venerdì 23 maggio 2014

La notte delle luci danzanti (seconda parte)

La notte delle luci danzanti (seconda parte)

“Il popolo fatato vi aiuterà,” disse infine.
Mentre le farfalle facevano strada attraverso la foresta illuminando il cammino, gli uomini elaborarono brevemente un piano d’azione. “Si fa come con la vecchia Banshee, d’accordo?” Gli altri annuirono. La ragazza dai capelli rossi li guardava, senza osare interrogarli.

“Ci serviranno delle funi” osservò Patrick dopo un po’ che avanzavano in silenzio.
“E una rete” proseguì Joseph rivolgendosi interrogativamente alla ragazza. Lei annuì e iniziò a cantare sommessamente.
Dopo un po’ un gruppo di farfalle avanzò portando delle funi dorate e una rete che sembrava anche quella intessuta di fili d’oro.
“Sono doni fatati”, disse la ragazza della foresta consegnandole agli uomini. “Non si possono spezzare, né con la forza né con gli incantesimi.”
“Perfetto!”  disse Martin spuntando per terra.
Adesso i suoni della battaglia tra i draghi si stavano avvicinando. Lo strano gruppo avanzò nell’oscurità senza fare il minimo rumore, fino a quando videro, alla luce delle sfere di fuoco, una casupola cadente addossata a una roccia. E sul tetto della casupola una figura scura, con le braccia sollevate e il volto rivolto al cielo.
La strega si stava dando da fare, per loro fortuna, così non li scorse mentre si avvicinarono alla casupola.
“Martin, vai avanti tu, che sei il più brutto,” disse Joseph tutto allegro prima di scomparire nell’ombra insieme a Patrick.
Martin sghignazzò e aspettò che tutti gli uomini fossero in posizione. Erano tutti talmente abituati a cacciare insieme che si capivano al volo senza bisogno di parole.
Appena tutto fu pronto, Martin si aggiustò un fagottino che teneva nella giubba e avanzò verso la casupola, completamente allo scoperto, con le braccia alzate e urlando con quanto fiato aveva in corpo: “Che tu sia mille volte benedetta, straordinaria creatura! Benedetta tu, benedetti i tuoi draghi, benedetta la tua casa!”
La vecchia sul tetto rimase come folgorata per un attimo, poi si sporse dal tetto. “Chi osa insultarmi lanciandomi benedizioni?” gracchiò.
“Io!” gesticolo Martin continuando ad avvicinarsi. “Mille benedizioni a te e a tutto quello che ti appartiene!”
La vecchia adesso era proprio arrabbiata. Si coprì le orecchie e poi lanciò un incantesimo dal bordo del tetto verso Martin, che però lo mancò.
“Benedetta, benedetta e benedetta,” continuava a urlare Martin e la vecchia giù a scagliargli incantesimi, che però non lo centravano mai.
Nella foga di colpirlo, alla fine la strega si dimenticò di essere sul bordo del tetto e avanzò di un passo, cadendo giù a capofitto proprio nella rete che gli uomini avevano disteso lì sotto. Velocissimi gli uomini strinsero la rete e gettarono i capi delle funi a Patrick e Joseph, che nel frattempo si erano arrampicati sul tetto.
La vecchia, imprigionata nella rete, iniziò a scagliare incantesimi in tutte le direzioni, ma poiché era in una rete fatata gli incantesimi non potevano uscirne e ricadevano tutti su di lei.
Alla fine, vedendosi impotente, chiamò i draghi in suo soccorso.
Erano davvero terribili. Creature immense, coperte di squame luccicanti e in grado di sputare fuoco dalle fauci.
Adesso gli uomini urlavano benedizioni tutti insieme, e questo gettava sia la strega che i draghi in una sorta di confusione furiosa.
I draghi, però, non volevano colpire la vecchia o la sua casa, così cercavano di spaventare gli uomini limitandosi a volar loro vicino. Sempre più vicino.
Quando un drago si avvicinò abbastanza al tetto, Joseph e Patrick lanciarono le funi che chiudevano la rete e le assicurarono velocemente al dorso del drago.
Al contatto con le funi fatate, il drago lanciò un urlo di dolore e si affrettò a volare lontano, portandosi via la rete fatata che conteneva la strega.
A quel punto anche le farfalle luminose entrarono in battaglia e in men che non si dica tutti i draghi scomparvero sconfitti oltre l’orizzonte.
Gli uomini iniziarono a ridere, scambiandosi pacche sulle spalle, mentre le farfalle luminose danzavano allegramente per aria.
“Non torneranno per un bel pezzo, adesso,” disse Patrick alla ragazza dai capelli di fuoco.
“Potrete vivere in pace.” 
“Così sarà” disse semplicemente la ragazza. “Ma devi spiegarmi una cosa. Come mai gli incantesimi della strega non hanno colpito Martin?”
“Ah, quello!” rise Patrick. “Martin ha l’abitudine di portarsi dietro uno strano amuleto. Tutti noi lo prendiamo in giro, ma questa volta ha avuto ragione.”
“Proprio così” disse Martin tutto soddisfatto, tirando fuori il suo fagottino dalla giubba. Lo svolse piano e lo mostrò alla ragazza.
Era una piccola zolla di terra, su cui cresceva un quadrifoglio.



Lo spunto di questa fiaba è nato da un'immagine che potete vedere sulla pagina facebook della Disfida delle fiabe.
Raffigura una foresta scura, con nuvoloni di tempesta che si allontanano all'orizzonte e una ragazza dai lunghi capelli rossi in cui sono infilate alcune lunghe piume. Farfalle e piccole sfere di luce volteggiano nell'aria intorno a lei. 
 

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