venerdì 22 dicembre 2017

Oscar Cuoreduro


Oscar Cuoreduro

Il Mendicante camminava per le strade affollate della città, invisibile ai più.
Solo i bambini lo guardavano pieni di curiosità, intuendo che quel vecchio dalla barba bianca non era un uomo come gli altri.
Avevano ragione, naturalmente. L’uomo era un potente mago, che aveva scelto il travestimento più adatto per non essere visto da colui che doveva tenere d’occhio.
E di tutte le persone che non prestavano la minima attenzione ai mendicanti, Orcar Cuoreduro era di certo il campione.
Non era una cattiva persona, almeno non come si intende di solito. Anzi, al lavoro era molto apprezzato per la sua capacità di essere professionale e gelido, senza mai prenderla “sul personale”.
Per Oscar, niente era abbastanza personale da meritare la sua attenzione. Non faceva effettivamente del male a nessuno, ma la sua indifferenza a volte era ugualmente dannosa.
Per lui non solo i mendicanti erano invisibili, ma anche i bambini, gli animali, specialmente se piccoli e in difficoltà, le donne per cui non aveva interesse, che lui definiva “donnette”. Anche con gli uomini, non andava molto meglio. Prestava attenzione solo a quelli più potenti di lui e che potevano in qualche modo aiutarlo a fare carriera. Gli altri, tutti gli altri, erano solo “gente” senza volto e senza nome, esseri inutili che gli intralciavano la strada.
Non era mai, mai accaduto che Oscar Cuoreduro avesse un semplice gesto di gentilezza per un suo simile. Non aveva mai ceduto il posto a sedere a qualcuno sui mezzi pubblici, non aveva mai soccorso una persona colta da malore proprio davanti a lui, non aveva mai tenuto una porta aperta per permettere a qualcuno di passare. Non si era mai preso cura di niente e di nessuno. Se un cucciolo abbandonato guaiva per la tristezza o il dolore proprio ai suoi piedi, lo scavalcava indifferente e proseguiva per la sua strada.
Era inevitabile che prima o poi un simile campione di indifferenza attirasse l’attenzione del mondo magico, e il Mendicante lo stava seguendo proprio per quel motivo.
Era giunto il momento della resa dei conti.
La strada in cui abitava Cuoreduro era graziosa, ma non molto frequentata a quell’ora di sera.
Il Mendicante lo aveva preceduto e lo attendeva seduto su una panchina, al freddo. Al passaggio di Oscar, tese la mano, ma lui come sempre lo scansò come se non lo avesse nemmeno visto e fece per allontanarsi.
Solo che le gambe smisero di obbedirgli e si trovò immobile accanto alla panchina. Istintivamente, si voltò allora verso il Mendicante per chiedere aiuto, ma nemmeno la voce rispondeva più ai suoi comandi. Oscar abbassò lo sguardo, e si accorse di essere diventato un lampione, in tutto e per tutto simile agli altri che illuminavano la via.
Solo allora, il Mendicante gli parlò: “Ora prenderai un po’ della tua stessa medicina, caro mio.”
Oscar cercava disperatamente di chiedergli aiuto con lo sguardo, ma il mago se ne andò senza voltarsi indietro.
Da quel giorno, Oscar ebbe l’occasione di capire che cosa si prova, quando tutti ti trattano con indifferenza. Gli unici che gli prestavano un po’ di attenzione, ormai, erano i cani che lo annusavano brevemente prima di alzare la zampetta. A volte qualcuno si appoggiava a lui per riprendere fiato, ma poi se ne andava senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Di notte, Oscar illuminava la strada per i passanti, ma nessuno lo ringraziava o si preoccupava per lui.
Stagione dopo stagione, Oscar imparò a prestare attenzione agli altri, per non morire di solitudine e di noia. Costretto finalmente a osservare i suoi simili, prese ad affezionarsi a quelli che vedeva più spesso. Persino i cani, adesso, gli erano simpatici e i gatti che a volte si strofinavano contro di lui gli facevano quasi piacere, con le loro pellicce morbide. Imparò a sopportare pazientemente i piccioni appollaiati sulla sua testa e ad assistere alle lunghe notti inquiete dei mendicanti che a volte trascorrevano la notte sulla panchina accanto a lui, cercando di difendersi come potevano dal freddo e dall’umidità della notte.  Imparò a conoscere le persone che frequentavano quella via, sentendosi sempre più partecipe delle loro gioie e dei loro dolori.
Una notte, quando iniziò a piovere sull’ennesimo mendicante che cercava di dormire sulla panchina, preso da compassione afferrò un ombrello dimenticato da chissà chi, e lo aprì per proteggere il poveretto dalla pioggia. Quando il Mendicante lo guardò e lo ringraziò, Oscar finalmente lo riconobbe. In quell’istante tornò a essere un uomo, o forse iniziò allora per la prima volta a essere un uomo, chissà.
Quello che è certo, è che da allora Oscar fu una persona davvero per bene.   



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