domenica 3 dicembre 2017

In una foresta di stelle



...ed ecco la fiaba di oggi. Buonanotte. Buone fiabe


In una foresta di stelle

Sam non aveva il permesso di uscire prima che fosse mattino, visto che era un folletto piccolo di appena 107 anni, ma quella notte la luce proveniente dalla foresta sembrava DAVVERO il sorgere del sole.
Gettò un’occhiata ai gemelli che dormivano accanto a lui in un unico sacco a pelo e si mosse con cautela per oltrepassare senza far rumore le almeno altre sette persone, tra cugini e fratelli, che ingombravano il pavimento della stanza, ricavata come le altre all’interno di una grande quercia.
A Sam piaceva molto, la casetta nel bosco in cui viveva con la famiglia, ma quando arrivavano i parenti in visita le tre stanze da letto e il soggiorno diventavano una specie di accampamento, con bambini e ragazzi che dormivano nei sacchi a pelo, sui materassi di foglie secche posati per terra, sui divani, sulle poltrone…
Il suo lettino era stata ceduto a un cugino ancora troppo piccolo e in un certo senso Sam era contento di aver potuto dormire per terra insieme agli altri folletti più grandi. Gli sembrava una specie di promozione sul campo. Voleva dire che anche lui finalmente era cresciuto. 
Si avvicinò con cautela alla porta che dava direttamente sul prato e uscì all’aperto.
In cielo brillava ancora una falce di luna, ma non si vedeva nemmeno una stella.
Eppure era sicuro di aver scorto un chiarore…
In quel momento si accorse che quella luce soffusa proveniva da sud, quindi non poteva certo trattarsi dell’alba. Ma in moto di ribellione giovanile decise comunque di andare a dare un’occhiata.
Si incammino per il sentiero, ignaro dell’ombra che scivolava silenziosamente alle sue spalle.
Chissà che ora della notte era… Non si vedevano in giro gli scoiattoli, né i ricci, né la maggior parte degli uccellini. Solo un gufo posato su un ramo lo salutò strizzando i suoi occhi gialli.
Il bagliore diventava via via più intenso e Sam prese ad avanzare con cautela, con gli occhi a terra e stando attento a non calpestare rami secchi per non fare rumore. Intanto nell’aria iniziava a sentire un rumore di rami bruciati, di resina e di qualcosa di appetitoso e invitante…
Quando finalmente sollevò lo sguardo, a momenti non ruzzolò all’indietro per lo stupore. Intorno a un grande fuoco c’erano tante creature in movimento decisamente grandi, luminose come stelle.
Sam le osservò a lungo stupefatto. Emettevano suoni argentini ed erano così lucenti…
Forse le stelle non si vedevano in cielo perché si erano date appuntamento lì nella foresta, pensò.
Nessuno gli aveva mai parlato di quelle riunioni di stelle, ma era piccolo e non poteva sapere tutto. Le stelle si nutrivano di strani alimenti profumatissimi che cuocevano sul fuoco dopo averli infilati in alcuni rami secchi. Alcuni avevano un odore più pungente, mentre altri emanavano un odore dolce e invitante.
Deciso ad avvicinarsi un po’ di più, si apprestò ad avanzare tra le felci. Ebbe un tuffo al cuore quando una mano decisa lo afferrò per la collottola, sollevandolo da terra.
«Dove credi di andare?» gli sussurrò arrabbiato il suo fratello maggiore, dandogli una lieve scrollata prima di rimetterlo a terra.
«Voglio andare a vedere le stelle!» rispose Sam, ancora col batticuore.
«Non puoi, sciocco. I folletti della tua età non dovrebbero proprio andare in giro da soli, di notte. E comunque quelle non sono stelle.»
«Ma brillano…»
Il fratello annuì, rispondendo in modo più gentile: «Lo so. Sono davvero creature luminosissime, ma altrettanto pericolose. Quelli sono umani, mio piccolo Sam. A volte, durante la bella stagione, vengono nei boschi con quelle strane casette fatte di stoffa, le vedi? Loro le chiamano tende. Stanno tutti insieme intorno al fuoco e a volte cantano, e allora la loro luce diventa ancora più intensa. Ma quando crescono, alcuni perdono la luce e diventano più bui della notte. Sono creature meravigliose e terribili, in grado di fare cose meravigliose e terribili. Quando diventano bui a volte attraversano la foresta con armi micidiali, lasciandosi dietro scie di terrore e di sangue. Non puoi proprio avvicinarti a loro più di così, fratellino. Vieni, torniamo a casa.»
Sam si lasciò condurre di malavoglia sulla via del ritorno, voltandosi ogni tanto a guardare ancora quelle luci splendenti.
Suo fratello poteva dire quello che voleva, ma per lui quella sarebbe rimasta per sempre nei ricordi come la notte in cui la foresta si era riempita di stelle.


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