Bella questa immagine vero?
Reperita sul web, ha ispirato due fiabe diversissime.
Vorrei tanto sapere quale preferite e perché. Buona domenica!
La spada
Controvoglia si era messo sotto le coperte, pronto a dormire. Era molto fiero di sé, quella sera aveva scritto la sua lettera a Babbo Natale e la mamma, quando gli aveva dato il bacio della buonanotte, aveva detto che l’avrebbe spedita subito.
Non ci volle molto ad addormentarsi nel calduccio del suo letto e iniziare a sognare i regali che avrebbe ricevuto: una bellissima bicicletta con la quale sarebbe sfrecciano per le strade intorno a casa. La vide vicino a un albero, rossa con il sellino bianco e i raggi luccicanti che sembravano quelli del sole. Rimanendo quasi infastidito da quei bagliori si voltò e fu allora che la vide, appoggiata a una roccia, di un color oro, che cambiava in mille altri colori a seconda di come la si guardava. Sì! Sì! Era proprio la spada che aveva chiesto come regalo ed eccola lì pronta per iniziare mille avventure.
Si avvicinò piano, non per paura ma quasi per rispetto, quella era la più bellissima spada che avesse mai visto ed era sua… La prese tra le mani soppesandola come farebbe un cavaliere prima di un duello. Era sorprendentemente leggera e sembrava vibrare al minimo movimento nell'aria ma, cosa ancor più sorprendente, con essa si sentì subito coraggioso, pronto ad affrontare ogni nemico … anche il più cattivo; ed iniziò a fendere l’aria a destra e a sinistra, ora in alto ora in basso e con abilità a lui sconosciuta si immedesimò fingendo di infilzare quello che sembrava essere un terribile animale, ma nella foga perse l’equilibrio e barcollando scontrò con la spada una roccia che al contatto sprigiono come un’ enorme scintilla ed allo stesso tempo un fragoroso boato… Ora si che ebbe un po' di paura e ripresosi dalla sorpresa si accorse che tutto era cambiato intorno a lui. Dov'era finita la bicicletta? e non c’era più nemmeno la ringhiera che circondava la sua casa… la sua casa?… la sua casa?… ripeteva non vedendola più. Tutto era sparito: la bici, la casa , la macchina del papà posteggiata nel vialetto … anche il vialetto con tutti i vasi di fiori che piacevano tanto alla mamma … tutto …tutto … Era solo con la sua spada in mezzo a una radura quando un altro fragoroso tuono accompagnato da una forte luce lo sorprese, ma questa volta un po' più il là, dietro agli alberi. Altri bagliori ed altri boati… incredulo del suo coraggio si avvicinò per guardare cosa stesse accadendo ed eccolo di fronte a lui: un drago che stava combattendo con un terrificante animale dalle sembianze di dinosauro, come quelli che aveva appena studiato a scuola.
La lotta tra i due era spaventosa; uno usava la coda come si usa un bastone e l’altro che schivava i colpi alzandosi in volo con le sue possenti ali, e a sua volta ricambiava con lanci di fuoco che non colpendo il rivale esplodevano sul terreno come farebbe una bomba.
Con sua sorpresa, il bimbo si accorse che, nonostante il drago fosse decisamente più piccolo dell’avversario, si alzava in volo ma invece di scappare tornava sempre nello stesso punto, dove intravide un gattino… il drago stava difendendo il … ma era Macchia il suo gatto… ma che ci faceva lì? Brandendo la sua spada si mise a fianco del drago e con indicibile ardire lo affiancò, aiutandolo nella battaglia. Ora il campo si riempì di lampi e tuoni, vuoi per le manovre del drago e vuoi per la spada, che quando colpiva sprigionava accecanti bagliori.
Il dinosauro nonostante la mole si spaventò di tutto quel fuoco e sempre più incerto indietreggiava sin tanto che di scatto si voltò e incominciò a scappare … Vittoria!
Fu allora che il drago si voltò verso il nuovo compagno e chinandosi gli si avvicinò a pochi centimetri dal viso, quasi a sfiorarlo. ”Mamma, ora mi mangia” pensò il piccolo e chiudendo gli occhi si rassegnò al peggio… quando senti qualcosa di caldo ed appiccicoso sulla guancia … il drago lo stava … baciando? “Ma i draghi non danno baci” pensò e così incuriosito aprì gli occhi e vide il suo cane Birba che gli leccava il viso per svegliarlo.
La mamma, tolto l’animale, si sedette sul bordo del letto e gli disse: “Sono fiera del mio coraggioso giovanotto, che nonostante il terribile temporale di questa notte hai dormito come un angioletto.”
... ed ecco la seconda....
Lo Specchio del Lago
C’era,
non c’era, in un tempo lontano, un giovane senza fortune e senza averi.
Trovatosi
solo per il mondo con null'altro degli abiti che indossava, decise di mettersi
in viaggio verso un luogo di cui aveva tanto sentito parlare: lo Specchio del
Lago.
Si
diceva che chiunque si specchiasse nelle acqua gelide di quel lago lontano,
vedesse all'istante il proprio destino.
Il
viaggio era lunghissimo e il giovane si incamminò di buona lena, quando finì in
un territorio funestato da un drago. Case in fiamme, raccolti distrutti e gente
in lacrime erano lo spettacolo che accompagnava ogni giorno i suoi passi.
“Ah,
se solo avessi la forza e i mezzi per salvare queste persone!” si diceva
continuando a camminare. Ma poiché non aveva la forza né i mezzi, lasciava che le
sue gambe lo portassero lontano.
Arrivò
anche in un regno che sembrava tanto prospero, ma in cui non incontrava altro
che persone tristissime. Quando chiese a un passante il motivo di tanto
sconforto, questi lo informò che la principessa di quel regno, amata da tutti,
era stata rapita da un orrendo drago. “Ah, se solo avessi i mezzi per
salvarla!” si rammaricò il giovane continuando per la sua strada.
Ma
tanta era la fretta di allontanarsi da tutto quel dolore, che smarrì la strada
e si perse tra altissime montagne.
Faceva
freddo, lassù, e non si incontrava anima viva.
Stanco
e affamato, il giovane vagò per giorni, incapace di andare avanti o di tornare da
dove era venuto. E per tutto il tempo si lamentò tra sé e sé di non avere ali
possenti come quelle di un drago, capaci di portarlo in un battibaleno oltre le
alte cime innevate.
Una
sera, mentre cercava di scaldare le membra intirizzite accanto al fuoco, cavò
dalla tasca alcune nocciole di bosco che aveva raccolto per via. Un magra cena,
invero, ma sempre meglio che dormire a pancia vuota. Ma mentre si domandava
come fare per spaccare i gusci duri come la pietra, uno scoiattolo tutto
tremante gli si fece vicino.
La
bestiola gli aprì una nocciola con i denti aguzzi e gliela lasciò lì,
guardandolo speranzoso.
“Ecco
qua,” si disse allora il giovane offrendo un’altra nocciola allo scoiattolo,
“io mi lamento di non avere la forza di un drago, ma questa creatura minuscola
e priva di tutto trova il modo di rendersi utile agli altri anche con quel poco
che ha.”
Dopo
aver condiviso con lo scoiattolo le nocciole e aver dormito con lui accanto al
fuoco, al mattino riprese il cammino e ben presto si trovò sulle sponde di un
lago scintillante. Ma quando si chinò per bere nelle sue acque cristalline,
ecco apparire nell'acqua il riflesso di un drago immenso!
Spaventato,
il ragazzo fece un salto indietro, ma avvicinandosi di nuovo cautamente
alla superficie, scoprì che il riflesso che vedeva era il suo.
Era
lui quel drago. Aveva trovato lo Specchio del Lago e quello che gli mostrava
era proprio quello che lui temeva di non aver la forza di affrontare.
Ma
sapevano tutti che lo Specchio del Lago non mentiva.
Dopo
quella visione, tutto le sue convinzioni svanirono. Ritrovò la strada per
tornare indietro e con null'altro che il proprio ingegno e il proprio coraggio
(poiché null'altro gli serviva) sconfisse il primo drago, liberò la
principessa, sconfisse l’altro drago e fu ripagato con glorie e onori.
E
mai, mai più dubitò dei propri mezzi.
Ma
fino alla fine dei suoi giorni, si dice che continuò ogni inverno a portare
nocciole di bosco agli scoiattoli che vivevano in cima alle montagne.