sabato 2 dicembre 2017

Il cappello di Orlando



Ancora una fiaba per oggi.
Della bravissima Federica Rossi di Inchiostro Rosa



Il Cappello di Orlando

C'era una volta una povera famiglia che viveva in una povera casa ai confini del bosco. Il padre lavorava il legno ma le sue mani si erano così rovinate nel tempo che non era più in grado di creare nulla. La sua sposa faceva qualche commissione per le signore benestanti del paese vicino ma tanto erano caduti in povertà che ormai la gente li guardava con un certo disappunto e non gradiva più averli intorno.
I due vecchi avevano tre figlioli, un maschio e due femmine. Le fanciulle erano belle e gentili, ma chi mai poteva desiderare di sposarle, miserelle com'erano?
Il fratello, che era il minore, si chiamava Orlando ed era poco più che un ragazzo, però ogni notte, guardando i vecchi travi polverosi del soffitto, si rattristava pensando al destino della sua famiglia.
E fu così che una mattina andò da suo padre e disse:
-Non posso più rimanere qui aspettando che qualcosa accada...papà mio, vado a cercare fortuna fuori di qui e non tornerò finché non sarò certo di portare buone novelle per voi tutti.-
Il vecchio commosso lo abbracciò forte e avrebbe voluto forse dissuaderlo, ma in fondo cosa mai avrebbe potuto combinare rimanendo in quella casa?
Mamma lo baciò sulla fronte e gli preparò un fagottino con le poche provviste rimaste e qualche moneta, mentre le due sorelle piangevano in un angolo e lo pregavano di tornare presto al loro affetto.
Orlando prese la sua casacca, quel poco che gli veniva offerto, mise le scarpe buone e senza girarsi indietro lasciò la casa verso l'ignoto.
Camminava già da qualche ora e cominciava a sentire una certa stanchezza, quando per via incontrò due tipi malconci.
Siccome si era seduto sul margine della strada per mangiare un boccone, i due si avvicinarono e chiesero se potessero condividere con lui qualche attimo di riposo.
-Ma certamente- fece il ragazzo - E' tanto che cammino solo e faccio volentieri due chiacchiere.-
Così raccontò della sua famiglia e dei suoi propositi e aprendo il fazzoletto della madre offerse quel po' di cibo ai nuovi amici.
Lo sguardo dei due cadde subito sulle monete e strizzandosi l'occhio vicendevolmente, tirarono fuori una bottiglia di vino.
-La tenevamo in serbo per una buona occasione e cosa c'è di meglio che festeggiare il successo di una missione così meritevole e coraggiosa?-
I tre stapparono la bottiglia e Orlando, che non aveva mai bevuto vino, lo trovò delizioso e se ne fece più di un bicchiere fino ad addormentarsi...
Si svegliò che era già sera e con un gran mal di testa. Dei due uomini nessuna traccia, come pure delle provviste, dei denari e persino delle sue scarpe buone!
Orlando cominciò a darsi picchi sulla testa e a chiamarsi scimunito!
E mentre così continuava, si incamminò nuovamente ma con molto meno entusiasmo.
Era notte ed una piccola carrozza gli passò accanto. Rallentò un poco e poi si fermò. Una voce gentile lo chiamò dall'interno e lo invitò ad entrare...Orlando adesso era molto più diffidente ma aveva così freddo e così tanto dolore ai piedi che non resistette ed entrò nella carrozza.
Dentro una bella Signora lo salutò con garbo e poi diede ordine di riprendere il viaggio.
-Cosa ci fai solo per via? L'ora è tarda e tu non sei abbigliato in modo consono per viaggiare...-
-Gentile Signora, ho avuto una brutta disavventura! Sono stato derubato dei miei pochi averi da due furfanti. Ora sono senza soldi e senza scarpe...ed erano le mie migliori!-
La bella donna lo guardò con pietà e dolcezza e risoluta lo confortò:
-Per stanotte dormirai a casa mia e domani vedrò di donarti io quel che ti occorre. Stasera mangerai e ti metterai in forza e domani proseguirai il viaggio.-
Così Orlando passo la notte al caldo e trovò nella dolce Signora una vera amica, che lo ascoltò, lo consigliò ed il giorno seguente lo equipaggiò di una calda giacca di lana, due robuste scarpe stringate e uno zaino carico di provviste e denari. Prima di lasciarlo, nel raccomandarsi ancora, gli fece l'ultimo regalo.
-Questo cappello ti coprirà dalla pioggia e ti salverà dai malintenzionati. Non lasciarlo mai incustodito e quando avrai trovato la tua fortuna riportalo a me!-
E con questo lo baciò sulla fronte e lo mandò via.
Orlando, riposato, camminò di buona lena e presto arrivò nel paese di Sassomalocchio.
Non sapeva neppure lui da dove cominciare, così entrò in una locanda e domandò all'oste e alla gente intorno se ci fosse qualcuno che desse lavoro.
Gli indicarono il proprietario di una grande fattoria poco distante.
Detto fatto, Orlando si presentò al fattore il quale, vedendolo giovane e volenteroso, decise di metterlo alla prova.
Il giorno seguente andarono assieme al mercato, il padrone voleva acquistare qualche giumenta per aumentare la propria mandria.
Mentre guardavano le belle bestie, si avvicinò un venditore, indicando loro un gruppetto di mucche.
-Prendete queste- disse sorridendo- vanno d'accordo l'une con le altre e non hanno problemi di inserimento...-
Ma mentre il venditore parlava, Orlando poteva ascoltare i suoi pensieri e quello che dicevano era molto diverso...
-Forse oggi riuscirò a sbarazzarmi di queste mucche disgraziate! Non danno latte e ogni giorno sono sempre più intrattabili!-
Il ragazzo non credeva ai suoi orecchi e si precipitò a fermare il suo datore dall'incauto acquisto. Disse che le mucche non sembravano ubbidire ai suoi comandi e chiese la prova che dessero latte. Ovviamente il venditore non fu in grado di provarlo e il fattore comprò le sue mucche altrove. Il buon uomo ringraziò caldamente Orlando e lo promosse a suo braccio destro!
Il giovane ancora non si capacitava di come avesse potuto leggere il pensiero di quel tipaccio ma si rese ben presto conto che ogni volta che portava il suo bel cappello, era sempre in grado di smascherare chiunque lo stesse ingannando.
Nella Fattoria trovò la sua fortuna e presto divenne importante e benestante, sposò la bionda figlia del fattore e con lei si mise in viaggio per andare a trovare la sua famiglia e portarla con sé. Come furono felici i suoi vecchi di riabbracciarlo e quanto furono lieti della buona stella che aveva sorriso al loro figliolo.
Raccolsero le poche cose importanti e cominciarono il lungo viaggio verso la loro nuova vita.
Durante il cammino però Orlando fermò la carrozza. Lasciò le redini al padre e pregò loro di continuare. Per sé trattenne un cavallo e salito in sella sparì nel bosco.
Non ci mise molto che arrivò alla casa della sua benefattrice.
La trovò in giardino e le cadde ai piedi piangendo.
La Signora capì che erano lacrime di gratitudine e sorrise invitandolo ad alzarsi.
-Sono felice che tutto sia andato per il meglio e che tu abbia trovato la tua strada...ci vuole coraggio per non perdere la speranza, ci vuole coraggio per essere altruisti e generosi, specie in questo mondo pieno di gente cattiva che si approfitta di chi ha meno esperienza e più fiducia. Adesso sei cresciuto ed hai imparato a conoscere meglio l'animo umano...guarda gli occhi di chi ti sta davanti...in loro troverai sempre la verità-
Così la Signora riprese indietro il cappello...baciò nuovamente Orlando in fronte e lo mando via.


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