domenica 18 maggio 2014

La scatola di gomme

La fiaba di oggi, 18 maggio, è dedicata a Edo!



La scatola di gomme

C’era una volta un bambino di nome Edoardo, Edo, per gli amici. Per il suo compleanno, Edo se ne era uscito con una richiesta un po’ strana: una scatola di gomme per “scancellare”. Quelle che si usano a scuola.
Alla faccia stupita e alle domande perplesse dei genitori, Edo aveva risposto semplicemente facendo spallucce: “Così…”
E adesso stava andando a scuola con la sua bella scatola piena di gomme di ogni forma e colore, contento e felice. Ce n’erano di molto comuni, di grandi, di piccole, più morbide o più dure, con forme fantasiose e persino profumate. Adesso sì, che si sentiva attrezzato per affrontare il mondo!
Passando sotto un salice, vide un ramo spezzato che penzolava tristemente. Le foglie erano quasi del tutto appassite, ma ancora vive. Edo pensò che era una buona occasione per mettersi subito all’opera: tirò fuori dalla sua scatola una bella gomma verde e cancellò la frattura alla base del ramo. Le foglie ripresero subito vita e il salice lo salutò agitando quel ramo mentre Edo si allontanava verso la scuola.
C’era una custode, in quella scuola, che aveva sempre l’aria scontenta. La sua bocca aveva sempre gli angoli rivolti all’ingiù, come una mezzaluna penzoloni sulla faccia.
Edo, confuso in mezzo agli altri bambini, tirò fuori senza farsi vedere una gomma a forma di sorriso e da lontano cancellò quegli angoli in giù. Miracolo! La custode iniziò a sorridere!
Saltellò tutto felice fino alla sua classe, sedette al suo banco e ci posò sopra la sua scatola piena di gomme.
La sua maestra era brava e gentile, ma aveva sempre un velo di tristezza in fondo agli occhi, e Edo era ben deciso a farlo sparire. Scelse una candida e morbida gomma pane, per farlo.
Pian piano la maestra si rilassò e continuò a spiegare con l’aria serena e allegra.
Le gomme di Edo stavano proprio funzionando!
Solo quella mattina, cancellò la delusione di una compagna per un compito che non le era riuscito molto bene, la prepotenza di un bambino durante la ricreazione e metà della sua merenda, che non aveva voglia di mangiare.
L’intuizione di Edo era stata a dir poco geniale: a volte, per migliorare le cose, non c’è bisogno di aggiungere nulla. Basta semplicemente togliere!
Edo le consumò tutte, quelle gomme. Per togliere le macchie di fango dai vestiti, in modo da non far inquietare la mamma, per far scomparire quella ruga di preoccupazione che a volte compariva sulla fronte del papà, per cancellare sbucciature dei ginocchi e le parti bruciacchiate delle patate al forno.  Ma anche le delusioni, i piccoli dispiaceri, le parole pronunciate sbadatamente di cui ci si pente non appena dopo averle pronunciate.
Alla fine, di tutte quelle gomme rimase solo un pezzetto di una gomma che profumava di vaniglia, consumata fino ad assumere la forma di un piccolo cuore.
Edo, ormai,  aveva cancellato tutto quello che poteva cancellare, e quella gomma la doveva tenere per qualcosa di speciale, se lo sentiva.
La mise nella scatola e la dimenticò per molti molti anni.
Fino a quando, teso e emozionato, dovette radersi il viso per la prima volta.
Ormai era un ragazzo grande e forte e quella sua prima barba era il simbolo del suo ingresso nell’età adulta.
Il papà gli mostrò come fare e la mamma, guardandolo, si lasciò sfuggire una piccola lacrima di commozione.
Fu allora che Edo ricordò la sua gomma profumata di vaniglia.
Con quell’ultimo pezzetto, cancellò la lacrima della mamma. E lei capì in quell’istante che Edo era sì, cresciuto, ma quel bambino meraviglioso che era stato c’era ancora. Con la sua bizzarra mania per le gomme e tutto il resto.
Edo continuò a crescere, diventò un brav’uomo e un bravissimo papà, ancora e sempre capace di cancellare con una frase scherzosa e una carezza un muso lungo o una lacrima dei suoi bambini. Perché Edo era sempre Edo.
Ma questa è un’altra storia.  
  







Queste sono le fiabe che preferisco scrivere, su suggerimenti che vengono da voi. 
Grazie Edo e grazie ai genitori di Edo.
 
 

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