sabato 12 aprile 2014

Il était une fois...






Scrivere, in generale, è un mestiere come un altro. Me ne rendo conto quando sbuffo sui comunicati stampa o su qualche articolo che non ho voglia di scrivere. Ma c'è un momento, quando si cerca l'ispirazione o un'idea, che invece è più simile a uno stato d'animo.
C'è pace, calma, un modo diverso di guardare quello che ci circonda.
Come ho scritto  ieri, a volte tutto quello che dobbiamo saper fare è guardare quello che la vita ci mette davanti.
Se qualcuno volesse scrivere una fiaba e non osasse, magari perché non lo ha mai fatto, vorrei che trovasse in queste pagine il supporto che gli serve per lanciarsi.
Perché si impara. Mi sembra ieri, quando sono entrata in una redazione per la prima volta con un master sottobraccio, un premio letterario nel cassetto e una fifa tremenda.
E mi ricordo uno per uno i "magoni" che ho buttato giù per le lavate di capo dei caporedattori o dei direttori, quando qualcosa che avevo scritto non andava o quando non riuscivo a scrivere l'articolo che avevo in mente nei tempi stabiliti.
Ma si impara. Sono grata a tutti gli ottimi maestri che ho avuto, nel corso degli anni. Perché mi hanno insegnato a sedermi al tavolo e a scrivere anche quando l'ispirazione sembra essersi andata a nascondere chissà dove, e a mettere insieme lo stesso un lavoro, magari non magnifico, ma onesto.
Per le storie, poi, la ricerca di quel "qualcosa" che può metterle in moto è un attimo magico. A volte è una domanda oziosa mentre ancora mezzo addormentati ci beviamo il caffè: "Che cosa succederebbe se..." se gli animali potessero parlare, se diventassi all'improvviso altissima o minuscola, se la farina di riso della pappa per bambini si trasformasse in neve, se nascosta in un angolo della stanza ci fosse una fata, se si potesse davvero camminare sull'arcobaleno per arrivare... dove?
Altre volte è un'immagine, una frase catturata passando per strada, qualcosa che leggiamo e che all'improvviso ci fa scoccare quella scintilla che ci fa dire: "Qui c'è una fiaba nascosta, qui c'è una bella storia!"
Mi è piaciuto moltissimo, leggendo Vita di Pi, il racconto dello scrittore che sta scrivendo faticosamente un romanzo, ma poi qualcuno gli dice che ha una storia per lui e all'istante lui abbandona quello che sta scrivendo e si butta sulla nuova storia. Perché lo chiama.
In quelche modo, le storie adatte a noi ci chiamano.
Basta solo ascoltare.

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