Fiaba di Federica Rossi di Inchiostro Rosa
Corvina
Aveva
bellissimi occhi neri come la pece e i capelli, neri anch'essi, erano lucidi e
raccolti in una lunga treccia. Il suo nome era Corvina ed era figlia della dama
di compagnia della regina Elena. Sua madre apparteneva ad una antica famiglia
di nobili decaduti ed in gioventù era stata grande amica della principessa
Elena. Quando Elena era stata scelta in moglie da Re Augusto, aveva portato con
sé Bianca e la piccola Corvina.
Elena
stessa aveva avuto una figlia...bionda e delicata come un pulcino, cresciuta in
bellezza, bontà e grazia, ma così delicata e sensibile da far pensare che mai
avrebbe potuto affrontare tutte le responsabilità di una futura regina.
Corvina
e Floriana, così si chiamava la principessa, erano molto legate, avevano
giocato insieme per tanti anni e condiviso i precettori reali, entrambe avevano
ricevuto un'ottima istruzione, in più Corvina eccelleva nell'arco e nel
maneggiare la spada. A vederla duellare, non avresti saputo dire fosse uomo o
donna.
Ora
che non erano più bambine sognavano il loro futuro...
Floriana
si vedeva accanto ad un saggio e premuroso principe reggente. Corvina non era
sicura di volersi sposare ma era certa che avrebbe avuto una vita piena di
avventure ed esperienze eccitanti.
Entrambi
i sogni, però, furono infranti, allorché una grande guerra vide coinvolto Re
Augusto ed i suoi alleati. Il perfido Re Marco, che da tempo minacciava i
confini del regno di Augusto, decise di invaderlo con il suo forte esercito
portando morte e distruzione, dapprima nelle periferie e poi sempre più vicino
al castello, che in breve venne assediato.
Il
Re Augusto, d'accordo con la regina e la sua dama, decise di allontanare le due
giovani che vennero affidate al capitano della guardia reale, perché le
portasse in salvo presso qualche regno amico. Consegnarono alla principessa
l'anello con il sigillo, perché potesse farsi riconoscere, una lettera e dei
denari che garantissero un viaggio tranquillo. Le fanciulle abbracciarono i
genitori e non senza riluttanza lasciarono la loro amata casa travestite da
contadine. Si muovevano per vie secondarie, senza parlare con nessuno,
fermandosi solo in locande fuori mano. Floriana tremante si stringeva a Corvina
che con aria sicura si muoveva nel buio e tra la gente. Il capitano però
cominciava a dare segni di impazienza e cominciava a mancare di rispetto alle
giovani, finché una notte Corvina, che non riusciva a prendere sonno, ascoltò
per caso una conversazione fra alcuni balordi e colui che avrebbe dovuto scortarle.
Le
intenzioni del capitano erano chiare, le avrebbe vendute per pochi denari,
derubandole della lettera e dell'anello. Corvina che era assai coraggiosa balzo
fuori all'improvviso e con scatto felino rubò la spada al capitano,
trafiggendolo a morte. Poi affrontò i due omacci che, impreparati ad una simile
avversaria, caddero sotto i suoi colpi. Poi veloce tornò in camera. Andò allo
specchio e si tagliò la lunga treccia nera, smise gli abiti da donna, prendendo
in prestito alcuni vecchi indumenti da uomo, appartenuti al figlio della
locandiera ed insieme alla sgomenta Floriana, che ancora non aveva compreso
l'accaduto, lasciò il posto alle prime luci dell'alba.
Da
quel momento Corvina nascose le sue vere sembianze sotto abiti maschili, per
meglio difendere se stessa e la principessa.
Le
due donne non parlavano mai con nessuno, quando necessitavano di cibo e
alloggio Corvina abbassava il tono della voce e nessuno sospettava mai nulla.
Attraversarono
molti paesi devastati dalla guerra, condivisero la fame e il freddo con la
gente che aveva perso tutto durante i crudeli attacchi dell'esercito di Re
Marco.
Giunte
quasi al confine, le due donne si imbatterono in un piccolo gruppo di soldati
capeggiati da un giovane condottiero. Il capitano, dalla figura forte e sicura,
portava una bella barba bruna e aveva occhi intensi e dolci. Corvina sentì le
sue guance arrossire allorché quegli occhi si posarono su di lei. Il giovane si
offerse di scortare la bionda fanciulla ed il suo accompagnatore fino ad un
luogo sicuro ma, proprio in quel momento, vennero accerchiati da una marmaglia
di ladroni in cerca d'oro e di armi. Immediatamente cominciò la battaglia e
Corvina, mettendo in salvo l'amica, si battè con audacia a fianco del giovane,
al quale infine salvò la vita. I pochi ladroni rimasti si diedero alla fuga.
Il
giovane condottiero ringraziò calorosamente lo sconosciuto e, presentandosi
come il principe Ruggero di Terrabruciata, lo invitò, insieme alla donna che
proteggeva, presso il suo castello.
Le
due fanciulle conoscevano il regno di Terrabruciata e sapevano che il suo
sovrano era un buon amico di Re Augusto. Quindi seguirono fiduciose il
principe.
Arrivati
a palazzo gli ospiti furono accompagnati in calde e accoglienti stanze.
Dopo
molto tempo poterono ritemprarsi con un bel bagno e riposare in morbide
lenzuola.
Furono
dati abiti nuovi ad entrambe, una bella veste color del cielo a Floriana ed un
completo di velluto blu al suo coraggioso accompagnatore. E così abbigliate le
due fanciulle si presentarono ai sovrani. Tutta la corte rimase abbagliata
dalla bellezza soave di Floriana e quando questa presentò la lettera del padre
e mostrò l'anello col sigillo reale l'accoglienza fu ancora più calorosa. Ma la
sorpresa maggiore fu il momento in cui Floriana rivelò a tutti l'identità della
sua scorta, che sfilandosi il copricapo lasciò cadere sulle spalle gli
splendidi capelli neri, che nel frattempo erano ricresciuti.
Il
principe Ruggero rimase estremamente colpito dalla bellezza di Corvina e
ricordando la sua maestria nella battaglia e il suo coraggio, se ne innamorò
perdutamente.
D'altro
canto l'avvenenza e la dolcezza di Floriana avevano fatto breccia nel cuore di
Renato, il fratello minore di Ruggero.
Il
re e la regina non poterono che approvare queste felici unioni.
Ben
presto la guerra finì e il prepotente Re Marco fu sconfitto ed ucciso in
battaglia. Floriana poté riabbracciare i suoi genitori e Corvina la sua amata
mamma.
Poi
entrambe convolarono a nozze e vissero felici per lungo tempo accanto ai loro
sposi, condividendo oneri e onori, dimostrandosi entrambe regine sagge e
virtuose.
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