Oscar Cuoreduro
Il
Mendicante camminava per le strade affollate della città, invisibile ai più.
Solo
i bambini lo guardavano pieni di curiosità, intuendo che quel vecchio dalla
barba bianca non era un uomo come gli altri.
Avevano
ragione, naturalmente. L’uomo era un potente mago, che aveva scelto il
travestimento più adatto per non essere visto da colui che doveva tenere d’occhio.
E
di tutte le persone che non prestavano la minima attenzione ai mendicanti,
Orcar Cuoreduro era di certo il campione.
Non
era una cattiva persona, almeno non come si intende di solito. Anzi, al lavoro
era molto apprezzato per la sua capacità di essere professionale e gelido,
senza mai prenderla “sul personale”.
Per
Oscar, niente era abbastanza personale da meritare la sua attenzione. Non
faceva effettivamente del male a nessuno, ma la sua indifferenza a volte era
ugualmente dannosa.
Per
lui non solo i mendicanti erano invisibili, ma anche i bambini, gli animali,
specialmente se piccoli e in difficoltà, le donne per cui non aveva interesse,
che lui definiva “donnette”. Anche con gli uomini, non andava molto meglio.
Prestava attenzione solo a quelli più potenti di lui e che potevano in qualche
modo aiutarlo a fare carriera. Gli altri, tutti gli altri, erano solo “gente”
senza volto e senza nome, esseri inutili che gli intralciavano la strada.
Non
era mai, mai accaduto che Oscar Cuoreduro avesse un semplice gesto di
gentilezza per un suo simile. Non aveva mai ceduto il posto a sedere a qualcuno
sui mezzi pubblici, non aveva mai soccorso una persona colta da malore proprio
davanti a lui, non aveva mai tenuto una porta aperta per permettere a qualcuno
di passare. Non si era mai preso cura di niente e di nessuno. Se un cucciolo
abbandonato guaiva per la tristezza o il dolore proprio ai suoi piedi, lo
scavalcava indifferente e proseguiva per la sua strada.
Era
inevitabile che prima o poi un simile campione di indifferenza attirasse l’attenzione
del mondo magico, e il Mendicante lo stava seguendo proprio per quel motivo.
Era
giunto il momento della resa dei conti.
La
strada in cui abitava Cuoreduro era graziosa, ma non molto frequentata a quell’ora
di sera.
Il
Mendicante lo aveva preceduto e lo attendeva seduto su una panchina, al freddo.
Al passaggio di Oscar, tese la mano, ma lui come sempre lo scansò come se non
lo avesse nemmeno visto e fece per allontanarsi.
Solo
che le gambe smisero di obbedirgli e si trovò immobile accanto alla panchina.
Istintivamente, si voltò allora verso il Mendicante per chiedere aiuto, ma
nemmeno la voce rispondeva più ai suoi comandi. Oscar abbassò lo sguardo, e si
accorse di essere diventato un lampione, in tutto e per tutto simile agli altri
che illuminavano la via.
Solo
allora, il Mendicante gli parlò: “Ora prenderai un po’ della tua stessa
medicina, caro mio.”
Oscar
cercava disperatamente di chiedergli aiuto con lo sguardo, ma il mago se ne
andò senza voltarsi indietro.
Da
quel giorno, Oscar ebbe l’occasione di capire che cosa si prova, quando tutti
ti trattano con indifferenza. Gli unici che gli prestavano un po’ di
attenzione, ormai, erano i cani che lo annusavano brevemente prima di alzare la
zampetta. A volte qualcuno si appoggiava a lui per riprendere fiato, ma poi se
ne andava senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Di notte, Oscar illuminava la
strada per i passanti, ma nessuno lo ringraziava o si preoccupava per lui.
Stagione
dopo stagione, Oscar imparò a prestare attenzione agli altri, per non morire di
solitudine e di noia. Costretto finalmente a osservare i suoi simili, prese ad
affezionarsi a quelli che vedeva più spesso. Persino i cani, adesso, gli erano
simpatici e i gatti che a volte si strofinavano contro di lui gli facevano
quasi piacere, con le loro pellicce morbide. Imparò a sopportare pazientemente
i piccioni appollaiati sulla sua testa e ad assistere alle lunghe notti inquiete
dei mendicanti che a volte trascorrevano la notte sulla panchina accanto a lui,
cercando di difendersi come potevano dal freddo e dall’umidità della notte. Imparò a conoscere le persone che
frequentavano quella via, sentendosi sempre più partecipe delle loro gioie e
dei loro dolori.
Una
notte, quando iniziò a piovere sull’ennesimo mendicante che cercava di dormire
sulla panchina, preso da compassione afferrò un ombrello dimenticato da chissà
chi, e lo aprì per proteggere il poveretto dalla pioggia. Quando il Mendicante
lo guardò e lo ringraziò, Oscar finalmente lo riconobbe. In quell’istante tornò
a essere un uomo, o forse iniziò allora per la prima volta a essere un uomo,
chissà.
Quello
che è certo, è che da allora Oscar fu una persona davvero per bene.
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