...ed ecco la fiaba di oggi. Buonanotte. Buone fiabe
In una foresta
di stelle
Sam
non aveva il permesso di uscire prima che fosse mattino, visto che era un
folletto piccolo di appena 107 anni, ma quella notte la luce proveniente dalla
foresta sembrava DAVVERO il sorgere del sole.
Gettò
un’occhiata ai gemelli che dormivano accanto a lui in un unico sacco a pelo e
si mosse con cautela per oltrepassare senza far rumore le almeno altre sette
persone, tra cugini e fratelli, che ingombravano il pavimento della stanza,
ricavata come le altre all’interno di una grande quercia.
A
Sam piaceva molto, la casetta nel bosco in cui viveva con la famiglia, ma
quando arrivavano i parenti in visita le tre stanze da letto e il soggiorno
diventavano una specie di accampamento, con bambini e ragazzi che dormivano nei
sacchi a pelo, sui materassi di foglie secche posati per terra, sui divani,
sulle poltrone…
Il
suo lettino era stata ceduto a un cugino ancora troppo piccolo e in un certo
senso Sam era contento di aver potuto dormire per terra insieme agli altri
folletti più grandi. Gli sembrava una specie di promozione sul campo. Voleva
dire che anche lui finalmente era cresciuto.
Si
avvicinò con cautela alla porta che dava direttamente sul prato e uscì
all’aperto.
In
cielo brillava ancora una falce di luna, ma non si vedeva nemmeno una stella.
Eppure
era sicuro di aver scorto un chiarore…
In
quel momento si accorse che quella luce soffusa proveniva da sud, quindi non
poteva certo trattarsi dell’alba. Ma in moto di ribellione giovanile decise
comunque di andare a dare un’occhiata.
Si
incammino per il sentiero, ignaro dell’ombra che scivolava silenziosamente alle
sue spalle.
Chissà
che ora della notte era… Non si vedevano in giro gli scoiattoli, né i ricci, né
la maggior parte degli uccellini. Solo un gufo posato su un ramo lo salutò
strizzando i suoi occhi gialli.
Il
bagliore diventava via via più intenso e Sam prese ad avanzare con cautela, con
gli occhi a terra e stando attento a non calpestare rami secchi per non fare
rumore. Intanto nell’aria iniziava a sentire un rumore di rami bruciati, di
resina e di qualcosa di appetitoso e invitante…
Quando
finalmente sollevò lo sguardo, a momenti non ruzzolò all’indietro per lo
stupore. Intorno a un grande fuoco c’erano tante creature in movimento
decisamente grandi, luminose come stelle.
Sam
le osservò a lungo stupefatto. Emettevano suoni argentini ed erano così
lucenti…
Forse
le stelle non si vedevano in cielo perché si erano date appuntamento lì nella
foresta, pensò.
Nessuno
gli aveva mai parlato di quelle riunioni di stelle, ma era piccolo e non poteva
sapere tutto. Le stelle si nutrivano di strani alimenti profumatissimi che
cuocevano sul fuoco dopo averli infilati in alcuni rami secchi. Alcuni avevano
un odore più pungente, mentre altri emanavano un odore dolce e invitante.
Deciso
ad avvicinarsi un po’ di più, si apprestò ad avanzare tra le felci. Ebbe un
tuffo al cuore quando una mano decisa lo afferrò per la collottola,
sollevandolo da terra.
«Dove
credi di andare?» gli sussurrò arrabbiato il suo fratello maggiore, dandogli
una lieve scrollata prima di rimetterlo a terra.
«Voglio
andare a vedere le stelle!» rispose Sam, ancora col batticuore.
«Non
puoi, sciocco. I folletti della tua età non dovrebbero proprio andare in giro
da soli, di notte. E comunque quelle non sono stelle.»
«Ma
brillano…»
Il
fratello annuì, rispondendo in modo più gentile: «Lo so. Sono davvero creature
luminosissime, ma altrettanto pericolose. Quelli sono umani, mio piccolo Sam. A
volte, durante la bella stagione, vengono nei boschi con quelle strane casette
fatte di stoffa, le vedi? Loro le chiamano tende. Stanno tutti insieme intorno
al fuoco e a volte cantano, e allora la loro luce diventa ancora più intensa.
Ma quando crescono, alcuni perdono la luce e diventano più bui della notte.
Sono creature meravigliose e terribili, in grado di fare cose meravigliose e
terribili. Quando diventano bui a volte attraversano la foresta con armi
micidiali, lasciandosi dietro scie di terrore e di sangue. Non puoi proprio
avvicinarti a loro più di così, fratellino. Vieni, torniamo a casa.»
Sam
si lasciò condurre di malavoglia sulla via del ritorno, voltandosi ogni tanto a
guardare ancora quelle luci splendenti.
Suo
fratello poteva dire quello che voleva, ma per lui quella sarebbe rimasta per
sempre nei ricordi come la notte in cui la foresta si era riempita di stelle.
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