leccava la guancia di Tommy . Incominciai a
piangere in un abbaiare quasi sottovoce che attirò lo sguardo del mio
padroncino. Poi come per magia mi sollevò da terra e mi strinse forte a sé
dicendomi parole che non capivo ma che sembrava gli uscissero dal cuore.
Da quell’istante le nostre vite si fusero, nulla poteva
separarci, ero diventato la sua ombra , e se non c’era passavo le ore a
percepire nei suoni fuori casa il suo ritorno.
Dormivo con lui sul suo letto e giocavo e mangiavo con lui;
guardavamo la televisione, in particolar modo uno strano gioco che facevano
altri ragazzi con una palla bianca, a volte vedevo Tommy che urlava di gioia a
volte invece diventava triste e così io per gioco facevo come lui, capriole e
ululati se lui rideva o mi sdraiavo ai suoi piedi se lui era triste.
Un giorno di inizio estate ce ne stavamo andando al parco a
giocare con gli altri cani, Tommy in sella alla sua bicicletta ed io al suo
fianco correndo. A volte era lui che mi aspettava ma quasi sempre ero io che lo
tiravo, quando improvvisamente sentii un rumore di freni e poi un tonfo. Mi
girai spaventato e lo vidi che ancora scaraventato dalla sua bicicletta cadeva
pesantemente al lato della strada. Fu un attimo, la macchina non si fermo
nemmeno e scappò via mentre in mio padroncino incomincio a sporcarsi di sangue.
Non sapevo cosa fare, non me l’avevano insegnato, ma capii
subito che era successo qualcosa di molto brutto.
Stavo lì a guardarlo e dandogli dei colpetti col muso
cercavo di svegliarlo ma inutilmente quando all’improvviso si alzò. Stordito e
confuso cercò di alzarsi e vedendomi mi fece un grosso sorriso ma non disse
nulla, era strano sembrava una nuvola, poi mi accorsi che il suo corpo era
sempre disteso a terra.
Dopo un istante di stupore cercai di saltargli addosso nella
speranza di essere abbracciato ma caddi nel vuoto. Fu allora che lo vidi anzi
lo sentii avvicinarsi a me, confuso percepii la sua presenza anche se come in una nebbia non lo vidi più,
lo sentivo … lo sentivo come … come se fosse … non so spiegare ma credo che mi
stesse abbracciando tanto forte che … ritornammo ad essere una cosa sola.
Strano vero … ma da quel momento pur vedendo in mio amico
disteso in una pozza di sangue non ero triste, anzi mi sentivo sereno,
rassicurato … protetto.
Arrivò tanta gente che urlava e piangeva, fui portato via
nella grande casa, ogni tanto veniva una ragazza a darmi da mangiare e per alcuni giorni restai da solo.
Ritornarono la mamma e il papà di Tommy che però sembravano
non vedermi. Tutto era silenzio e molto triste. Nessuno con cui giocare o fare
lunghe corse nel parco. Nessuno da aspettare…
I giorni trascorsero lenti, tutti uguali e tutti da solo,
quando una sera il papà di Tommy seduto davanti alla televisione guardava quei
ragazzi che guardava anche il mio amico, in realtà si che guardava ma non era
come Tommy che si agitava e urlava, lui era assente.
Ad un certo punto la squadra che piaceva tanto a Tommy buttò
la palla dentro la rete e subito mi ricordai quello che faceva così presi ad
abbaiare e scodinzolare ruotando come una trottola.
Il signore mi guardò prima un po’ stupito poi facendo un
sorrisetto ritornò a guardare la televisione.
Passarono pochi minuti e nuovamente la palla finì nella rete
e come prima io rifeci la festa.
A questo punto il signore mi guardò incuriosito e incominciò
a chiamare la signora , sembrava spiegargli l’accaduto quando di nuovo la palla
finì nella rete ed io ricominciai a fare festa … be ora sai tutta la storia del
cane che su YouTube tifa come un umano … anzi come un ragazzo di nome Tommy.