Ancora una fiaba per oggi.
Della bravissima Federica Rossi di Inchiostro Rosa
Il
Cappello di Orlando
C'era
una volta una povera famiglia che viveva in una povera casa ai confini del
bosco. Il padre lavorava il legno ma le sue mani si erano così rovinate nel
tempo che non era più in grado di creare nulla. La sua sposa faceva qualche
commissione per le signore benestanti del paese vicino ma tanto erano caduti in
povertà che ormai la gente li guardava con un certo disappunto e non gradiva
più averli intorno.
I
due vecchi avevano tre figlioli, un maschio e due femmine. Le fanciulle erano
belle e gentili, ma chi mai poteva desiderare di sposarle, miserelle com'erano?
Il
fratello, che era il minore, si chiamava Orlando ed era poco più che un
ragazzo, però ogni notte, guardando i vecchi travi polverosi del soffitto, si
rattristava pensando al destino della sua famiglia.
E
fu così che una mattina andò da suo padre e disse:
-Non
posso più rimanere qui aspettando che qualcosa accada...papà mio, vado a
cercare fortuna fuori di qui e non tornerò finché non sarò certo di portare
buone novelle per voi tutti.-
Il
vecchio commosso lo abbracciò forte e avrebbe voluto forse dissuaderlo, ma in
fondo cosa mai avrebbe potuto combinare rimanendo in quella casa?
Mamma
lo baciò sulla fronte e gli preparò un fagottino con le poche provviste rimaste
e qualche moneta, mentre le due sorelle piangevano in un angolo e lo pregavano
di tornare presto al loro affetto.
Orlando
prese la sua casacca, quel poco che gli veniva offerto, mise le scarpe buone e
senza girarsi indietro lasciò la casa verso l'ignoto.
Camminava
già da qualche ora e cominciava a sentire una certa stanchezza, quando per via
incontrò due tipi malconci.
Siccome
si era seduto sul margine della strada per mangiare un boccone, i due si
avvicinarono e chiesero se potessero condividere con lui qualche attimo di
riposo.
-Ma
certamente- fece il ragazzo - E' tanto che cammino solo e faccio volentieri due
chiacchiere.-
Così
raccontò della sua famiglia e dei suoi propositi e aprendo il fazzoletto della
madre offerse quel po' di cibo ai nuovi amici.
Lo
sguardo dei due cadde subito sulle monete e strizzandosi l'occhio
vicendevolmente, tirarono fuori una bottiglia di vino.
-La
tenevamo in serbo per una buona occasione e cosa c'è di meglio che festeggiare
il successo di una missione così meritevole e coraggiosa?-
I
tre stapparono la bottiglia e Orlando, che non aveva mai bevuto vino, lo trovò
delizioso e se ne fece più di un bicchiere fino ad addormentarsi...
Si
svegliò che era già sera e con un gran mal di testa. Dei due uomini nessuna
traccia, come pure delle provviste, dei denari e persino delle sue scarpe
buone!
Orlando
cominciò a darsi picchi sulla testa e a chiamarsi scimunito!
E
mentre così continuava, si incamminò nuovamente ma con molto meno entusiasmo.
Era
notte ed una piccola carrozza gli passò accanto. Rallentò un poco e poi si
fermò. Una voce gentile lo chiamò dall'interno e lo invitò ad entrare...Orlando
adesso era molto più diffidente ma aveva così freddo e così tanto dolore ai
piedi che non resistette ed entrò nella carrozza.
Dentro
una bella Signora lo salutò con garbo e poi diede ordine di riprendere il
viaggio.
-Cosa
ci fai solo per via? L'ora è tarda e tu non sei abbigliato in modo consono per
viaggiare...-
-Gentile
Signora, ho avuto una brutta disavventura! Sono stato derubato dei miei pochi
averi da due furfanti. Ora sono senza soldi e senza scarpe...ed erano le mie
migliori!-
La
bella donna lo guardò con pietà e dolcezza e risoluta lo confortò:
-Per
stanotte dormirai a casa mia e domani vedrò di donarti io quel che ti occorre.
Stasera mangerai e ti metterai in forza e domani proseguirai il viaggio.-
Così
Orlando passo la notte al caldo e trovò nella dolce Signora una vera amica, che
lo ascoltò, lo consigliò ed il giorno seguente lo equipaggiò di una calda
giacca di lana, due robuste scarpe stringate e uno zaino carico di provviste e
denari. Prima di lasciarlo, nel raccomandarsi ancora, gli fece l'ultimo regalo.
-Questo
cappello ti coprirà dalla pioggia e ti salverà dai malintenzionati. Non
lasciarlo mai incustodito e quando avrai trovato la tua fortuna riportalo a
me!-
E
con questo lo baciò sulla fronte e lo mandò via.
Orlando,
riposato, camminò di buona lena e presto arrivò nel paese di Sassomalocchio.
Non
sapeva neppure lui da dove cominciare, così entrò in una locanda e domandò
all'oste e alla gente intorno se ci fosse qualcuno che desse lavoro.
Gli
indicarono il proprietario di una grande fattoria poco distante.
Detto
fatto, Orlando si presentò al fattore il quale, vedendolo giovane e
volenteroso, decise di metterlo alla prova.
Il
giorno seguente andarono assieme al mercato, il padrone voleva acquistare
qualche giumenta per aumentare la propria mandria.
Mentre
guardavano le belle bestie, si avvicinò un venditore, indicando loro un
gruppetto di mucche.
-Prendete
queste- disse sorridendo- vanno d'accordo l'une con le altre e non hanno
problemi di inserimento...-
Ma
mentre il venditore parlava, Orlando poteva ascoltare i suoi pensieri e quello
che dicevano era molto diverso...
-Forse
oggi riuscirò a sbarazzarmi di queste mucche disgraziate! Non danno latte e
ogni giorno sono sempre più intrattabili!-
Il
ragazzo non credeva ai suoi orecchi e si precipitò a fermare il suo datore
dall'incauto acquisto. Disse che le mucche non sembravano ubbidire ai suoi
comandi e chiese la prova che dessero latte. Ovviamente il venditore non fu in
grado di provarlo e il fattore comprò le sue mucche altrove. Il buon uomo
ringraziò caldamente Orlando e lo promosse a suo braccio destro!
Il
giovane ancora non si capacitava di come avesse potuto leggere il pensiero di
quel tipaccio ma si rese ben presto conto che ogni volta che portava il suo bel
cappello, era sempre in grado di smascherare chiunque lo stesse ingannando.
Nella
Fattoria trovò la sua fortuna e presto divenne importante e benestante, sposò
la bionda figlia del fattore e con lei si mise in viaggio per andare a trovare
la sua famiglia e portarla con sé. Come furono felici i suoi vecchi di
riabbracciarlo e quanto furono lieti della buona stella che aveva sorriso al
loro figliolo.
Raccolsero
le poche cose importanti e cominciarono il lungo viaggio verso la loro nuova
vita.
Durante
il cammino però Orlando fermò la carrozza. Lasciò le redini al padre e pregò
loro di continuare. Per sé trattenne un cavallo e salito in sella sparì nel
bosco.
Non
ci mise molto che arrivò alla casa della sua benefattrice.
La
trovò in giardino e le cadde ai piedi piangendo.
La
Signora capì che erano lacrime di gratitudine e sorrise invitandolo ad alzarsi.
-Sono
felice che tutto sia andato per il meglio e che tu abbia trovato la tua
strada...ci vuole coraggio per non perdere la speranza, ci vuole coraggio per
essere altruisti e generosi, specie in questo mondo pieno di gente cattiva che
si approfitta di chi ha meno esperienza e più fiducia. Adesso sei cresciuto ed
hai imparato a conoscere meglio l'animo umano...guarda gli occhi di chi ti sta
davanti...in loro troverai sempre la verità-
Così
la Signora riprese indietro il cappello...baciò nuovamente Orlando in fronte e
lo mando via.
bentornata!!!!! un abbraccio grande grande Lory
RispondiEliminaGrazie Lory. Un abbraccio anche a te!
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