mercoledì 14 maggio 2014

Il portafogli magico

Questa sera la stanchezza non è niente in confornto alla soddisfazione di vedere la pagina della Disfida su Facebook che cresce, riceve apprezzamenti e si riempie di magia e d'incanto.
E a proposito di magia e d'incanto, condivido con voi questa piccola perla:

 ..."Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo.
Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti."

Pablo Neruda

E adesso, come ogni sera, la fiaba di oggi:

Il portafogli magico

Mani in tasca e testa bassa, Tommaso camminava per le vie della città immerso nei suoi pensieri.
E forse fu una fortuna quel camminare a testa bassa, perché a un certo punto vide un portafogli per terra. Quasi non ci fece caso, ma poi si abbassò a raccoglierlo e si guardò intorno per vedere chi potesse averlo perso.
I passanti andavano ognuno per i fatti propri, così Tommaso si infilò il portafogli in tasca, pensando che sicuramente avrebbe trovato all’interno qualcosa che potesse aiutarlo a rintracciare il proprietario.
Magari, con un po’ di fortuna, avrebbe ricevuto una piccola ricompensa dopo aver riconsegnato quell’oggetto. 
Tornato a casa, tirò fuori il portafogli proprio mentre la mamma diceva al papà: “Ti sei ricordato della gita scolastica dei bambini? Domani devono portare i soldi a scuola.”
“Già, anche la gita scolastica” disse papà scuotendo la testa. Tommaso sapeva che in quel periodo c’erano un sacco di spese. Si avvicinò per mostrare ai genitori il portafogli che aveva trovato.
Il padre lo prese e lo aprì.
Era pieno di banconote che sembravano nuove, tutte disposte ordinatamente. “Sicuramente ci sarà qualcosa che ci aiuterà a individuare il proprietario,” disse il papà frugando pazientemente in ogni taschino.
Niente.
Quel portafogli conteneva solo le banconote.
Esaminò l’esterno, per vedere se ci fosse qualche etichetta, uno scontrino, delle iniziali…
Niente di niente.
Alla fine, contò le banconote prima di riporle nuovamente all’interno.
Erano 500 euro belli tondi, suddivisi in banconote di tagli diversi.
Alla fine, decisero di lasciare il portafogli sul tavolo e di pensare meglio al da farsi l’indomani, dopo una bella dormita e a mente fresca. Ma il mattino dopo non avevano ancora trovato una soluzione. Così, alla fine decisero di prelevare da quel portafogli il denaro per la gita scolastica di Tommaso e del fratellino, con l’intento di rimetterlo a posto alla prima occasione.
Ma quella sera, quando il papà  riprese il portafogli per rimetterci le banconote utilizzate, vide che conteneva esattamente lo stesso importo della sera prima.
“Ma non ti servivano i soldi per la gita dei bambini?” chiese alla moglie
“Sì, li ho presi, come mi avevi detto tu.”
Insomma, ci misero tutti un po’ a rendersene conto, ma qualunque cifra si prelevasse da quel portafogli magico, quello conteneva sempre esattamente 500 euro.
Quella ricchezza inaspettata fece molto comodo in famiglia, e ci furono diverse occasioni per apprezzare quel dono del destino e per dare una mano a parenti e amici. Ma,  come si dice, il destino da, il destino prende.
Una vicina che non aveva mai degnato Tommaso nemmeno di uno sguardo, iniziò a fargli mille moine, e ad aspettarlo sul pianerottolo per invitarlo a fare merenda da lei con latte e biscotti.
A Tommaso quella vicina non era molto simpatica, ma alla fine cedette e un giorno accettò di fare merenda da lei, pensando: “Poverina, si sentirà sola e avrà bisogno di un po’ di compagnia.”
Macché. La vicina aveva ben altro in mente, e tra un biscottino e l’altro riuscì a farsi raccontare da Tommaso la causa di quella improvvisa prosperità della sua famiglia.
Immediatamente fu rosa dall’invidia e iniziò a escogitare tutti i modi per cercare di entrare in casa di Tommaso. Per fortuna, i genitori gli avevano insegnato che non bisogna mai fare entrare estranei in casa e Tommaso era una ragazzino giudizioso. Però la vicina era astuta e un giorno approfittò del fatto che la mamma era scesa un momento in portineria per suonare il campanello. Tommaso chiese “Chi è?” e la vicina gli disse che era un’emergenza e lo pregò di aprirle. Tommaso era di buon cuore e alla fine aprì la porta e la donna gli infilò una serie di bugie su un conto che doveva assolutamente pagare e gli chiese 10 euro. In realtà, era tutta una scusa per vedere dove tenevano il portafogli magico e quando Tommaso, ingenuamente le porse una banconota da 10 euro tenendo il portafogli magico in mano, lei velocissima gli diede uno spintone e glielo rubò.
Quando arrivò la mamma e trovò la porta aperta e Tommaso per terra si arrabbiò moltissimo e iniziò a suonare dalla vicina, ma quella non rispose e non aprì.
I genitori di Tommaso erano saggi e avevano fatto buon uso di quel denaro in più, per cui non risentirono molto della perdita del portafogli magico. La vicina, dal canto suo, non la finiva più di ostentare ogni giorno abiti costosi e gioielli sfarzosi, dandosi un mucchio di arie.
Ma la famiglia di Tommaso aveva assorbito bene il colpo. Erano molto uniti, si volevano bene e sapevano godere delle gioie semplici della vita. Il papà di Tommaso, dopo un incontro con la vicina che lo aveva lasciato particolarmente amareggiato, aveva chiamato il bambino accanto a sé sul balcone e gli aveva detto: “Vedi che bella giornata di sole? Questa nessuno la può comprare, pensa a godertela e basta. Sei pieno di ricchezze, perché hai il necessario, perché hai me e la mamma che ti vogliamo bene, il tuo fratellino che te ne vuole anche lui e poi hai salute e intelligenza. Che cosa si può volere di più? Quella donna, invece, per quanto denaro possa avere sarà sempre incapace di godersi la vita e di avere affetto e calore intorno a sé. Non sprecare il tuo tempo per lei, non ci pensare più.”
Così fece Tomamso e riprese la sua vita spensierata di sempre. 
E un giorno, quando sentì le urla di rabbia della vicina perché qualcuno le aveva rubato il portafogli magico, provò persino un po’ di pena per lei.


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