domenica 3 agosto 2014

La stella cadente

La stella cadente

Era una fredda notte di dicembre, una di quelle notti in cui anche il cielo sembra fatto di ghiaccio trasparente.
Le stelle brillavano gelide, come dietro uno spesso vetro.
E in quel cielo, appunto, una stellina attaccata male  si reggeva come meglio poteva e guardava giù, alla città di Assisi, con le sue stradine senza tempo.
Laggiù, minuscoli in quella distesa di freddo, un uomo e una donna guardavano stupiti a naso in su la volta celeste, stranamente piena di stelle.
Erano sposi da poco e in cerca di presepi, che però ancora non erano pronti, perché mancava ancora troppo tempo a Natale.
Guardando le due figurine, la stella si sporse un po’ troppo e di colpo cadde in quel cielo da presepe, lasciandosi dietro una scia d’oro.
La donna che la osservava fu veloce a formulare un desiderio e la stella lo udì: “Un bel bambino…”
Ma ovviamente in quel momento la stella aveva altro a cui pensare. Cadde a testa in giù, tra le dolci onde delle colline e per il gran colpo perse la memoria.
La stellina si risvegliò che ormai era giorno, con un gran mal di capo e la sgradevole sensazione di dover fare qualcosa di importante.
Già… ma che cosa?
“Boh, mi verrà in mente…” pensò la stellina rialzandosi tutta ammaccata e guardandosi intorno. C’era molto da scoprire, per qualcuno abituato al silenzio del cielo. Sulla terra, la vita era chiassosa, piena di gente, di colori e di movimento.
La stellina vagò a lungo, attratta da sensazioni sconosciute, nuovi luoghi e persone, fino a quando, nel suo vagabondare, arrivò sulla riva del mare.
Alla stellina piacque moltissimo, così azzurro e immenso. “Sembra il mio cielo,” pensò istintivamente, colta da un’onda di malinconia.
E così si ricordò di quando era appesa lassù, tra le compagne che le raccomandavano “Reggiti. Reggiti forte. Non è ancora il tempo per le stelle cadenti.”
Il tempo delle stelle cadenti! Ora ricordava. C’era una notte dell’anno in cui le stelle si lanciavano a frotte giù dal cielo, ridendo come matte.
E le persone laggiù le guardavano e affidavano a quelle stelle i loro desideri.
Ma quando era quella notte?
“Pensa, stellina, pensa!” si incoraggiò da sola. Ma la sua testolina ammaccata non voleva proprio ricordare. Così passò molto tempo, fino a quando, in una sera d’estate si trovò a passeggiare di notte sulla spiaggia e si accorse che era piena di gente a naso in su.
“Ne ho vista una!” esultava qualcuno. “Dai, dimmi che cosa hai desiderato!” esclamava un altro. “Non posso, perché se te lo dico poi il desiderio non si avvera.”
 La stellina guardò in su. Eccole lì, le sue compagne, che si lanciavano giù una dopo l’altra, lasciandosi dietro lunghe scie d’oro.
“Come vorrei ricordare,” pensò la stellina proprio mentre una bella stella attraversava il cielo.
La stella cadente la guardò e immediatamente la stellina ammaccata ricordò tutto. Le due figurine nel gelo di dicembre, la caduta, la donna che chiedeva “Un bel bambino…”
Santo cielo! Doveva sbrigarsi! C’era un desiderio da esaudire. Si unì alla folla di stelle cadenti affaccendate per esaudire i desideri, ma non aveva proprio idea di dove andare a trovare quella coppia. Per fortuna, le stelle cadenti hanno alcuni poteri magici e alla fine la stellina fece bene il suo dovere.
Per ricompensa, le fu concesso di tornare in cielo. Attaccata per bene, questa volta.
Da allora ogni anno, così vicino alla notte delle stelle cadenti, lei guarda giù per ammirare gongolante quello che è stato davvero un bel bambino, e che poi è diventato un giovanetto e un giovane uomo, e che anche in onore della “sua” stella cadente porta il nome di Lorenzo.
Ogni anno, lei si unisce ai suoi cari per fargli gli auguri di buon compleanno e ogni anno i suoi cari alzano gli occhi al cielo per ringraziare ancora una volta la stellina attaccata male del meraviglioso desiderio esaudito.


Auguri Lorenzo!


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