venerdì 16 maggio 2014

La casa delle fiabe


La casa delle fiabe

C’era una volta una bambina di nome Elena che si stava annoiando molto, seduta sull’altalena nel giardino della nonna.
In quella tranquilla casa di campagna non c’erano altri bambini con cui giocare, era quello il problema. Le piaceva trascorrere con la nonna parte delle vacanze estive, mentre i genitori lavoravano in città, ma senza nessuno con cui giocare… diventava una noia.
Si avviò sul fondo del giardino, dove aveva visto spuntare delle violacciocche. Magari poteva farne un mazzolino. Ma quando arrivò alle violacciocche vide qualcosa che luccicava in lontananza.
Aveva una curiosità di andare a vedere…
Ma perché no? Superò veloce la palizzata che delimitava il giardino e seguì il sentierino tra i campi.
A luccicare in quel modo sotto il sole era il pomello di una porta! Posato così, per terra, in mezzo alla campagna. Doveva essere d’ottone, ma luccicava come oro sotto il sole.
Elena voleva raccoglierlo, ma era ben fisso al suolo. Provò a ruotarlo, ma all’improvviso il suolo cedette sotto i suoi piedi e la bambina cadde sottoterra.
Guardando in alto, si accorse che quella che si era aperta era una porta.
Non aveva senso, ma quando cercò di rimettersi in piedi, si accorse che cadeva sulla parete di sinistra, come se la gravità avesse cambiato direzione. Quando finalmente riuscì a mettersi in piedi sulla parete, constatò che l’apertura da cui era caduta dentro era proprio di una porta, che dava direttamente sul cielo.  
Avrebbe potuto uscire agevolmente, ma quel luogo la incuriosiva troppo.
Si guardò intorno e vide numerosi scaffali ricoperti di libri. Ne prese uno dall’aria malconcia e scoprì che era la fiaba di Cappuccetto Rosso, con illustrazioni bellissime che non aveva mai visto prima. Cappuccetto Rosso era disegnata tanto bene da sembrare viva e infatti scivolò giù dalle pagine del libro scrollandosi la mantellina, poi guardò Elena con aria interrogativa prima di dirle: “Dai, chiudi, prima che esca anche il lupo!”
Elena chiuse il libro di scatto, intanto che Cappuccetto Rosso attraversava la stanza a tutta velocità e spariva dietro una porta. Incuriosita più che mai, Elena le andò dietro e scoprì una stanza interamente ricoperta di zucchero e cioccolato. Al centro della stanza, una tavolo che sembrava di cioccolato e due sedie dello stesso materiale, con cuscini di morbido pan di Spagna.
Cappuccetto Rosso era seduta comodamente e si stava servendo da una caraffa un’abbondante tazza di latte mentre addentava una ciambella presa da un vassoio ricolmo. Elena stava per dire qualcosa, ma da un’altra porta entrò un gatto che indossava un grande paio di stivali, che si mise tutto contento a bere il latte dalla tazza.
A Elena girava un po’ la testa, ma voleva vedere che cosa c’era oltre la porta da cui era uscito il Gatto con gli stivali.
La aprì e si trovò in un giardino bellissimo, profumato di fiori d’arancio e gelsomino, pieno di alberi da cui pendevano frutti d’oro.
Stava per coglierne uno, ma una fata dall’aria simpatica le comparve accanto.
“Io non lo farei, se fossi in te,” le disse con un sorriso. “Fa arrabbiare l’orco.”
“L’orco?” chiese Elena. “Ma che posto è questo?”
La fata sedette su una panca di cristallo e fece segno a Elena di sedersi accanto a lei. “Questa è la casa delle fiabe,” disse la fata. “Il posto in cui stiamo in attesa che qualcuno legga le nostre storie.
Adesso i genitori sono sempre impegnati, i bambini hanno tanti altri passatempi e noi stiamo diventando un po’ irrequieti.
In quel momento Elena si rese conto che la panca su cui erano sedute era in realtà una bara di cristallo e all’interno giaceva Biancaneve addormentata.
Guardando in lontananza, vide un castello incantato, in cui, ne era sicura la Bella Addormentata era immersa nel sonno…
Le tornarono in mente le storie che la nonna le leggeva quando era più piccola e le venne una gran nostalgia.  “Come si può fare?” chiese.
“Leggendoci, raccontandoci….” La fata stava lentamente sbiadendo, come tutto il resto.
Elena si trovò di nuovo sul sentierino in mezzo ai campi. Corse verso casa, dove la nonna la stava aspettando con la cena pronta in tavola. “Dove eri finita? Iniziavo a preoccuparmi…”
Elena corse alla libreria a prendere il vecchio libro delle fiabe e lo posò sul tavolo. “Nonna, dopo cena, ti andrebbe di leggermi qualche fiaba?”
“Ma certo. Inizio subito, se ti fa piacere.”
La nonna prese il grande libro e lo aprì. A Elena sembrò quasi di sentire uno sbuffo del profumo del giardino dai frutti d’oro. E la nonna iniziò: “Cera una volta…”

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