lunedì 19 maggio 2014

La bicletta-cavallo

   Un altro giorno, un'altra fiaba...

La bicicletta-cavallo


C’era una volta una mamma, come ce ne sono tante, sempre indaffarata tra mille cose da fare. Sonia, così si chiamava questa mamma, amava andare in bicicletta e aveva montato un bel seggiolino rosa per la sua bambina, Simona.
Sonia era una di quelle belle persone che sono eccezionali senza saperlo, gentile con tutti e con la natura.
Amava le piante e il giardinaggio e, per divertire Simona, aveva disseminato il loro giardino di piccoli buffi gnomi che reggevano lampade che si illuminavano di notte. Su un albero aveva sistemato una bella casetta per gli uccellini, che in inverno non mancava mai di rifornire di buon becchime.
In alcune sere dell’anno, Sonia per tradizione sistemava in fondo al giardino quelli che lei chiamava “i cesti delle offerte”.
Erano due, questi cesti. In uno sistemava abiti caldi, coperte e cibo per gli esseri umani, nell’altro, le offerte per i piccoli abitanti del bosco vicino: frutta secca, granaglie, qualche ciuffo di fieno, fili di lana morbida da intrecciare nei nidi, scampoli di stoffa soffice e calda per rendere più confortevoli le tane di chissà quali animaletti.
Per Sonia, questo era un modo per rendersi utile agli altri.
Immancabilmente, al mattino dopo i cesti erano vuoti e lei era contenta di aver potuto aiutare qualcuno.
In quella sera d’inverno, Sonia stava trascinando i suoi “cesti delle offerte” in fondo al giardino, con Simona che la seguiva nel buio ormai fitto. Simona, in effetti, indicava uno gnomo del giardino, dicendo “Gnomo! Gnomo!”, ma la mamma non ci fece caso. Non si accorse che, proprio quella sera, nel giardino c’era uno gnomo in più che osservava attento i suoi movimenti.
Lasciati al solito posto i cesti, Sonia prese in braccio la bimba e si affrettò a ritornare al calduccio dentro casa.
Dal giardino, gli occhi attenti dello gnomo videro accendersi le luci nella camera della bimba, la mamma passare davanti alla finestra con in mano un libro di fiabe e poi, pian piano, tutte le luci della casa spegnersi una dopo l’altra.
Quando tutto fu tranquillo, il piccolo gnomo si avvicinò ai cesti. C’era un bel pullover caldo della sua misura che doveva essere stato di Simona, perché odorava di bimbo. C’erano dei biscotti fatti in casa e una copertina morbida che era proprio l’ideale per il suo letto.
Intanto, si erano avvicinati silenziosamente ai cesti alcuni timidi cerbiatti che avevano preso il fieno, scoiattoli nervosi che si erano serviti di frutta secca, altre bestiole che avevano preso quello di cui avevano bisogno.
Poi dei passi pesanti risalirono la strada e gli animali tornarono nel bosco, seguiti dallo gnomo.
Da lontano videro  un uomo malconcio e infreddolito che sollevava dal cesto un bel giaccone pesante e del cibo.
Fu a quel punto, che gli animali riuniti iniziarono a dire: “Bisogna proprio ringraziarla, quella mamma. Con la sua gentilezza ci aiuta a superare i momenti peggiori dell’inverno…”
“Ci penso io!” disse a quel punto lo gnomo, che aveva già un’idea.
Il mattino dopo, lo gnomo era in attesa vicino alla strada, ben nascosto tra i rami di un abete altissimo.
Sonia passò pedalando a tutta birra - perché erano in ritardo - con Simona ben sistemata sul seggiolino rosa e con una sciarpa di lana svolazzante che le copriva quasi tutto il faccino.
Lo gnomo colse l’attimo e lanciò il suo incantesimo, sapendo che ci avrebbe messo un po’ per fare effetto. Sonia non si accorse di nulla, a parte un certo pizzicorino al naso che attribuì all’aria fredda del mattino. Pedalava di buona lena e, dopo aver portato Simona all’asilo, riprese la bicicletta e la posteggiò quasi nel centro paese, recandosi a fare le numerose commissioni  che aveva sulla lista.
Doveva passare in lavanderia, comprare il latte, andare in comune… insomma le solite infinite cose di cui si occupano le mamme.
Quando finalmente ebbe terminato, tornò alla sua bicicletta e… vide un cavallo, bellissimo, che le andava incontro come per salutarla.
Non era possibile! Quel cavallo aveva qualcosa di familiare, ma…
Sonia cercò con lo sguardo la bicicletta, che però non era più dove l’aveva lasciata. Nel frattempo il cavallo si era avvicinato ancora e le dava colpi affettuosi con il muso, come per invitarla.
A quel punto Sonia alzò gli occhi e vide che sulla sella del cavallo era montato il seggiolino rosa di Simona!
Il cavallo la lasciò montare in sella e a quel punto Sonia vide che, intrecciata al seggiolino, era rimasta la sciarpa della sua bambina, annodata in modo da formare un bel fiocco. A quel punto non ebbe più dubbi e si diresse verso casa.
Cavalcare non era faticoso come pedalare e ben presto acquistò sicurezza e si lanciò al galoppo.
Rimase però piena di dubbi per tutto il giorno, facendosi mille domande.
Ma il giorno dopo, quando vide che la criniera del cavallo era tutta intrecciata in minuscole treccine, capì che c’erano di mezzo gli gnomi e finalmente si diede pace.
Perché anche lei sapeva che gli gnomi, di notte, spesso intrecciano finemente le criniere dei cavalli.
Da quel giorno, Sonia accettò quel dono inaspettato e diventò ancora più generosa con i suoi cesti delle offerte, suggellando così un’amicizia con gli gnomi e gli animali del bosco che poi passò a sua figlia e alla figlia di sua figlia e alla figlia della figlia di sua figlia… e che dura ancora oggi.   
         

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