mercoledì 1 ottobre 2014

Le coccinelle con l'ombrello




Eccoci!

Vi spiegherò domani il perché del mio silenzio degli ultimi tempi ma, intanto, una fiaba.




Le coccinelle con l’ombrello


Era un’estate piovosa. Piovosa come non se ne ricordavano.
Uomini e animali si lamentavano di quel tempo impietoso che li costringeva a trascorrere lunghi giorni rintanati al chiuso a masticare noia.

- Ma smetterà mai di piovere? si chiedevano i ragni costruendo ragnatele inutili, i bambini guardando gli ombrelloni chiusi sulla spiaggia, gli uccellini nel nido che rimandavano ormai da troppo tempo il loro primo volo.  

Continuava a regnare il buonumore, invece, nella casetta di Madame Coccinella e dei suoi bambini. Lì, mentre una bella torta cuoceva nel forno, i coccinellini si divertivano con mille giochi diversi.
Un po’ giocavano al tiro a segno uno sulla schiena a puntini dell’altro, un po’ giocavano a mimetizzarsi (il che non era facile dato il colore rosso acceso), un po’ leggevano libri di fiabe. Ma i giorni passavano, la pioggia non cessava e i giochi consueti ormai iniziavano a venire un po’ a noia.

Prima che la situazione peggiorasse, Madame Coccinella decise di che era tempo di fare una gita.

- Una gita? Ma piove! provarono a ribattere i piccoli.
- Ebbene, che piova! rispose senza scomporsi la mamma, mentre un grande sorriso le si disegnava sul musetto furbo.
- Ho giusto avuto un’idea…

La vecchia macchina da cucire fu messa all’opera, mentre una bella foglia lucida di magnolia veniva faticosamente portate in casa.
– Su, svelti! sollecitava  Madame, sfregandosi le zampette.

In men che non si dica, ecco confezionati tanti splendidi ombrellini tutti verdi e lucenti.

- E adesso, in marcia!

I ragni smisero di tessere le loro tele per osservare la famigliola, tutta felice e baldanzosa, che se ne andava a spasso per il prato con quegli strani arnesi.   
Ragno Chinotto, che giustappunto stava appeso a riposarsi in un angolo della cucina, rimase tanto sorpreso che ruzzolò dritto nella farina. Ne uscì tutto bianco come una spuma di birra e da quel giorno diventò noto a tutti come Ragno Spuma.
Per fortuna, aveva un buon carattere e non se la prese.

Le coccinelle in fila indiana continuavano la loro marcia, su e giù per i fili d’erba del giardino, e poi con decisione sui rami più bassi della robinia che, vedendo quello spettacolo, iniziò a ridere a più non posso. Avete mai visto una robinia ridere? No? È proprio da non perdere. Le foglioline leggere e i fiori bianchi si scuotono tutti, tanto che alla fine, invece di una albero, sembra di vedere solo una cascata bianca e verde di leggera allegria.

E le coccinelle su su per i rami, quasi impettite con i loro ombrellini ben alti sulla testa.
- Basta, basta. Per carità! implorò infine la robinia.
- Vi regalo volentieri uno dei miei fiori per cappellino. Uno a ciascuno di voi. Basta che scendiate.

E così fu fatto. A ogni coccinella fu regalato un bel fiore, che messo sul capino faceva una gran bella figura. Ma di mollare gli ombrellini, le coccinelle non ne vollero proprio sapere. Saltarono giù dai rami della robinia, spalancando le alucce.

Solo che gli ombrellini le facevano ruotare in modo strano, tanto che giunsero a terra ridendo come matte e vorticando come i semi degli aceri.

Gli uccellini, per guardare quello spettacolo, si sporsero tanto dal nido che ruzzolarono giù anche loro e finalmente provarono l’ebbrezza del primo volo.
Anche i bambini, visto quell’insolito spettacolo, uscirono in giardino sotto la pioggia fine per giocare con le pozzanghere e fare torte di fango.

Fu un pomeriggio pieno di risate e di allegria, quello. Tanto che la pioggia, alla fine, si mise a ridere anche lei e lasciò spazio a un bellissimo arcobaleno.
I giorni di brutto tempo erano finiti, ma l’estate no e tanti altri bei giochi attendevano la famiglia di coccinelle, che però continuò a conservare gli ombrellini dietro alla porta, perché non si sa mai…




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